6 febbraio 2009
Film | "Cloverfield". La mia recensione
Il film così per dare un giudizio diretto non è fortunato come Lost, piacevole ma tutto sommato merita nel suo complesso una sufficienza, non molto più.
"Cloverfield" riprende l'idea nata con "The Blair witch project", ovvero quella di creare un film le cui immagini siano riprese da una telecamera amatoriale, ovviamente tenuta a mano da qualcuno. L'idea regge, finché non si abusa della cosa, dopo 8 anni quindi ci può stare, il problema in questo caso è la trama del film. Gli americani hanno il genere catastrofico che scorre non solo nelle vene ma addirittura è insito nei loro geni. Poi quando si scopre anche la banalità della catastrofe un pizzico di delusione comincia a farsi sentire.
È quindi la catastrofe alla base del film (come si può intuire dalla locandina) c'è solo da scoprire cosa ha generato il panico a Manhattan. Il regista riesce a tenere la causa della catastrofe nascosta per i primi minuti, mossa apprezzabile soprattutto perché quando New York è nel panico è palpabile l'angoscia che circonda l'aria, una sorta di 11 settembre riprodotto artificialmente, visto ancora più dall'interno se non bastassero le innumerevoli riprese amatoriali che abbiamo su quel giorno del 2001. Si percepisce la stessa assenza di notizie, la confusione, il panico, ovviamente il punto di vista di una telecamera tenuta portata a mano da uno dei protagonisti del film aiuta molto. Si rimane un po' spaesati nel vedere i militari e gli aerei che sganciano bombe sulla città, con le forze dell'ordine che tentano ogni soluzione.
Fatto sta che dopo un'ora e un quarto di film è difficile apprezzare tutto questo, si riesce a promuovere a pieni voti il montaggio, quelle inquadrature che ti fanno saltare dal divano e urlare: "E inquadrami la scena con quella telecamera *****!!". Fa piacere che la qualità del video non sia in stile "filmato da cellulare" in cui le immagini sono così sgranate che i volti delle persone sembrano censurati, si vede che le telecamere HD cominciano a prendere piede. Fanno sorridere i salti della pellicola che durante la tragedia mostrano le riprese sottostanti e che non c'entrano niente col film, però poi alla fine soprattutto dopo essere stati attenti all'inzio del film si incomincia ad intuire come finirà e quando finisce non serve nemmeno dire "Lo sapevo!" perché comunque si può immaginare benissimo.
Insomma un film da guardare, ma senza pretendere troppo. E anche gli incassi al botteghino (se pur ottimi) fanno capire come sia stata decisamente più coinvolgente la campagna di marketing del film stesso.
Non mi resta che lasciarvi alla trama che trovate su Wikipedia, davvero completa, fin troppo, non serve guardare il film dopo averla letta.
3 commenti:
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Secondo me è cmq da vedere, lo stile molto particolare non si trova in altri film, questo basta e avanza per farti decidere che vale la pena vederlo.
RispondiEliminaIndubbiamente lo stile di questo film è qualcosa che esce dagli schemi, davvero notevole la realizzazione tecnica, decisamente fuori dal comune che merita di essere presa in considerazione e certamente apprezzata.
RispondiEliminaPoi sul resto rimane un po' di perplessità...
mi ero persa questa recensione!!! A me il film è piaciuto da mo-ri-re! :D
RispondiEliminaMa anche la tua valutazione ci sta, perchè è vero che la fine è abbastanza scontata. Quello che mi è piaciuto è la sensazione di spaesamento, ansia e adrenalina che ti mette addosso.