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22 giugno 2011

Film | "Forrest Gump". La mia recensione

Nella mia collezione dei 10 film preferiti di sicuro questo film ne farebbe parte. L'ho rispolverato qualche giorno fa per dargli un'occhiata ed è sempre come la prima volta. Si rimane ad ascoltare le vicende narrate da Forrest con la sua ingenuità e si resta a bocca a aperta.

Perché penso che in effetti tutti vorremmo essere, anche per un solo giorno Forrest Gump, un ragazzo che a causa di un problema intellettivo risulta essere decisamente meno perspicace rispetto ai ragazzi della sua età. Ma è proprio questo che lo salva, che lo fa diventare un eroe e un miliardario. La cosa non salva Forrest dal diventare adulto ed assistere ad eventi infelici che lo renderanno molto triste, ma lo porta lo stesso a crescere. A modo suo. Vedendo le cose con i suoi occhi, guardando un mondo in cui esiste solo il suo grande ed unico amore e le promesse.
Tante volte sarebbe bello, svegliarsi, e vedere solo il bello del mondo, mettere tutto quello che non va bene e seguire la propria strada pensando solo all'amore e ai rapporti con gli amici o con l'amore della propria vita, con quel pizzico di ingenuità che solo Gump riusciva ad avere.

Il film per me rimane un capolavoro di proporzioni inaudite, non solo per la storia raccontata ma per i fatti che accadono e che sono accaduti per davvero. Nel film non sembrano comparire effetti speciali degni di Hollywood, quelli che tutti cercano nei film oggi, ma il film ha vinto lo stesso questo Oscar nel 1995 proprio per il modo in cui questi effetti speciali sono stati usati. Per la prima volta gli effetti speciali hanno permesso di inserire Forrest Gump in veri filmati d'epoca rendendo ancora più plausibile la storia di questo personaggio.
A questo ci si aggiunge come nel film il protagonista prenda parte (sempre casaualmente e con ingenuità) a vicende che molta gente ha vissuto in prima persona o che hanno comunque avuto una certa rilavanza mondiale. Così Forrest insegna per caso ad Elvis Presley i suoi famosi passi di danza, esce quasi incolume da una delle guerre peggiori che l'America abbia mai visto: quella del Vietnam, è responsabile dell'avvicinamento tra Stati Uniti e Cina grazie al ping pong, diventa miliardario grazie ad una "certa azienda di frutta": la Apple Computer, scopre il celebre scandalo Watergate, stringe la mano a svariati presidenti degli U.S.A., assiste alla storia integrazione razziale tra studenti bianchi e studenti di colore nell'università americana, diventa motivatore spirituale di centinaia di persone grazie alla sua voglia di correre e inventa slogan e t-shirt famose.

Insomma Forrest è protagonista di 30 della storia degli Stati Uniti come probabilmente nessuno abbia mai fatto ed è proprio questo assieme alle sue difficoltà cognitive che l'hanno reso famoso. C'è solo una cosa che effettivamente non è mai esistita ma che Gump ha fatto nel film: ovvero diventare famoso con la sua "Bubba Gump Gamberi Corporation", una delle società di gamberi più famose d'America ma che in realtà non è mai esistita. Per lo meno non prima dell'uscita del film. Per il resto quello rimane uno dei punti più belli di film, la sua amicizia con Bubba, il suo unico "amico buono" come lo definisce Gump, che altro non è che un soldato afflitto da un labbro inferiore un po' pendente (Bubba si autodefinisce dicendo che "è nato con le gengive grosse") e da un'intelligenza non proprio straordinaria. Ed è forse proprio questo che lega i due soldati e permette a Gump di diventare un pescatore di gamberi una volta congedato dall'esercito, cosa che cambierà completamente la sua vita.

Al contrario de: "Il curioso caso di Benjamin Button" questo film si piazza decisamente qualche gradino sopra, e seppur duri più di due ore è densissimo di avvenimenti che difficilmente annoiano lo spettatore ed ogni volta mi tiene incollato allo schermo pur avendolo già visto un sacco di volte. Tom Hanks in questo film è straordinario ed è il film definitivo che lo incarna come star di Hollywood, addirittura ottiene il premio Oscar come miglior attore protagonista per il ruolo di Forrest Gump nonostante l'anno precedente abbia ottenuto lo stesso premio per il suo ruolo di protagonista in "Philadelphia".

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