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28 febbraio 2011

Kanye West "All of the lights (feat. Rihanna & Kid Cudi)"

kanye west, all of the lights, cover
Inutile fare presentazioni su Kanye West, quest'uomo viaggia alla velocità della luce e seguirlo per noi umani sarebbe troppo difficile. Io ogni volta rimango senza parole, sia quando si tratta di qualche canzone da lui prodotta e cantata sia quando si deve parlare dei suoi videoclip che sono tutt'uno con i brani.

Questo è uno di quei casi. Parlo di "All of the lights" (ascolta) ultimo singolo di Kanye West, datato 19 Febbraio 2011 (per quanto riguarda la premiere del video), estratto da "My beautiful twisted dark fantasy", ultimo album dell'artista meno commerciale dal solito in cui da spazio a sperimentazioni e osa sonorità sempre nuove.

Questo singolo lo vedete dal titolo vede la collaborazione di Rihanna (onnipresente ormai) e Kid Cudi. Ma soprattutto c'è una piccola cosa che non si nota dal video semi testuale ma che quando ci da dentro con le immagini sbalordisce e non solo per Rihanna.
Provate a dare un'occhiata ai crediti e poi ditemi se non notate qualcosa che sono Kanye West poteva permettersi:
  • Produced by Kanye West
  • Co-produced by Jeff Bhasker
  • Recorded by Andrew Dawson, Anthony Kilhoffer, and Mike Dean
  • Mixed by Anthony Kilhoffer
  • Assistant engineers: Christian Mochizuki, Pete Bischoff and Phil Joly
  • Keyboards: Jeff Bhasker and Mike Dean
  • Piano: Elton John
  • Brass and woodwinds: Danny Flam, Tony Gorruso, and Ken Lewis
  • Horn arrangements: Ken Lewis
  • Engineered by Brent Kolatalo
  • Orchestral arranger and conductor: Rosie Danvers
  • Trumpets: Mike Lovatt, Simon Finch, Andy Gathercole
  • French horns: Tim Anderson, Tom Rumsby, Richard Ashton
  • Trombone: Mark Frost, Philip Judge
  • Flute: Chloe Vincent
  • Violins: Kotono Sato, Jenny Sacha
  • Viola: Rachel Robson
  • Cello: Rosie Danvers, Chris "Hitchcock" Chorney
  • Cello arrangement: Mike Dean
  • Additional vocals: Rihanna, Kid Cudi, Tony Williams, The-Dream, Charlie Wilson, John Legend, Elly Jackson (La Roux), Alicia Keys, Elton John, Fergie, Ryan Leslie, Drake, Alvin Fields, and Ken Lewis
Beh, non vi dirò altro, sono sicuro che starete fissando la lista con occhi sbarrati.

Parlando del video, bellissimo l'intro (che probabilmente verrà molto spesso tagliato, ma non per questo merita di passare inosservato. in bianco e nero, davvero ben fatto, degno di un piccolo cortometraggio.

Scommetto che avete notato anche voi il tatuaggio a forma di pistola di Rihanna...

27 febbraio 2011

iPhone, iPod Touch | Lo sfondo della settimana/4

RAVERS UNITED iPhone4
fonte | flickr
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25 febbraio 2011

Foto | La gatta appollaiata

foto gatto
Giusto il tempo di tirare fuori la macchina fotografica e nemmeno il tempo di mettere bene a fuoco che questa gatta ha preferito cambiare aria. Sono riuscito a farle però uno scatto mentre mi osservava che la inquadravo con la macchina fotografica.

Vi lascio anche il file in una dimensione più apprezzabile di quella che permette il blog. Di seguito quindi trovate il link per poterla scaricare in formato 1920*1080, il formato Full HD che apprezzo sempre e che tra i display si sta diffondendo sempre di più e che spero sia utile anche per voi.

Scarica la foto in formato HD 1080p
(jpg 1.99 MB)

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23 febbraio 2011

Film | "500 giorni insieme". La mia recensione

500 giorni insieme, film, locandina
Ammetto che questo film l'ho guardato solo perché sapevo che c'era Zooey Deschanel, che secondo me potrebbe essere la sosia (in talune pose, non in tutte) di Katy Perry. L'ho vista per la prima volta in "E venne il giorno" e mi ha colpito con i suoi capelli così scuri e i suoi occhi così azzurri, ma soprattutto con la somiglianza con l'altra cantante americana (guarda caso pure Zooey fa la cantante), Questo è tutto. Se non fosse stata per questa attrice avrei completamente snobbato il film.

"500 giorni insieme" (trama!) al di là dei protagonisti, ma forse anche per merito di questi è finito col piacermi, proprio per il modo che ha di raccontare le incertezze e le insicurezze dell'amore, la fragilità dei legami, i diversi punti di vista sull'amore, il non dare mai tutto per scontato.

Ed infatti avevo dato per scontato il finale, ma una volta giunti alla fine sono rimasto un po' spiazzato, e per me un film deve sorprendere, lasciare a bocca aperta, magari evitare di allontanarsi troppo alla realtà. Il rischio è diventare banali, di raccontare una storia di cui nessuno potrebbe sentirne il bisogno, ma non è il caso di questo film che racconta la classica storia d'amore sofferta e felice con uno stile molto veloce, scorrevole, non dimenticando i colpi di scena e qualche imprevisto.

Avrete capito che mi sento di consigliarvelo, non tanto per la storia d'amore ma per come viene raccontata, per i dialoghi sulle coincidenze, sul fato, sul destino, e per i dialoghi che dicono tutto l'opposto. Ascoltandoli bene si riesce ad arrivare alla fine del film e comprendere meglio quello che voleva dire il regista, e che solitamente si vede davvero poche volte.

PS. A proposito di quello che vi dicevo sopra, dai, un pochino non si assomigliano? Se non altro negli occhi, dai...
zooey deschanel, katy perry

22 febbraio 2011

Video | Rihanna "Who's that chick" in 2 versioni il video ufficiale

david guetta, rihanna, who's that chick, copertina
Era uscito qualche settimana fa il video "testuale" di cui vi avevo parlato, oggi invece è il turno di presentarvi il video ufficiale di "Who's that chick" (ascolta). Anzi i 2 video ufficiali, perché questa volta David Guetta e Rihanna si sono sdoppiati, o forse sarebbe meglio dire che Rihanna si è sdoppiata.
Perché mentre il deejay francese nei due video fa la sua comparsa esattamente con un copia e incolla di immagini, Rihanna ha girato sequenze totalmente diverse.
Ne sono quindi uscite 2 versioni, una denominata "Day" (quella ovviamente più colorata e sgargiante) e l'altra "Night", la versione che rimane. Entrambe mostrano la cantante delle Barbados inconfondibile nel suo stile, a volte eccessivo, altre più affascinante. L'unico punto di contatto potrebbero essere le autoreggenti indossate in entrambi i video, più eleganti nella versione Night, in latex quelle della versione Day. Che dire, l'ho già criticata in passato per i suoi look, però al fascino di calze e reggicalze è sempre fatica resistere.
david guetta, rihanna, who's that chick, autoreggenti
Eccola quindi nei due video, e poi in fondo vi lascio al testo della canzone.

21 febbraio 2011

"It's My Party" Amy Winehouse ha ancora qualcosa da mostrare e da farci ascoltare

amy winehouse it's my party cover
Ci stavamo quasi dimenticando di una delle artiste più sregolate degli ultimi anni. Parlo proprio di lei, Amy Winehouse (purtroppo il cognome dice già tutto su alcune sue passioni...) che ritorna in grande stile con la sua voce un po' impastata, stridula, un po' black ma inconfondibile e che a chi l'apprezza piace proprio così.

Per ora non è dato sapere come sia messa con il proprio materiale musicale, ma questa cover dedicata a Quincy Jones (che fa parte di una raccolta di canzoni di Quincy Jones cantate da vari artisti: "Q: Soul Bossa Nostra", si intitola).

"It's my party" (ascolta), prodotta da Mark Ronson, riesce ad unire perfettamente lo stile di Quincy alla voce di Amy. Non ci sono grandissime differenze rispetto all'originale, ma per adesso visto tutte le vicende che hanno coinvolto la cantante ci possiamo accontentare.

Niente video, per la canzone, però intanto potete vedere la cantante nell'ultimo servizio fotografico che ha effettuato. Ok, ci saranno ritocchi vari ma sembra pronta per ritornare sulle scene musicali.

20 febbraio 2011

iPhone, iPod Touch | Lo sfondo della settimana/5

ocean
fonte | flickr
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19 febbraio 2011

Phases, il programma per fotografare la Luna (iPhone, iPod Touch, iPad)

Non ci guadagno nulla, ma quando qualcosa mi piace non rinuncio a scrivere due righe per pubblicizzare qualcosa che mi ha soddisfatto.
Oggi è il turno di Phases, un programma per iPhone, iPod Touch e iPad perfetto per conoscere le fasi lunari ma anche la posizione della Luna nel cielo, nonché gli orari di alba e tramonto (sia della Luna che del Sole).
Speso quei 79 centesimi l'applicazione mi è piaciuta per la sua immediatezza, per una grafica semplice e per una serie di informazioni utili a chi come me ha tentato più di qualche volta di fotografare la Luna.
Il programma è talmente semplice che non servono spiegazioni, in fondo al post trovate alcune schermate del programma che mostrano le varie informazioni per individuare il nostro satellite.

Solo 2 cose meritano un approfondimento perché magari se siete alle prime armi vi troverete un po' spaesati.
La prima è la voce "Altezza". Niente di difficile ma indispensabile per sapere a che altezza si trova la Luna rispetto all'orizzonte. Ovvio che se il numero di gradi ha un segno meno davanti si tratta di un'angolazione "negativa", quindi niente Luna visibile in cielo.
L'altra cosa da imparare e che assieme all'altezza (e magari ad una bussola) vi permetterà di non faticare nelle ricerche è l'Azimut. Sul link trovate una spiegazione migliore della mia, ma in due parole, con l'aiuto di una bussola vi basterà mettervi in direzione dei gradi indicati dall'angolo (misurato in senso orario) dal programma e vi ritroverete con la Luna davanti, in 2 secondi.

Ecco fatto, non mi resta che lasciarvi a qualche schermata del programma, parto da quella più importante, quella che contiene tutte le informazioni necessarie e vi segnalo una cosa che non ho scoperto subito ma quasi per caso.

18 febbraio 2011

Foto | Quando una formica guarda verso il cielo

foto brina erba grass photo
Per la prima volta ho pensato di mettere a disposizione tutte queste foto nel loro formato originale (12 megapixel), per scaricare il file con le foto basta andare alla fine del post. Se la cosa avrà successo la cosa avverrà anche per le prossime foto!

17 febbraio 2011

Cerchi e pallini al posto dei loghi

Unevolved Brand #46
L'idea che ha avuto il tizio di questo sito è davvero geniale, ovvero trasformare i loghi delle aziende più famose in qualcosa che sfruttasse solo la figura del cerchio. Oltre ad un interessante esperimento di design è anche un divertente gioco da fare cercando di riconoscere quale brand si nasconde dietro i pallini.
Anzi, possiamo dire che è una sorta di "indovina la parola 2.0", quel classico gioco che si fa nel tempo libero e dove si mette un trattino al posto delle lettere da indovinare.
Ecco alcuni esempi:

16 febbraio 2011

Oltre ai leggings della Canalis cosa resterà di Sanremo 2011?

elisabetta canalis leggings sanremo 2011 balloMah... l'anno scorso è stato notevole lo strip di Dita Von Teese. Quest'anno ho come l'impressione che i leggings di Elisabetta Canalis, che balla sulle note di "You Never Can Tell" di Chuck Berry imitando Pulp Fiction, saranno tra le cose di cui ci ricorderemo.

Poi per il resto penso che ci sia solo da metterci sopra un velo pietoso perché la prima giornata di Festival l'ho trovata (tra una pausa e l'altra mentre guardavo la Champions League) tristissima.
Pietoso l'inizio con la Clerici e sua figlia che introducevano il Festival, inizio che ha seguito i perfetti canoni della banalità e della facile impressionabilità. Morandi sembrava abbastanza mummificato, le due vallette fortunatamente hanno evitato figuracce ma ho contato una decina di parole a testa. Pensare che non dormivano la notte per quattro frasi... il resto tutto molto scialbo, con Luca e Paolo che ci hanno messo un po' del loro ma tutto sommato senza infamia né lode. Lasciamo stare le canzoni, le solite quattro note messe in croce e una sfilata di cantanti per tutti i gusti. Evito di commentare perché avrei parole dure per tutti.
Faccio solo i complimenti a Max Pezzali, artista di cui non so molto, che apprezzo poco ma che mi sta molto simpatico. Un 10 e lode al suo completo da boscaiolo con il quale si è presentato di fronte all'eleganza e all'ostentazione degli altri. Mitico.

Fatto sta che comunque il Festival di San Remo ha avuto ascolti altissimi, cose che non avrei mai detto, buon per loro. Io mi dissocio.

Finito. Adesso si possono rimettere nell'armadio le statue del museo egizio che occupavano le prime file. Ah, erano persone vere? -_-''

Film | "Avatar". La mia recensione

avatar poster locandinaAlla fine non potevo non trattare questo film. Il più discusso, il più costoso, il film che più ha incassato nella storia del cinema. "Avatar" (trama !).

Non so bene da dove partire perché le cose da dire su questo film sono parecchie anche se non tutte buone. Infatti il film non mi ha entusiasmato moltissimo. Ma questi sono problemi miei.

Il cinema 3D non mi ha assolutamente colpito, non ha suscitato in me quell'interesse che sembra aver contagiato ormai l'intera umanità. Ho avuto occasione di provare le famose tv 3D con i classici occhialini e vedere diversi contenuti, ma il risultato è sempre quello: un effetto di tridimensionalità che però non mi sembra riesca (per ora) a raggiungere risultati veramente esaltanti. Fa piacere notare come le figure in primo piano sembrano "fisicamente" davanti agli altri oggetti, ma l'effetto 3D per ora sembra ancora da migliorare, visto che si nota l'effetto come poco realistico, meno che non guardando gli stessi fotogrammi in 2 dimensioni.

Tornando ad Avatar, giudico la parte 2D, perché mi sono categoricamente rifiutato di andare al cinema per vederlo in 3D. Sull'aspetto tecnico di questo film ci sarebbero un sacco di cose e i molti premi "tecnici" vinti lo dimostrano chiaramente.

Partiamo dagli abitanti di Pandora, i tanto famosi Na'Vi, delle specie di puffi alti 3 metri con sembianze umane. Sinceramente posso apprezzare come il lavoro di digitalizzazione abbia portato a creare dei personaggi creati al computer che praticamente si muovono come persone vere. Però sarebbe bello vedere la tecnica sviluppata da Cameron anche su persone reali, perché effettivamente giudicare qualcosa su cui non si possono fare confronti non è per nulla facile.
Le scenografie del film sono davvero imponenti anche se secondo me in alcuni casi piuttosto forzate. Guardare le scene iniziali del film, in cui si vede dall'elicottero Pandora con le sue foreste, le cascate e le montagne è incredibile. Incredibile perché il grado di verosimiglianza è altissimo, difficile pensare che in realtà quelle montagne sono solo pixel e nulla esiste davvero. Meno accattivante la parte di Pandora dove i protagonisti poggiamo i loro piedi. In questo caso Cameron ha voluto creare qualcosa di totalmente inventato, e l'effetto della computer grafica si nota.
Parlando invece di fotografia (spero di non sbagliare termine), c'è solo da chinarsi di fronte alle riprese e alle inquadrature del film. Anche guardando il film in 2D si nota come le riprese siano create ad hoc per dare l'impressione di entrare dentro al film. Certo non è il primo film che fa largo impiego di tecnologie digitali, green screen e similia (ricordiamo ad esempio "Sin City"), ma riesce a sfruttare ancora di più la libertà di movimento che permette uno scenario digitale. Perché se nulla di quello che si vede esiste nella realtà, muoversi attraverso il nulla dovrebbe essere relativamente semplice. E in Avatar è così, le telecamere si muovono seguendo i protagonisti in un modo che in un film normale avrebbe richiesto un dispendio di risorse troppo elevato.

Per il resto potrei chiudere qui la faccenda perché tutto sommato questo film non mi ha colpito. Non mi ha incuriosito quando è uscito e non mi ha lasciato molto quando l'ho visto. I premi Oscar, dati alla parte tecnica, dimostrano come le sfaccettature di questa pellicola non siano moltissime. Oserei dire che ci si trova di fronte ad una strabiliante concept car, di quelle da lasciare senza fiato per la loro bellezza ma senza motore, quindi un puro esercizio di stile, una dimostrazione di forza che tende a rimanere fine a se stessa.

Certo, con questo film il regista americano ha dato un contributo notevole al cinema 3D, non solo realizzando un film che sfrutta al meglio questa tecnologia ma anche dando un contributo riguardo la tecnologia da utilizzare in futuro per creare film sempre più realistici.
I 6 anni di sviluppo della parte tecnica del film si notano tutti. I 6 minuti per scrivere la sceneggiatura, pure.

15 febbraio 2011

Super Bowl XXL

super bowl 2011
No, non ho sbagliato numero, l'edizione del Super Bowl di quest'anno è la XLV, la quarantacinquesima, intendo dire proprio che il Super Bowl è davvero qualcosa di incredibile. Big, che più big non si può.

Se c'è una cosa che ho imparato è che gli americani fondamentalmente non hanno inventato nulla, hanno una storia piuttosto recente e detto con franchezza a parte gli indiani d'America per il resto non hanno una storia che possa aver lasciato impronte indelebili (tutto è avvenuto negli ultimi 2-300 anni). Quello che però sono riusciti a fare, per potersi distinguere, è di prendere tutto quello che c'è nel resto del pianeta e ingrandirlo a dismisura. Big Apple è chiamata New York, non Apple, perché effettivamente è davvero Big, con la B maiuscola se permettete.

Tornando al Super Bowl, possiamo dire che anche questo non si sottrae alla regola del Big, quel Big che accompagna ogni aspetto della vita di un americano. Big come i sacchetti di patatine da un chilo, come gli hamburger da 6.000 calorie, come la gara di mangiatori di hot dog, come le taniche di latte o succo di frutta da litri e litri (immagino che pure i frigoriferi siano Big).

Quest'anno per la prima volta gli ho dato un'occhiata e nonostante sia abituato a vederne di tutti i colori il Super Bowl ti lascia sempre un po' gli occhi spalancati, un po' incredulo, senza parole.
A partire da quello stadio che per noi è qualcosa di difficile da concepire. Il Cowboy Stadium intanto non ospita partite di calcio, per cui il termine "stadio" già suona strano. Possiamo quindi dire che è una sorta di palazzetto dello sport che ospita eventi sportivi (basket e football) e concerti. Non è il palazzetto tipo Forum di Assago che ospita quasi 12.000 spettatori, stiamo parlando di un "palazzetto" con tetto retrattile che arriva ad ospitare 100.000 spettatori, tanto da avere al suo interno uno degli schermi in alta definizione più grandi del mondo.

Parlando dell'evento, che ho seguito in replica su ESPN America, si possono dire ancora altre parole. Intanto che l'evento in sé dura quasi 4 ore. Gli spot nelle tv americane sono una di quelle cose per cui rimpiangere l'Italia (ricordate che quando in una serie tv vedete quel classico stacco con dissolvenza in nero, e mezzo secondo dopo l'azione riprende di nuovo è perché lì in mezzo ci sarebbe stato uno spot). Certo il Super Bowl è l'evento più seguito negli Stati Uniti ogni anno e quest'anno ha raggiunto la cifra record di 111 milioni di spettatori, ma la quantità di pubblicità (che viene venduta a caro prezzo, con cifre che possono raggiungere i 500.000 euro per 30 secondi) è qualcosa difficile da sopportare.

14 febbraio 2011

Recensione | Tinie Tempah feat. Kelly Rowland "Invincible"

We don’t need no shields,
Love is the armour that we need
tinie tempah, kelly rowland, invincible, cover
Magari non capiterà come per "Barbra Streisand", nessuno vi si avvicinerà cantandovi il motivetto nel tentativo di sapere come si intitola la canzone. Sì, perché nella canzone di Tinie Tempah featuring Kelly Rowland il titolo "Invincible" viene ripetuto 28 volte in poco più i 3 minuti, 29 volte se consideriamo che 1 volta anche Tinie pronuncia il suo "Invin-sibo".

A parte il titolo tormentone "Invincible" (ascolta) è davvero una delle migliori canzoni del momento. Il reppato di Patrick Chukwuemeka Okogwu Jr. (forse è meglio chimarlo col suo nome d'arte) dura giusto quei secondi che non stancano, Kelly Rowland fa il suo gran lavoro, certo canta più o meno sempre il solito ritornello, però lo fa bene. Quello che in inglese viene chiamato chorus ha quel pizzico di romanticismo e di carica che non guasta, con un testo che unito alla melodia accattivante vi rimarrà di sicuro impresso nella memoria, se non altro per la sua semplice efficacia.

Per il resto la canzone cavalca lo stile hip-hop/R&B che va tanto di moda adesso ma che ricorda anche un po' anche "When loves takes over", tastiere, basso e pianoforte ci sono in entrambe e sinceramente non da nemmeno fastidio.

Insomma, guarda caso è anche San Valentino, e questa canzone è stata definita schmaltz-sodden, un termine ebraico che tradotto alla buona, significa più o meno "pieno di sdolcinatezza". Sì, nella canzone ce n'è in dose abbondante ma non necessariamente è una canzone da dedicare a qualcuno in particolare, ma è un po' un inno a sentirsi invincibili, grazie alla forza dell'amore. E quando si parla di amore non c'è San Valentino che tenga.

* Tutte le altre recensioni musicali house del blog

13 febbraio 2011

iPhone, iPod Touch | Lo sfondo della settimana/8

Banksy Balloon Girl
fonte | flickr
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12 febbraio 2011

"Great Migrations" in DVD in edicola

great migrations dvdPiccola segnalazione per chi non avesse visto "Great Migrations", uno dei migliori documentari naturalistici di National Geographic. Non starò qui a narrarvi per filo e per segno l'oggetto del documentario, sul link qualche riga sopra troverete tutte le informazioni a riguardo.

7,90 € per il primo dei 4 DVD di cui la collana si compone. Peccato davvero che non abbia trovato (in edicola s'intende) il documentario in Blu-Ray, sarebbe stata la ciliegina sulla torta, visto che senza HD questo documentario perde molto del suo fascino. Dovremo aspettare il prossimo Marzo, quando il Blu-Ray (in realtà 3 BRD a 44,90€) sarà disponibile su Amazon.

Recensione | Katy Perry "E.T. (Benny Benassi club mix)"

katy perry et cover copertina
Già al tempo di "Celebration" di Madonna avevo capito di che pasta era fatto il deejay italiano, che ormai ha abbandonato parecchio la line ai "Satisfaction".
Con il remix di "E.T." (ascolta il remix | l'originale) Benny Benassi, a parer mio, firma una rivisitazione di questo nuovo singolo di Katy Perry che nella sua versione originale non gode di un ritmo particolarmente accattivante.

Benassi, ci mette un po' di "acido", un beat che sta sulle 136 battute, decisamente veloce, incisivo, con un giro di basso e tastiere che sembra avvicinarsi di soppiatto per poi esplodere durante il primo ritornello. Come per il remix del singolo di Madonna, Benny riesce a mantenere collegati uno stile a tratti "violento" se si considera la musica pop, ma piuttosto commerciale, appetibile al pubblico che si vuole scatenare sul dance floor, senza limitazioni ma che comunque vuole qualcosa da canticchiare.

Questo remix dimostra ancora una volta le abilità del produttore e deejay italiano, una grandissima dimostrazione di come la musica dance può diventare pop senza però rinunciare al suo DNA o scendere a troppi compromessi.

11 febbraio 2011

Un bel po' di foto (ancora nel cassetto) e così poco tempo

Post veloce veloce. Un piccolo teaser come si di usa dire. In questi giorni sono davvero impegnatissimo tra i mille impegni che mi ritrovo, ma nei pochi momenti liberi mi posso dedicare alla fotografia con la nuova fotocamera digitale da qualche settimana nelle mie mani.
Per adesso quindi solo un'anticipazione di quello che vedrete nelle prossime settimane. Restate connessi!

Glee 2 | "Forget You" canta Gwyneth Paltrow

Visto che mi piace Glee.
Visto che mi piace Gwyneth.
Visto che mi piace pure Cee-Lo.
Visto che adesso Glee c'è pure in Italia.
Visto che Fox ha messo il filmato disponibile su YouTube.
Visto tutto questo non potevo tirarmi indietro dal condividere questo video.

Quindi eccovi Gwyneth Paltrow che canta sulle note di "Forget You" (la versione politically correct di "F**k You") di Cee-Lo Green.
Certo, per chi sta seguendo la serie su Italia 1 di tempo da aspettare prima di vedere questa puntata per intero ce n'è per cui ora che la vedranno si saranno dimenticati di questo post che un po' rovina la sorpresa, ma non ho saputo resistere perché le canzoni che vengono cantate in questa serie sono famose e interpretate molto bene, nonché divertenti.

Ecco allora al video della canzone, in cui vedete una Gwyneth Paltrow decisamente inedita, molto spigliata, che canta e balla:

10 febbraio 2011

Remixa "Tutto l'amore che ho". Jovanotti su SoundCloud

jovanotti soundcloud voce remixNon è una novità che "Tutto l'amore che ho" mi sia davvero piaciuta come canzone, ne ho parlato in qualche post addietro. Quello che volevo segnalarvi è un'iniziativa di cui pochi hanno parlato e che rende davvero onore Jovanotti.

Sto parlando del regalo che Lorenzo ha fatto a tutti i suoi fans: ha messo a disposizione di tutti la parte vocale della sua "Tutto l'amore che ho", solo la voce, niente altro, disponibile (gratis!) da scaricare per poterla remixare come meglio si crede.
Basta andare sul profilo di Jovanotti su soundcloud.com, per vedere come il suo singolo sia stato remixato in ogni forma più disparata. Cliccando su questo link potete scaricare la parte vocale della canzone e farci quello che vi viene in mente.

Il bello del sito è che si può scaricare liberamente tutti i remix che trovate. Occhio che liberamente non vuol dire che non siano privi di alcun copyright (una tutela degli autori c'è, anche vostra nel caso doveste inserire un remix), ma se è per uso personale non avrete alcun problema.

Potete tranquillamente ascoltare il materiale, pagine di remix house, tecno, electro ma anche versioni decisamente più pop.
Io vi segnalo quello che più mi ha colpito:
parto con questa versione bossa nova, davvero bella, con sonorità latine che per molti aspetti ricordano alcune canzoni di Pino Daniele. Per rilassarsi è l'ideale.
Per i più malinconici c'è una bellissima versione acustica, con un piano di sottofondo davvero molto struggente e non manca una versione chillout firmata da Max Moroldo.
Non vi segnalo remix house, ce ne sono così tanti che il bello è proprio quello di prendersi qualche minuto per ascoltarli tutti e scegliere quello che più fa per voi. L'unica cosa che voglio farvi notare è un'improbabile versione realizzata unendo Lady Gaga a Jovanotti che merita per la realizzazione.

Anzi, va un remix house ve lo segnalo, una rivisitazione molto semplice, che lascia quasi inalterata la base originale e aggiunge solo alcune sonorità house come percussioni e cassa decisamente più club-like. Da ascoltare proprio per la sua immediata semplicità.

Detto tutto, adesso non vi resta altro che correre a remixare la vostra canzone, sapendo però che dovrete confrontarvi non solo con altri fans, ma anche con nomi come Gabry Ponte, Fargetta, Stylophonic, Prezioso e Marvin!

9 febbraio 2011

Film | "La bella e la bestia" il 3D, Jordin Sparks e come nasce la Pixar

Devo ammetterlo: questo è uno dei miei film che da piccolo avrò guardato un'infinità di volte, tanto che conoscevo a memoria le battute e non mi pento nemmeno un po', perché film come questi la Disney ne ha sfornati davvero pochi, canzoni come il tema principale del film ancora meno.

Si perché inizio a parlarvi proprio del tema musicale del film, intitolato "Beauty and the beast" (versione durante il film | versione titoli di coda), penso una delle migliori canzoni Disney, che non a caso fa da colonna sonora anche ad una delle scene più belle del cartone animato, inutile che ve lo spieghi, ma il film ha 20 anni e quindi i più giovani probabilmente non l'avranno nemmeno mai visto.
Beh, la scena quella che potete vedere nel link sopra, ovviamente nella versione "durante il film" che è cantata da Angela Lansbury, quella in cui Belle e la Bestia ballano nel magnifico salone del castello, accompagnati dalla teiera più famosa della Disney, Mrs. Potts.
In realtà il tema centrale del film è declinato in due versioni, tra cui, quella più famosa che sicuramente ricorderete essere cantata da Céline Dion e che fa parte dei titoli di coda. È incredibile ma è proprio grazie a questa canzone che la famosa cantante canadese raggiunge il successo internazionale e si aggiudica il suo primo premio Oscar grazie al duetto con Peabo Bryson. Nell'edizione italiana il duetto finale, è cantato da Gino Paoli e dalla figlia Amanda Sandrelli.

La notizia sulla versione 3D del film non merita approfondimenti, se non per la data d'uscita prevista per il 14 Febbraio 2011, in Disney Digital 3D. Per ora potete comunque gustarvi l'edizione limitata Diamond che include il Blu-Ray con il film rimasterizzato ed in Alta Definizione e 2 DVD. Per coloro che non vogliono dimenticare questo film e goderselo in HD.

Curiosità. Tornando indietro alla scena in cui la Bella e la Bestia ballano nel salone del castello ci sarebbero un paio di cose curiose da dire. La prima è che questo cartone del 1991 include la prima scena creata al computer inserita in un cartone animato ed il risultato, per l'epoca ma anche oggi, è davvero spettacolare. I movimenti della videocamera nell'ambiente creato in 3D lasciano a bocca aperta come mai era successo in un film Disney.

Questa scena possiamo definirla come un piccolo mattoncino nella storia della Pixar. Inizialmente fu creata da George Lucas come divisione per gli effetti speciali 3D da utilizzare nei suoi film. In realtà Lucas video il futuro, ma fu addirittura troppo avanti, infatti con i mezzi dell'epoca quello che si poteva realizzare era giusto qualche scena in computer grafica da utilizzare come contorno, proprio come avviene nella scena del ballo in "La Bella e la Bestia".
A spingere la Pixar fino ad oggi sono stati principalmente due persone, Steve Jobs e John Lasseter. Il primo, capo di Apple, intuì subito le potenzialità di quella piccola divisione per la grafica computerizzata, alla metà degli anni 80 Jobs eliminò la parte che si occupava di hardware (si inutisce come non potesse sfidare l'hardware Apple) e piuttosto indirizzò la compagnia verso la parte software. Lasseter invece è stato il primo uomo che iniziò a mettere le mani sui computer e pur avendo poche conoscenze in merito diede il via ad una serie di progetti interamente creati al pc, in realtà si trattava di cortometraggi che nonostante i successi nessuno pensava di trasformare in film veri e propri.

La Disney faceva pressione a Lasseter per poterlo riavere tra i suoi dipendenti, lasciando stare il 3D o utilizzarlo al massimo per qualche scena (se fate case anche in "Aladdin" e in "Il re Leone" compaiono scene realizzate al computer), quello che loro volevano da Lasseter era un cartone animato ma non era quello che Lasseter voleva. Propose così alla Disney di lavorare con loro solo a patto di poter utilizzare la grafica tridimensionale. A sorpresa (e visti anche i precedenti cortometraggi) Disney accettò e rilanciò con la sfida di creare un film vero e proprio, un'ora e mezza al posto dei classici cortometraggi realizzati fin ora.

Fu così che nel 1995 nacque "Toy Story", una scommessa vinta fin dai primi giorni di proiezione ma che non sarebbe mai esistita senza la caparbietà e la lungimiranza di certe persone e nemmeno senza quello spirito di fare le cose così, guardando semplicemente al futuro e tuffandosi ad occhi chiusi.

Si tuffò George Lucas che intuì che i computer avrebbero potuto aiutare negli effetti speciali ma non sapeva bene quanto.
Si tuffò Jobs che vide la neonata divisione di computer grafica come un'azienda che poteva avere enorme potenziale.
Si tuffò John Lasseter che rimase affascinato da quegli oggetti in 3D dietro ad un monitor e li sognava dietro ad un televisore.

Se qualcuno non l'ha già fatto ci si potrebbe scrivere un libro, è davvero una bellissima storia.

L'ultima cosa riguardo l'argomento principale, è la cover di "Beauty and the Beast" realizzata da Jordin Sparks, che potete ammirare qua sotto, in chiave più moderna e R'n'B:
jordin sparks, beauty and the beast
Chi l'avrebbe mai detto che una cantante del calibro di Jordin Sparks realizzasse una cover di una canzone di un cartone animato,eppure... Certo che però confrontata con quella di Céline Dion (ascolta) non ci sono paragoni, l'originale rimane sempre l'originale.

Ultimissima cosa che unisce gli appassionati di moda a quelli di questo cartone animato, magari magari non tutti sanno che Vogue ha dedicato un servizio fotografico al lungometraggio Disney, con protagonista Drew Barrymore.

Ok amici, siamo giunti alla fine e ho detto quanto più possibile su questo cartone animato. Mi sento un po' vecchio pensando che questi film ha 20 anni, sembrava ieri quando il sabato pomeriggio tiravo fuori la videocassetta e mi mettevo davanti alla tv, le bambine a carnevale avevano il vestito da principessina e si ballava imitando il cartone animato.

Bene, adesso è meglio che vada a controllare quanti capelli bianchi mi sono spuntati dopo questo viaggio nel passato!

8 febbraio 2011

Statistiche | Il 2010 in cifre

Come ogni anno non si può non dedicare uno spazietto alle statistiche riguardo le visite su questo blog, non solo a scopo puramente illustrativo ma soprattutto per ringraziare voi lettori che visitate questo blog e lo rendete importante per me.

Partiamo dal grafico che mostra le visite totali del 2010, numeri davvero impressionanti, con una media di visite giornaliere che è davvero incredibile, sintomo che gli articoli vengono letti da sempre più persone. L'andamento potete ben vedere come è generalmente crescente, con una vera e propria spinta verso la metà dell'anno. Anche un mese solitamente tranquillo come Agosto quest'anno ha tenuto botta, registrando un numero di visite simile a quello di Giugno.

Proseguiamo con qualche altro dato:

7 febbraio 2011

Il pesce-gelatina: la Medusa

jellyfish
Rimango sempre affascinato dalla lingua inglese e da come vengono tradotti molti termini: uno di questi è la loro traduzione di medusa, ossia jelly fish, che letteralmente sta per pesce-gelatina. Sì, perché jelly indica proprio la gelatina, quella usata per le caramelle gommose che vengono chiamate jelly candy.

Fa sorridere quindi con quale semplicità abbiano unito due termini per crearne uno che potesse descrivere cos'è una medusa, e non hanno tutti i torti visto che questi animali sono costituiti per il 98% di acqua.

Io rimango sempre affascinato da questi animali, ma nutro anche un certo senso di inquietudine e paura dopo aver avuto qualche esperienza non troppo piacevole. Nei documentari sembrano animali provenire da un altro pianeta, tante volte si rimane incantati di fronte a questi celenterati che fluttuano nell'acqua ma quando li si incontra in acqua si provvede subito ad allontanarsi al più presto.

In ogni caso alcune meduse non sono pericolose.

6 febbraio 2011

iPhone, iPod Touch | Lo sfondo della settimana/9


fonte | flickr
sul link sopra altri sfondi dello stesso autore

4 febbraio 2011

Le disfatte celebri nella storia

Ogni tanto tra lavoro, vita privata, studio ho i miei momenti di gloria. Ma anche momenti decisamente meno brillanti. Momenti in cui il termine "disfatta" si adatta perfettamente all'occasione.

Idee geniali, menti brillanti, piani architettati in maniera impeccabile, progetti audaci e folli, delimitati da una linea sottile sottile, quella che separa un'impresa storica da una disfatta memorabile.
Momenti di gloria tramutati in veri e propri incubi, disastri ricordati ancora oggi.

Ecco quindi le disfatte più celebri delle storia, perché non siete soli ma qualcuno magari l'ha combinata più grossa di voi.

Viaggio inaugurale del Titanic, l'Inaffondabile
titanic

3 febbraio 2011

Video | David Guetta & Rihanna "Who's that chick" come "Forget You"

Pare che questo genere di video stia prendendo piede, se non altro come video "provvisorio" in attesa di qualcosa di più ufficiale. Sì, detto così senza presentazioni non è facile capire ma facciamo un po' ordine.

Intanto vi posso dire che sto parlando di quel genere di video musicali che non contengono un vero e proprio video, ma che son costituiti dal testo della canzone. Le varie parole che vanno a comporre il testo beneficiano di effetti grafici divertenti e veloci in modo da sembrare una sorta di video karaoke però non troppo noioso.

Il primo esempio, "F**k You", di Cee-Lo Green è un esempio chiaro e lampante di quello che ho tentato di spiegare in maniera goffa. In questo caso il video "testuale" è apparso sul web giusto per incuriosire i fan e dargli la possibilità di ascoltare la canzone.
Ecco quindi il video, che a me piace molto, la grafica è 2D, non so ma ha quel ché di stile semplice, un po' web 2.0 ma allo stesso tempo elegante e divertente.

2 febbraio 2011

Serie TV | "Boardwalk Empire". Quando l'alcool fu messo fuorilegge, i fuorilegge divennero i re.

boardwalk empire, poster
Quando ho iniziato ad incrociare le prime pubblicità mi sono subito incuriosito e non sarebbe una novità, visto la mia passione per epoche storiche del passato. "Boardwalk Empire" si presenta come uno spaccato degli anni '20, tra proibizionismo, corruzione, belle donne e malavita.

In realtà la serie tv prodotta da HBO e da Mark Wahlberg con Martin Scorsese è molto di più di uno spaccato, è una vera e propria voragine che riesce ad inghiottirti fin dal primo minuto e a farti entrare in un periodo storico rimasto nell'immaginario collettivo come il periodo in cui iniziava l'epopea dei gangster.
Si parte con uno Steve Buscemi davvero superlativo, tesoriere corrotto che non rinuncia ad usare ogni mezzo in suo potere per mantenere il controllo sulla "sua" città e su i suoi affari. Si finisce con tutta una serie di personaggi che gli girano attorno, che si scontrano con lui e che entrano a far parte del suo entourage. Martin Scorsese si sa non lascia nulla al caso e in questa serie si vede il perfezionismo del regista che ha voluto creare una Atlantic City curata nei minimi dettagli. È davvero un piacere per gli occhi: abiti, usi e costumi, insegne, abitazioni, nomi tutto riporta a quell'epoca in cui la lotta contro l'alcol era l'argomento principale, ma poi nella realtà avveniva tutt'altro.

1 febbraio 2011

Foto | Woolrich Polar Parka. La rivisitazione dell'Arctic Parka

woolrich polar parka
Alla fine ho ceduto, non ho saputo resistere e quest'anno per la stagione invernale visto che la scelta di un piumino era obbligata ho optato per il più classico dei giacconi, ma senza rinunciare ad un pizzico di originalità. Niente Arctic Parka, il piumino più famoso di Woolrich, ma Polar Parka.
Sì, perché questa nuova versione, nient'altro è che una rivisitazione del cavallo di battaglia di Woolrich, da parte di Daiki Suzuki, designer della prima linea di Woolrich, ossia Woolen Mills. Daiko ha così ridisegnato le linee della giaccia usata dagli operai che costruirono l'oleodotto lungo l'Alaska negli anni '70, rendendola ancora più semplice, aggiungendo un pizzico di eleganza in più senza rinunciare alla praticità che ha reso il modello d'origine tanto famoso.

Caratteristiche distintive di questo modello, limitato alla collezione che celebra il 180esimo anniversario di Woolrich, sono: la sua lunghezza che permette di indossare anche una giacca elegante sotto, l'imbottitura di piuma d'oca, le tasche per le mani rivestite in un pratico tessuto che evita i guanti, i due tasconi per i vari oggetti da portare sempre con sé e, infine, il cappuccio con il bordo in pelliccia di coyote, removibile.
Per rendere la giacca non solo esteticamente più slanciata ma anche più calda una cintura interna che lega la giacca alla vita evitando ancora di più le dispersioni di calore o che il freddo entri.
Come contorno a tutto questo il rivestimento 60/40, ossia cotone unito ad un particolare filato rivestito in teflon (denominato appunto Tactel) e il rivestimento in Cordura dell'avabraccio, un tessuto sviluppato in ambito militare dopo gli anni '30 e durante la II Guerra Mondiale.

Concludendo dopo averla provata anche con il vento gelido dei giorni passati, posso dire che il giaccone fa il lavoro per cui è stata progettata. Ripara dal freddo e dal vento come davvero pochi altri indumenti. Inutile parlare di costi e prezzo, su internet si trova già abbastanza e questa non è la sede più adatta; certamente è commisurato all'esclusività del prodotto, ai materiali utilizzati e anche al fattore "celebrità" che lo ha reso tanto famoso negli anni.

Indicazioni e curiosità. In realtà questa serie di foto spero vi sia utile anche per chi volesse acquistare qualche modello analogo e non volesse trovare brutte sorprese. Si sa che la contraffazione è piuttosto ampia in questo settore e quindi è doveroso controllare nei dettagli quello che si compra.
Un'altra cosa da dire è la strana abitudine di Woolrich di posizionare il cursore (la parte che "si tira su", per dirla in termini semplici) della cerniera a destra per quanto riguarda i modelli maschili e viceversa per quelli femminili. L'esatto contrario di quanto succede con le giacche prodotte in Europa. Un piccolo vezzo che non disturba ma che all'inizio vi costringerà a qualche tentativo e ad un po' di abitudine.