Audrina Patridge
Alyssa Milano
E sono stato buono perché non riesco a sopportare quegli stivaletti...
Christina Aguilera
5 STELLE D'ORO Look superlativo. Niente da dire. Impossibile chiedere di più.
5 STELLE Look perfetto, promossa a pieni voti.
4 STELLE Look ottimo, ma non troppo.
3 STELLE Un buon look, senza infamia né lode, certo si potrebbe chiedere di più.
2 STELLE Non ci siamo proprio, peccato.
1 STELLA Facciamo che non abbiamo visto niente, non c'è nulla da fare.
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31 agosto 2009
30 agosto 2009
29 agosto 2009
Recensione | Phlash & Friends "Runnin (feat. Shea Soul)"
Ricordo benissimo questo disco la prima volta che l'ho sentito. DJ set in spiaggia, su un locale a pochi metri dal mare e tra tutti i dischi suonati mentre mi stavo avvicinando al bar ho iniziato a sentire le prime note di questa canzone. Per la precisione il giro di basso, leggermente ruvido, molto regolare che si discostava dagli altri dischi molto più beach house, ma soprattutto un groove piuttosto vivace, non velocissimo ma decisamente efficace.
E poi quel vocal orecchiabile, piuttosto piacevole, accompagnato dal pianoforte (tanto che nell'EP dove è contenuta questa club mix, abbiamo un'ottima traccia reprise, che riprende il piano e la voce della versione house). Un beat funky, impreziosito dalla voce di Shea Soul, un perfetto combinato di melodie da spiaggia che riescono a distinguersi chiaramente da dischi del genere. Una traccia apprezzabile all'ascolto sul divano, ma molto più fruibile agli alti volumi.
Non ho potuto fare a meno di avvicinarmi alla consolle e disturbare il DJ per chiedere delucidazioni sulla canzone, finito di shakerare un paio di tracce mi ha subito fatto notare autore e titolo della canzone in questione.
"Runnin" (ascolta), di Plash & Friends, traccia contenuta nell'EP intitolato appunto "Runnin/Exaltation" oppure nell'album "Deep Electronic Sound", un misto di deep house ma anche di ottimi pezzi decisamente più soul house.
* Le ultime recensioni musicali
* Tutte le recensioni musicali pubblicate sul blog
Ecco qualche disco simile, beach house da suonare in spiaggia:
(clicca sul titolo per leggere la recensione)
"Inside out (DJ Meme remix)" Belezamusica
"Rise (Bini & Martini remix)" Soul Providers
"Quiero saber (Bc's & Vc's classic mix)" B. Candelario & V. Kwok feat. Leedia
"Gipsy rhythm (T&F vs Moltosugo rmx)" Raul Orellana feat. J. Brown
"Sunrise in my soul" DJ Tekin
"Home (Knee Deep rmx)" Julie McKnight
"My my my" Armand Van Helden
TPP | Tempo di preparazione post: 40 minuti.
E poi quel vocal orecchiabile, piuttosto piacevole, accompagnato dal pianoforte (tanto che nell'EP dove è contenuta questa club mix, abbiamo un'ottima traccia reprise, che riprende il piano e la voce della versione house). Un beat funky, impreziosito dalla voce di Shea Soul, un perfetto combinato di melodie da spiaggia che riescono a distinguersi chiaramente da dischi del genere. Una traccia apprezzabile all'ascolto sul divano, ma molto più fruibile agli alti volumi.
Non ho potuto fare a meno di avvicinarmi alla consolle e disturbare il DJ per chiedere delucidazioni sulla canzone, finito di shakerare un paio di tracce mi ha subito fatto notare autore e titolo della canzone in questione.
"Runnin" (ascolta), di Plash & Friends, traccia contenuta nell'EP intitolato appunto "Runnin/Exaltation" oppure nell'album "Deep Electronic Sound", un misto di deep house ma anche di ottimi pezzi decisamente più soul house.
* Le ultime recensioni musicali
* Tutte le recensioni musicali pubblicate sul blog
Ecco qualche disco simile, beach house da suonare in spiaggia:
(clicca sul titolo per leggere la recensione)
"Inside out (DJ Meme remix)" Belezamusica
"Rise (Bini & Martini remix)" Soul Providers
"Quiero saber (Bc's & Vc's classic mix)" B. Candelario & V. Kwok feat. Leedia
"Gipsy rhythm (T&F vs Moltosugo rmx)" Raul Orellana feat. J. Brown
"Sunrise in my soul" DJ Tekin
"Home (Knee Deep rmx)" Julie McKnight
"My my my" Armand Van Helden
TPP | Tempo di preparazione post: 40 minuti.
27 agosto 2009
Kim Kardashian/2
Sinceramente prima di passare a SKy e dare un'occhiata al reality-fiction "Al passo con i Kardashian" (Keeping up with the Kardashian) ignoravo l'esistenza di questa ragazza che in poco tempo si è conquistata uno dei primi posti nella mia classifica, praticamente una ragazza con un fisico davvero prorompente.
Ma oltre ad essere la figlia di Robert Kardashian, famoso avvocato che ha difeso a suo tempo O. J. Simpson?
Secondo wikipedia è questa la definizione che meglio descrive questa personalità:
Prima di partire con la consueta galleria di foto che la riguardano, vi segnalo solo che non è la prima volta che questa bellezza appare in questo blog, come ovviamente avrete capito dal titolo ne abbiamo già parlato la prima volta qui, con un bel po' di foto.
Vabbè, non ci resta che ammirala qui in un paio di look e travestimenti vari, partendo dal look anni '30 per lo scorso Halloween:
Ma oltre ad essere la figlia di Robert Kardashian, famoso avvocato che ha difeso a suo tempo O. J. Simpson?
Secondo wikipedia è questa la definizione che meglio descrive questa personalità:
Kimberly Noel "Kim" Kardashian (Los Angeles, 21 ottobre 1980) è un personaggio televisivo statunitense, occasionalmente attrice, stilista, modella ed imprenditrice, anche se la sua popolarità è principalmente legata ai vari casi di gossip, a lei legati.Ecco, praticamente tutto e niente, perché tranne il reality show che la vede coinvolta assieme alla sua famiglia e qualche piccola parte in un paio di film non si hanno molte altre notizie di questa ragazza, tranne un piccolo dettaglio, un video in cui la vediamo piuttosto disinibita regalare perfomance che l'hanno resa famosa al pari un altro noto tape di una certa Paris Hilton.
Prima di partire con la consueta galleria di foto che la riguardano, vi segnalo solo che non è la prima volta che questa bellezza appare in questo blog, come ovviamente avrete capito dal titolo ne abbiamo già parlato la prima volta qui, con un bel po' di foto.
Vabbè, non ci resta che ammirala qui in un paio di look e travestimenti vari, partendo dal look anni '30 per lo scorso Halloween:
Travestimento da Wonder Woman:
Travestimento per un party con le Pussycat Dolls:
Marinaia (ma esiste il femminile di "marinaio"???, vebbè, chissenefrega:
Kim Kardashian
sito ufficiale | wikipedia
google | youtube | flickr
sfondi desktop
26 agosto 2009
La Roux "In for the kill"
Non sarò il primo a parlarne, ma ogni tanto ci metto un pochetto prima di ingranare la marcia giusta, ed questo uno di quei casi. La canzone in questione è "In for the kill" (ascolta), creata dal duo inglese La Roux, con quella specie di falsetto che a fine canzone ti da l'impressione di doverti schiarire la voce pur non avendo mai cantato.
Nonostante il primo singolo singolo sia passato piuttosto inosservato, più che altro per quanto riguarda il nostro paese, il secondo "In for the kill" ha riscosso un buon successo a livello Europeo permettendo a Elly Jackson e a Ben Langmaid di farsi conoscere con il loro stile decisamente fuori dal comune, con parecchie influenze elettroniche, un buon esempio di synthpop, in cui però anche la parte vocale ha la sua parte.
Un disco che assieme a "Bulletproof" di sicuro avremo già sentito per radio nelle scorse settimane, impossibile non riconoscere lo stile del gruppo che si estende in diverse forme un po' lungo tutta la tracklist del loro primo album, che porta lo stesso nome del gruppo, "La roux" appunto. Interessante per chi fosse colpito dalla voce della cantante il remix di Skream, in cui la parte vocale è uno degli elementi più interessanti della canzone, messo in risalto per la quasi intera durata del remix.
Per uscire un po' dalla monotonia delle solite produzioni dance-pop che sembrano uscire ogni giorno ecco qualcosa di davvero diverso, un po' curioso e d'effetto, che non sta passando inosservato, segno che il gruppo è riuscito nel proprio intento di creare qualcosa di nuovo, non solo nella musica, ma possiamo dire anche nello stile della cantante, che porta all'estremo le influenze eighties con abiti assolutamente originali e uno stile fuori dal comune.
We can fight our desires
Oooh but when we start making fires
We get ever so hot
Oooh whether we like it or not.
They say we can love who we trust
Oooh but what is love without lust?
Two hearts with accurate devotions
Oooh and what are feelings
Without emotions?
I’m going in for the kill
I’m doing it for a thrill
Oh I’m hoping you’ll understand
And not let go of my hand
(x2)
I had my hopes out on the line
Oooh they'd be ready for you in time
If you leave them out too long
Oooh they’ll be withered by the sun
Full stops and exclamation marks
Oooh my words stumble before I start
How far can you send emotions?
Oooh can this bridge cross the ocean?
I’m going in for the kill
I’m doing it for a thrill
Oh I’m hoping you’ll understand
And not let go of my hand
(x2)
Let’s go to war
To make peace
Let's be cold
To create heat
I hope in the darkness
We can see
And you're not blinded
By the light from me
I’m going in for the kill
I’m doing it for a thrill
Oh I’m hoping you’ll understand
And not let go of my hand
TPP | Tempo di preparazione post: 25 minuti.
Nonostante il primo singolo singolo sia passato piuttosto inosservato, più che altro per quanto riguarda il nostro paese, il secondo "In for the kill" ha riscosso un buon successo a livello Europeo permettendo a Elly Jackson e a Ben Langmaid di farsi conoscere con il loro stile decisamente fuori dal comune, con parecchie influenze elettroniche, un buon esempio di synthpop, in cui però anche la parte vocale ha la sua parte.
Un disco che assieme a "Bulletproof" di sicuro avremo già sentito per radio nelle scorse settimane, impossibile non riconoscere lo stile del gruppo che si estende in diverse forme un po' lungo tutta la tracklist del loro primo album, che porta lo stesso nome del gruppo, "La roux" appunto. Interessante per chi fosse colpito dalla voce della cantante il remix di Skream, in cui la parte vocale è uno degli elementi più interessanti della canzone, messo in risalto per la quasi intera durata del remix.
Per uscire un po' dalla monotonia delle solite produzioni dance-pop che sembrano uscire ogni giorno ecco qualcosa di davvero diverso, un po' curioso e d'effetto, che non sta passando inosservato, segno che il gruppo è riuscito nel proprio intento di creare qualcosa di nuovo, non solo nella musica, ma possiamo dire anche nello stile della cantante, che porta all'estremo le influenze eighties con abiti assolutamente originali e uno stile fuori dal comune.
We can fight our desires
Oooh but when we start making fires
We get ever so hot
Oooh whether we like it or not.
They say we can love who we trust
Oooh but what is love without lust?
Two hearts with accurate devotions
Oooh and what are feelings
Without emotions?
I’m going in for the kill
I’m doing it for a thrill
Oh I’m hoping you’ll understand
And not let go of my hand
(x2)
I had my hopes out on the line
Oooh they'd be ready for you in time
If you leave them out too long
Oooh they’ll be withered by the sun
Full stops and exclamation marks
Oooh my words stumble before I start
How far can you send emotions?
Oooh can this bridge cross the ocean?
I’m going in for the kill
I’m doing it for a thrill
Oh I’m hoping you’ll understand
And not let go of my hand
(x2)
Let’s go to war
To make peace
Let's be cold
To create heat
I hope in the darkness
We can see
And you're not blinded
By the light from me
I’m going in for the kill
I’m doing it for a thrill
Oh I’m hoping you’ll understand
And not let go of my hand
25 agosto 2009
Recensione | Eyereel Allstars feat. Lucy Clarke "Get it on (fish 'n' chips mix)"
Per i vostri pomeriggi in spiaggia ecco un altro disco di sicuro effetto, davvero molto easy ma ben fatto, con un ritmo trascinante che riesce a coinvolgere sul dancefloor in maniera incredibile.
"Get it on (fish 'n' chips remix)" (ascolta) degli Eyereel Allstars fa dei filtri sull'equalizzatore uno dei suoi tratti di spicco. Un riff house, con violini e tastiere viene filtrato a dovere, nelle strofe viene privato di molte tonalità di alti, nel ritornello possiamo ascoltarlo in tutto il suo splendore mentre in qualche altra occasione sono i bassi a sparire.
Non ci sono molti altri elementi, ma i due producer Dave Begley e Jason Miles con pochi elementi riesco a fare qualcosa di notevole, senza ombra di dubbio un prodotto che raccoglie al massimo i frutti della voce di Lucy Clarke, perfetta vocalist che riesce a dare ancora più groove a questo disco che corre veloce, senza mai fermarsi, non solo nel ritornello ma anche nelle strofe dove l'atmosfera seppur meno vivace non annoia di certo.
Quest'estate Hed Kandi e tutto quello che gira attorno alle compilation Beach House (ma anche Disco Heaven) mi sta davvero piacendo parecchio, non solo per quel che riguarda le uscite di quest'anno ma soprattutto per quello che ha a che fare con le compilation degli anni passati.
E infatti questo disco si trova nella compilation Disco Heaven 2008, ma non per questo motivo meno attuale, anzi, si parla di sonorità davvero senza tempo che riescono sempre a colpire.
Ne approfitto per spendere due parola anche sulla versione remixata da Soul Seekerz (ascolta), molto interessante anche se decisamente meno incisiva rispetto al remix di cui vi ho parlato oggi. Atmosfere con suoni molto più naturali, pianoforte e sax che rendono il disco perfetto più per un dopo serata che per un inizio. Un mix di emozioni che vengono miscelate da un arrangiamento house ma che si nota appena.
Ascolta
"Get it on (fish 'n' chips mix)"
"Get it on (Soul Seekerz remix)"
Dischi simili
(clicca sul titolo per leggere la recensione)
"Inside out (DJ Meme remix)" Belezamusica
"Rise (Bini & Martini remix)" Soul Providers
"Quiero saber (Bc's & Vk's classic mix)" Benji Candelario & Vincent Kwok feat. Leedia
TPP | Tempo di preparazione post: 35 minuti.
"Get it on (fish 'n' chips remix)" (ascolta) degli Eyereel Allstars fa dei filtri sull'equalizzatore uno dei suoi tratti di spicco. Un riff house, con violini e tastiere viene filtrato a dovere, nelle strofe viene privato di molte tonalità di alti, nel ritornello possiamo ascoltarlo in tutto il suo splendore mentre in qualche altra occasione sono i bassi a sparire.
Non ci sono molti altri elementi, ma i due producer Dave Begley e Jason Miles con pochi elementi riesco a fare qualcosa di notevole, senza ombra di dubbio un prodotto che raccoglie al massimo i frutti della voce di Lucy Clarke, perfetta vocalist che riesce a dare ancora più groove a questo disco che corre veloce, senza mai fermarsi, non solo nel ritornello ma anche nelle strofe dove l'atmosfera seppur meno vivace non annoia di certo.
Quest'estate Hed Kandi e tutto quello che gira attorno alle compilation Beach House (ma anche Disco Heaven) mi sta davvero piacendo parecchio, non solo per quel che riguarda le uscite di quest'anno ma soprattutto per quello che ha a che fare con le compilation degli anni passati.
E infatti questo disco si trova nella compilation Disco Heaven 2008, ma non per questo motivo meno attuale, anzi, si parla di sonorità davvero senza tempo che riescono sempre a colpire.
Ne approfitto per spendere due parola anche sulla versione remixata da Soul Seekerz (ascolta), molto interessante anche se decisamente meno incisiva rispetto al remix di cui vi ho parlato oggi. Atmosfere con suoni molto più naturali, pianoforte e sax che rendono il disco perfetto più per un dopo serata che per un inizio. Un mix di emozioni che vengono miscelate da un arrangiamento house ma che si nota appena.
Ascolta
"Get it on (fish 'n' chips mix)"
"Get it on (Soul Seekerz remix)"
Dischi simili
(clicca sul titolo per leggere la recensione)
"Inside out (DJ Meme remix)" Belezamusica
"Rise (Bini & Martini remix)" Soul Providers
"Quiero saber (Bc's & Vk's classic mix)" Benji Candelario & Vincent Kwok feat. Leedia
TPP | Tempo di preparazione post: 35 minuti.
24 agosto 2009
Red Carpet Looks/49
Rose McGowan
Bridget Marquardt
Brrr... che sorriso... e ricordiamo che è stata coniglietta di PlayBoy...
Anne Hathaway
5 STELLE D'ORO Look superlativo. Niente da dire. Impossibile chiedere di più.
5 STELLE Look perfetto, promossa a pieni voti.
4 STELLE Look ottimo, ma non troppo.
3 STELLE Un buon look, senza infamia né lode, certo si potrebbe chiedere di più.
2 STELLE Non ci siamo proprio, peccato.
1 STELLA Cambiamo pagina, non c'è nulla da fare.
Bridget Marquardt
Brrr... che sorriso... e ricordiamo che è stata coniglietta di PlayBoy...
Anne Hathaway
5 STELLE D'ORO Look superlativo. Niente da dire. Impossibile chiedere di più.
5 STELLE Look perfetto, promossa a pieni voti.
4 STELLE Look ottimo, ma non troppo.
3 STELLE Un buon look, senza infamia né lode, certo si potrebbe chiedere di più.
2 STELLE Non ci siamo proprio, peccato.
1 STELLA Cambiamo pagina, non c'è nulla da fare.
23 agosto 2009
22 agosto 2009
Iperrealismo: quando i dipinti diventano quasi foto
È difficile da credere ma questi sono dipinti, non fotografie. Si chiama iperrealismo e si tratta di una tecnica pittorica che cerca di avvicinarsi il più possibile alla fotografia, con i pennelli e colori a tempera però.
Ecco alcuni dipinti, c'è da rimanere davvero a bocca aperta per il grado di perfezione raggiunto tanto che in alcuni casi c'è da rimanere dubbiosi sul fatto che si tratti davvero di un dipinto.
fonte immagini | repubblica.it
Ecco alcuni dipinti, c'è da rimanere davvero a bocca aperta per il grado di perfezione raggiunto tanto che in alcuni casi c'è da rimanere dubbiosi sul fatto che si tratti davvero di un dipinto.
fonte immagini | repubblica.it
21 agosto 2009
Strawperry: il nuovo amico di Katy Perry
Ammetto di apprezzare davvero pochissimo i tatuaggi, anzi, diciamoci pure che non li apprezzo per nulla, PERÒ per Katy Perry posso fare una piccola eccezione. Eccola infatti che dalla sua pagina di Twitter (che da noi in Italia è poco conosciuto ma negli USA ha davvero preso piede) la cantante fa sapere (qui per la precisione) ai suoi fans di avere un nuovo tatuaggio che le tiene compagnia, proprio sul piede e chiede che nome dargli.
Evito di dare giudizi sul fatto che come posizione mi sembra davvero infelice però come tatuaggio è davvero simpatico, quando l'ho visto mi ha davvero fatto ridere parecchio, ecco perchè come detto da alcuni fans mi associo anche io al nome di "Strawperry", simpatico gioco di parole tra il suo cognome e "strawberry", fragola appunto.
D'altronde se la sua gatta si chiama Katy Purry anche il nome della fragolina-tatoo può stare bene!
fonte | gossipblog.it
20 agosto 2009
Siamo davvero consapevoli di quello che compriamo?
In questi ultimi periodi grazie agli studi universitari ho avuto occasione di approfondire un po' l'argomento ed elaborare qualche conclusione. L'argomento chiave del discorso per quel che mi riguarda è racchiuso in una sola parola: consapevolezza. L'evitare di nascondersi dietro luoghi comuni o di attribuire punteggi superiori a certi prodotti solo perché hanno il supporto di marchi famosi.
Mi spiego. Che differenza ci può essere tra un occhiale griffato e un occhiale senza brand comperato in qualche spaccio nelle zone del distretto dell'occhiale? Ve lo dico io, nessuna. In moltissimi casi la piccola ditta che assembla occhiali per i grandi gruppi italiani per cercare di arrotondare vende gli stessi occhiali non marchiati. È una strategia comune. Lo fanno anche alcuni produttori di alimenti, producono i nostri biscotti preferiti con il loro bel marchio sopra e, nello stesso momento, ne producono altrettanti che verranno poi venduti con il logo del supermercato. Stesso prodotto, stessa qualità, cambia solo il prezzo.
Eppure nessuno si lascia convincere. Sono in pochi quelli che si lasciano convincere da una polo bianca se sopra non vedono il coccodrillino, la coroncina d'alloro o il cavallino. Senza scendere ai livelli più infimi della qualità si trova benissimo lo stesso prodotto a decine di euro di meno, eppure non basta.
La domanda è sempre la stessa, pungente, con la risposta preceduta da una smorfia di fastidio:
"Ma perché hai speso quei soldi che con la metà ti compravi due magliette??"
Quando manca la consapevolezza si ricorre a giustificazioni più o meno originali, divertenti, magari anche impacciate e imbevute di imbarazzo:
"Eh, ma vuoi mettere la qualità??"
Questa è quella che va per la maggiore, perché ci piace mentire a noi stessi ogni tanto, quando non riusciamo ad arrivare all'uva è ovvio che comunque questa sia acerba. Quando guardiamo lo scontrino e leggiamo "Made in China" sull'etichetta la vista si annebbia parlando di qualità ma facciamo in modo che passi tutto in fretta.
Mi sono piaciute le parole di un nostro professore che ha tirato fuori la parola "consapevolezza", per indicare come non servano scuse, non serva parlare di qualità per magliette che costano 80 euro perché sarebbe assurdo immaginare che questa non esista. È in effetti una volta superato questo ostacolo, possiamo dire quello che vogliamo, essere veramente sinceri e alla domanda peggiore rispondere con un:
"Mi piaceva, la qualità è dignitosa, non mi interessa sapere chi e come l'ha prodotta, mi piace soltanto. Provo piacere per quello che evoca quel marchio, mi identifico, sogno, mi piace."
Così è facile. Quando non c'è bisogno di nascondersi dietro a qualcosa le cose vanno davvero molto meglio.
Non mi nascondo neppure io quando compro quello che mi piace, compro un paio di Superga perché le portava anche mio papà quando da giovane giocava a tennis, una polo Ralph Lauren perché mi sta simpatico il marchio, unico vero esempio dell'eleganza americana, mi piace vedere il logo del giocatore di polo a cavallo specie nei modelli con il logo colorato, ho sempre preso iPod perché mi piace la storia di quella mela morsicata, perché forse in effetti il multitouch qualche soldo li vale, ma per ascoltare i propri mp3 basta anche molto meno, ho sempre avuto cellulari Nokia perché il mio primo telefono era di questa marca e da quel momento non ho più cambiato, anche se non ho avuto sempre esperienze positive ma quando qualcosa piace non ci sono molte cose da aggiungere.
Tutto qui. Non è reato farsi trasportare dal fascino che hanno certi marchi, l'identificarsi con un brand che sembra rispecchiare i nostri lati più nascosti, condividere i propri momenti con prodotti che ci piacciono che possono assumere un significato che va oltre il prodotto stesso.
La cosa bella è non avere paura di nascondersi, ammettere i motivi che ci spingono a scegliere un prodotto rispetto ad un altro, questo sì che ci rende diversi.
TPP | Tempo di preparazione post: 50 minuti.
Mi spiego. Che differenza ci può essere tra un occhiale griffato e un occhiale senza brand comperato in qualche spaccio nelle zone del distretto dell'occhiale? Ve lo dico io, nessuna. In moltissimi casi la piccola ditta che assembla occhiali per i grandi gruppi italiani per cercare di arrotondare vende gli stessi occhiali non marchiati. È una strategia comune. Lo fanno anche alcuni produttori di alimenti, producono i nostri biscotti preferiti con il loro bel marchio sopra e, nello stesso momento, ne producono altrettanti che verranno poi venduti con il logo del supermercato. Stesso prodotto, stessa qualità, cambia solo il prezzo.
Eppure nessuno si lascia convincere. Sono in pochi quelli che si lasciano convincere da una polo bianca se sopra non vedono il coccodrillino, la coroncina d'alloro o il cavallino. Senza scendere ai livelli più infimi della qualità si trova benissimo lo stesso prodotto a decine di euro di meno, eppure non basta.
La domanda è sempre la stessa, pungente, con la risposta preceduta da una smorfia di fastidio:
"Ma perché hai speso quei soldi che con la metà ti compravi due magliette??"
Quando manca la consapevolezza si ricorre a giustificazioni più o meno originali, divertenti, magari anche impacciate e imbevute di imbarazzo:
"Eh, ma vuoi mettere la qualità??"
Questa è quella che va per la maggiore, perché ci piace mentire a noi stessi ogni tanto, quando non riusciamo ad arrivare all'uva è ovvio che comunque questa sia acerba. Quando guardiamo lo scontrino e leggiamo "Made in China" sull'etichetta la vista si annebbia parlando di qualità ma facciamo in modo che passi tutto in fretta.
Mi sono piaciute le parole di un nostro professore che ha tirato fuori la parola "consapevolezza", per indicare come non servano scuse, non serva parlare di qualità per magliette che costano 80 euro perché sarebbe assurdo immaginare che questa non esista. È in effetti una volta superato questo ostacolo, possiamo dire quello che vogliamo, essere veramente sinceri e alla domanda peggiore rispondere con un:
"Mi piaceva, la qualità è dignitosa, non mi interessa sapere chi e come l'ha prodotta, mi piace soltanto. Provo piacere per quello che evoca quel marchio, mi identifico, sogno, mi piace."
Così è facile. Quando non c'è bisogno di nascondersi dietro a qualcosa le cose vanno davvero molto meglio.
Non mi nascondo neppure io quando compro quello che mi piace, compro un paio di Superga perché le portava anche mio papà quando da giovane giocava a tennis, una polo Ralph Lauren perché mi sta simpatico il marchio, unico vero esempio dell'eleganza americana, mi piace vedere il logo del giocatore di polo a cavallo specie nei modelli con il logo colorato, ho sempre preso iPod perché mi piace la storia di quella mela morsicata, perché forse in effetti il multitouch qualche soldo li vale, ma per ascoltare i propri mp3 basta anche molto meno, ho sempre avuto cellulari Nokia perché il mio primo telefono era di questa marca e da quel momento non ho più cambiato, anche se non ho avuto sempre esperienze positive ma quando qualcosa piace non ci sono molte cose da aggiungere.
Tutto qui. Non è reato farsi trasportare dal fascino che hanno certi marchi, l'identificarsi con un brand che sembra rispecchiare i nostri lati più nascosti, condividere i propri momenti con prodotti che ci piacciono che possono assumere un significato che va oltre il prodotto stesso.
La cosa bella è non avere paura di nascondersi, ammettere i motivi che ci spingono a scegliere un prodotto rispetto ad un altro, questo sì che ci rende diversi.
TPP | Tempo di preparazione post: 50 minuti.
19 agosto 2009
Gin & Titonic | Prova a chiamarli cubetti di ghiaccio se ci riesci
Delle cose importanti molte volte riusciamo tranquillamente a farne a meno, il problema è di quelle superflue. La cosa si complica ancora di più con quelle kitsch.
Questo è uno di quei casi, perché vi avevo accennato a questa faccenda tempo addietro parlando del blog di Jason Amendolara, in cui questo designer proponeva i suoi lavori, in molti casi oggetti comuni che però vengono rivisitati con intuizioni geniali che superano ogni immaginazione.
Da sempre attento al design e alle idee originali e innovative non sono riuscito a resistere quando ho scoperto da Scout questa opera. Inutile nascondersi, l'idea dei cubetti di ghiaccio a forma di iceberg e Titanic ha davvero del maledettamente geniale, davvero perfetti per le nostre bevande più cool, considerando poi il nome "Gin & Titonic" c'è davvero da rimanere incantati da questo gadget che di certo non passa inosservato.
Insomma non sono proprio riuscito a resistere, il solo stare a guardarli mi fa sorridere e non poco.
Per chi volesse comperarli lo si può fare anche online, partendo da questo link.
Questo è uno di quei casi, perché vi avevo accennato a questa faccenda tempo addietro parlando del blog di Jason Amendolara, in cui questo designer proponeva i suoi lavori, in molti casi oggetti comuni che però vengono rivisitati con intuizioni geniali che superano ogni immaginazione.
Da sempre attento al design e alle idee originali e innovative non sono riuscito a resistere quando ho scoperto da Scout questa opera. Inutile nascondersi, l'idea dei cubetti di ghiaccio a forma di iceberg e Titanic ha davvero del maledettamente geniale, davvero perfetti per le nostre bevande più cool, considerando poi il nome "Gin & Titonic" c'è davvero da rimanere incantati da questo gadget che di certo non passa inosservato.
Insomma non sono proprio riuscito a resistere, il solo stare a guardarli mi fa sorridere e non poco.
Per chi volesse comperarli lo si può fare anche online, partendo da questo link.
18 agosto 2009
La canzone della Champions League: Handel "Zadock the priest"
Fin da piccolo mi sono chiesto quale fosse la canzone la canzone che faceva da colonna sonora alle gare di Champions League, una canzone che mi riporta ai vecchi tempi in cui magari seguivo ancora qualcosina di calcio, ma soprattutto a quella finale di Coppa dei Campioni vinta dalla Juventus nel 1996.
Tralasciando i miei ricordi calcistici questa canzone è davvero una di quelle che mi mettono i brividi con la sua solennità, la sua carica. Una canzone perfetta per questa competizione, ma anche per tutte quelle competizioni dove si arriva alla vittoria dopo un lungo percorso.
Passiamo a qualche cenno storico che potrebbe essere interessante. Nato nel 1992 su commissione della UEFA questa canzone è stata composta da Tony Britten seguendo e prendendo spunto da "Zadok the priest" di George Frideric Handel. "Zadock the priest" fa parte di uno dei quattro inni composti da Handel per l'incoronazione di Giorgo II di Gran Bretagna nel 1727 e da quel momento in poi viene suonato ad ogni incoronazione.
Tornando alla sigla della Champions League (ascolta) si può notare dal testo che ben tre lingue fanno parte della lirica, inglese, tedesco e francese, ovvero le tre lingue ufficiali della UEFA ed è cantato dal Coro dell'Accademia di St. Martin in the Fields e suonato dalla Royal Philharmonic Orchestra.
Ceux sont les meilleurs equipes,
Es sind die aller besten Mannschaften, the main event.
Die Meister, die Besten, les meilleurs equipes, the champions.
Les grandes et les meilleurs!
Eine grosse stattliche Veranstaltung, the main event:
These are the men,
Sie sind die Besten,
These are the champions!
Die Meister, die Besten, les meilleurs equipes, the champions.
Die Meister, die Besten, les meilleurs equipes, the champions.
Tralasciando i miei ricordi calcistici questa canzone è davvero una di quelle che mi mettono i brividi con la sua solennità, la sua carica. Una canzone perfetta per questa competizione, ma anche per tutte quelle competizioni dove si arriva alla vittoria dopo un lungo percorso.
Passiamo a qualche cenno storico che potrebbe essere interessante. Nato nel 1992 su commissione della UEFA questa canzone è stata composta da Tony Britten seguendo e prendendo spunto da "Zadok the priest" di George Frideric Handel. "Zadock the priest" fa parte di uno dei quattro inni composti da Handel per l'incoronazione di Giorgo II di Gran Bretagna nel 1727 e da quel momento in poi viene suonato ad ogni incoronazione.
Tornando alla sigla della Champions League (ascolta) si può notare dal testo che ben tre lingue fanno parte della lirica, inglese, tedesco e francese, ovvero le tre lingue ufficiali della UEFA ed è cantato dal Coro dell'Accademia di St. Martin in the Fields e suonato dalla Royal Philharmonic Orchestra.
Testo | Lyrics
Ceux sont les meilleurs equipes,
Es sind die aller besten Mannschaften, the main event.
Die Meister, die Besten, les meilleurs equipes, the champions.
Les grandes et les meilleurs!
Eine grosse stattliche Veranstaltung, the main event:
These are the men,
Sie sind die Besten,
These are the champions!
Die Meister, die Besten, les meilleurs equipes, the champions.
Die Meister, die Besten, les meilleurs equipes, the champions.
17 agosto 2009
Red Carpet Looks/48
Gemma Atkinson
Katy Perry
Kendra Wilkinson
che dire... se non altro ci ha provato...
5 STELLE D'ORO Look superlativo. Niente da dire. Impossibile chiedere di più.
5 STELLE Look perfetto, promossa a pieni voti.
4 STELLE Look ottimo, ma non troppo.
3 STELLE Un buon look, senza infamia né lode, certo si potrebbe chiedere di più.
2 STELLE Non ci siamo proprio, peccato.
1 STELLA Cambiamo pagina, non c'è nulla da fare.
Katy Perry
Kendra Wilkinson
che dire... se non altro ci ha provato...
5 STELLE D'ORO Look superlativo. Niente da dire. Impossibile chiedere di più.
5 STELLE Look perfetto, promossa a pieni voti.
4 STELLE Look ottimo, ma non troppo.
3 STELLE Un buon look, senza infamia né lode, certo si potrebbe chiedere di più.
2 STELLE Non ci siamo proprio, peccato.
1 STELLA Cambiamo pagina, non c'è nulla da fare.
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