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In realtà non c'è una vita spezzata che valga più di altre, un massacro che sia più importante di altri però mi sembra sempre doveroso ricordare questo giorno.Era il 27 Gennaio del 1945 quando i soldati Russi dell'Armata Rossa varcarono le porte di Auschwitz, il più famoso dei campi di concentramento assieme a Dachau. Certo la data è simbolica, alcune truppe sovietiche avevano già liberato altri campi di concentramento qualche settimana prima e non meno importante è quel 29 Aprile in cui l'esercito Statunitense entra a Dachau ma proprio perché è una data simbolica vuole ricordare tutto ciò che ruota di fronte ad uno dei momenti più bui della storia dell'uomo.
Quello che videro i soldati una volta entrati in questi luoghi fu l'orrore. E forse il termine orrore non basta. Rimasero scioccati i soldati che durante il conflitto avevano già visto come l'uomo trattava i suoi stessi simili, come i civili facevano le spese di una guerra che nemmeno conoscevano e che non volevano. Ma non fu sufficiente.
Non era novità che i tedeschi usassero i metodi più incivili dentro i campi di lavoro, e non era novità che i detenuti erano destinati a morte certa con metodi che definire barbari sarebbe un complimento. Ma qualcuno era nel dubbio, speranzoso che tutto fosse stato amplificato ad arte, speranzoso che l'uomo non potesse arrivare a tanto.
L'entrata ad Auschwitz e a Dachau cambiò tutto. Le peggiori atrocità commesse ai danni degli internati si rivelarono agli occhi dei soldati come il più forte dei pugni. Apparve subito evidente non solo il massacro dei prigionieri ma l'accanimento e il disprezzo per i loro corpi come mai era avvenuto prima e ancora oggi trovandosi di frone a talune immagini non si può non provare un brivido, un dolore che dal profondo inizia a fare male.
Nei campi di sterminio vennero usati i prigionieri per condurre gli esperimenti più brutali, agghiaccianti torture dalle quali non vennero risparmiati nemmeno i bambini. Coloro che riuscirono a sopravvivere a questi supplizi camuffati da ricerche mediche, porteranno per sempre quei segni nei loro corpi.
Se questo non fosse sufficiente, purtroppo c'è di più. Molto di più, cose che solo a scriverle mi fanno tremare le mani sopra la tastiera, cose che superano l'umana comprensione. Sarebbe troppo lungo stare qui ad elencare ciò che è uscito dalle menti malvage di certi uomini.
Quello che non è mai abbastanza è ricordare tutte le vittime che l'odio può produrre, non solo durante la Seconda Guerra Mondiale, ma ogni singolo giorno.
Questo post è dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita in questa tragedia causata dalla follia umana, ma anche a tutti coloro che sono sopravvissuti. È dedicato anche a tutti coloro che sono in guerra, che hanno visto la guerra e le cose più raccapriccianti che l'uomo potesse inventare contro la sua stessa razza.
Questo post è dedicato anche a tutti coloro che hanno perso la vita o hanno lottato nei campi di sterminio, in Russia, prima che Auschwitz diventasse famosa, nei campi di concentramento negli Stati Uniti (anche gli americani hanno purtroppo fatto la loro parte nei confronti degli abitanti di origine giapponese che risiedevano nel loro territorio), nell'estremo oriente (dove i Giapponesi si comportavano come i tedeschi con i prigionieri americani), nel resto del mondo e in ogni luogo in cui innocenti civili sono stati uccisi.
Giusto l'ultima segnalazione, uno dei documentari meglio realizzati sull'argomento, "Gli ultimi giorni", ossia le testimonianze di alcuni sopravvissuti a questa tragedia raccolte dalla fondazione sulla Shoah di Steven Spielberg. Documentario un po' forte, non adatto a tutti (ricordo ancora quanto rimasi impressionato la prima volta che lo vidi) ma certe cose non vanno dimenticate.
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