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21 maggio 2013

FIlm | "Diaz - Don't clean up this blood". Recensione


Parlare di certi film è sempre piuttosto complicato, anzi, parlare proprio di queste vicende credo sia molto difficile. Pur misurando ogni singola parola si finirebbe comunque per non esprimere al 100% quello che si vorrebbe dire o di venire travisati. Oltretutto le implicazioni politiche sono dietro ogni virgola.

Sto parlando, ovviamente, di "Diaz - Don't clean up this blood", film del 2012 di Daniele Vicari, che narra con uno stile quasi da documentario ciò che Wikipedia tratta in "i fatti della scuola Diaz" e "i fatti della caserma Bolzaneto". Come sono andate le cose oramai è piuttosto chiaro, ci sono voluti anni ma alla fine si è palesato l'orrore del massacro di 93 persone dentro la scuola e per alcuni anche durante la permanenza in caserma.

A parte tutto questo, guardare questo film è davvero un pugno allo stomaco, si fa fatica a credere a quello che scorre sulla pellicola ma purtroppo è tutto vero e ciò rende ancora più difficile da digerire le immagini.

Non credo occorra entrare troppo nel merito della faccenda, di chi ha provocato per prima, di chi avesse ragione, rimane soltanto una delle pagine più buie della storia italiana.

2 maggio 2013

Tamron SP 24-70mm f/2.8 Di VC USD | Scarica la batteria

Breve articolo per parlare di un problema piuttosto fastidioso che affligge uno degli ultimi arrivati in casa Tamron, il famoso SP 24-70mm f/2.8 Di VC USD, uno dei migliori obiettivi Tamron che abbia mai provato (ne ho già parlato qui). Purtroppo alcuni esemplari di questa lente non sono compatibili con alcune recenti reflex Canon e causa un problema piuttosto noioso: scarica la batteria della reflex in poche ore, talvolta bastano anche meno di 24 ore per trovare la macchina completamente senza carica. Non è un problema gravissimo ma costringe ad accorgimenti poco naturali, si rischia di preparare la borsa per il giorno successivo, andare a dormire e la mattina trovarsi con la macchina scarica.
Ho dovuto fare un po' di ricerche e dopo ore passate su Google, forum italiani e stranieri ho trovato un po' di cose, che condivido perché magari potrebbero essere utili.
Le reflex Canon che soffrono di questo problema (con l'obiettivo, infatti il difetto è della lente non della macchina) con questo obiettivo sembrano essere due:
  • Canon 6D
  • Canon Rebel T4i/ Canon 650D
Della seconda macchina ho trovato notizia solo per quanto riguarda il modello americano, ma è probabile che in Italia in troppi pochi hanno accoppiato questa macchina non full frame con un obiettivo realizzato principalmente per il pieno formato.
Ho poi cercato anche informazioni riguardo il numero seriale dell'obiettivo, visto che sembra che solo i primi esemplari prodotti hanno questo problema. Si può affermare quindi che gli obiettivi difettosi siano quelli con serial number inferiore a 0175xx. Tutti i modelli che hanno un numero maggiore di questo non hanno alcun difetto.

Tamron USA ha riconosciuto il problema e in una decina di giorni cambia l'obiettivo a chi ne avesse bisogno, in garanzia. In Italia sto sperimentando personalmente la cosa.
In Italia l'importatore ufficiale Tamron è Polyphoto ma potete rivolgervi a loro solo nel caso trovaste il loro tagliando nella confezione, cosa che non è avvenuta con Amazon visto che l'obiettivo è importato. Così mi sono rivolto direttamente ad Amazon.
  • 25/01/2013 Ho chiamato l'assistenza Amazon per avere informazioni e con una gentilezza e disponibilità alla quale non sono più abituato mi hanno detto che provvedono entro un paio di giorni lavorativi (quindi non prima di Martedì 29/01) ad informarmi se in magazzino hanno obiettivi più recenti con il quale sostituirmi la lente difettosa, altrimenti vedranno di valutare il rimborso.
  • 28/01/2013 Con un giorno d'anticipo Amazon mi manda una mail dicendomi che non può controllare i numeri di matricola degli obiettivi a magazzino. Nella mail include direttamente le modalità di reso e rimborso. Vado sul sito del corriere scelto da Amazon e compilo il modulo per il ritiro con i dati forniti da loro. Il ritiro è per il giorno successivo.
  • 29/01/2013 Ritiro effettuato da parte del corriere, adesso non resta che attendere che Amazon riceva il pacco.
  • 31/01/2013 Pacco consegnato ad Amazon secondo il tracking del corriere.
  • 04/02/2013 Ricevo una email di Amazon che mi notifica che hanno ricevuto il pacco.
  • 05/02/2013 Ultima email di Amazon con la notifica di avvenuto rimborso. La situazione si può dire conclusa. Ancora una volta bisogna inchinarsi di fronte alla professionalità e al servizio di assistenza di Amazon Italia. Non solo hanno risolto la questione in poco tempo (10 giorni esatti), ma hanno provveduto a mandarmi le etichette prepagate per inviare il pacco, mi hanno fornito tutte le istruzioni dettagliate per contattare il corriere e non ho dovuto spendere un centesimo di telefonate: infatti sul sito c'è la possibilità di contattarli ed essere richiamati.
Per ora ci fermiamo qui, ma vi terrò aggiornati sulla questione...

PS. Leggendo forum americani sembra che la questione sia puramente di firmware, tanto che alcuni che hanno inviato in assistenza l'obiettivo hanno ricevuto indietro sempre lo stesso, con il medesimo numero di matricola ma senza alcun problema. Segno che basta un semplice aggiornamento firmware senza dover mettere mano alla componentistica interna (che talvolta è troppo complessa per essere sistemata, motivo per cui viene cambiato direttamente tutto l'obiettivo).

[AGGIORNAMENTO] Piccola premessa. Dopo aver restituito l'obiettivo ad Amazon ed aver ricevuto indietro i soldi, sono andato in un negozio della mia zona per prendere questo obiettivo da una "persona fisica", in modo da semplificare le procedure nel caso di problemi. 
Inizio facendo un colpo di telefono, spiego il problema e il venditore cade dalle nuvole (comprensibile). Quando però accenno che conoscendo il numero di matricola tutto si risolverebbe in fretta mi viene detto che il problema non esiste e che sui forum in internet qualcuno avrebbe scritto di tale problema solo per danneggiare Tamron (molto meno comprensibile).
Sapendo come sarebbe finita la cosa comunque decido di andare in negozio a prenderlo, perché comunque per lavoro non potevo fare a meno di un obiettivo del genere.
L'obiettivo ha un numero di matricola precedente a quello comperato su Amazon e ha lo stesso difetto (incredibile vero???). Chiamo e di nuovo mi viene detto che per loro la cosa è davvero strana, che hanno anche fatto delle prove (cosa ancora più strana, ma vabbè, non posso mettere bocca su questa cosa) e non hanno riscontrato nulla. In ogni caso si sono comunque dimostrati disponibilissimi a mandare in assistenza l'obiettivo.

  • 12/04/2013 Porto l'obiettivo Tamron nel negozio in cui l'ho comperato per essere mandato in sede centrale a Milano, la famosa Polyphoto. Tempo stimato, non meno di 20 giorni.
  • 29/04/2013 Chiamo per sapere come era messa la riparazione dell'obiettivo e scopro che non solo è già ritornato in negozio ma che è stato sostituito con un esemplare nuovo. Questa volta numero di matricola 024xxx. Il numero non delude, l'obiettivo non solo funziona in maniera ottima (lo faceva già prima) ma non scarica la batteria. Installato in tarda mattinata, la sera non aveva fatto scendere l'indicatore di batteria nemmeno dell'1%. 
Alla fine tutto si è risolto, segnalo giusto questo topic su Canon Club Italia, che ho aperto io stesso e che conferma il problema. Partito un po' a rilento nelle ultime settimane ha raccolto un po' di opinioni di altri sfortunati clienti.

PS. Sono io diffidente di mio, e quando guardo quelle 5 lettere che formano la parola "Google" già mi prudono le mani. Ma dico, cari negozianti, fare una ricerchina su questo fantastico motore di ricerca quando qualcuno ti mette la pulce nell'orecchio no? Alla voce "tamron 24-70 battery drain" sarebbero venute subito fuori le pagine di coloro che lamentavano il problema negli Stati Uniti.

7 marzo 2013

Calendario Formula 1 SKY/RAI. I GP in diretta e in differita

Mi riferisco allo spot che sta girando in questi giorni sui canali RAI e che riguarda la nuova stagione della Formula 1 per precisare una cosa: "in chiaro" non significa "in diretta", infatti verso la fine dello spot viene specificato che si tratta di 9 Gran Premi in diretta, per gli altri 10 occorrerà avere SKY per vederli in diretta, altrimenti avendo la pazienza di aspettare almeno 3 ore potrete vederli in differita su Rai 1.

Ecco quindi un calendario riassuntivo dei Gran Premi di Formula 1 per questa stagione 2013, sono specificati quelli che verranno mostrati in diretta anche su RAI 1, mentre SKY li trasmetterà tutti in diretta con un canale dedicato.


  1. 17 Marzo: Australia, Melbourne
  2. 24 Marzo: Malesia, Kuala Lumpur
  3. 14 Aprile: Cina, Shanghai (anche su RAI 1, in diretta)
  4. 21 Aprile: Bahrain, Sakhir
  5. 12 Maggio: Spagna, Barcellona (anche su RAI 1, in diretta)
  6. 26 Maggio: Monaco, Monte Carlo 
  7. 9 Giugno: Canada, Montreal (anche su RAI 1, in diretta)
  8. 30 Giugno: Gran Bretagna, Silverstone
  9. 7 Luglio: Germania, Nurburgring
  10. 28 Luglio: Ungheria, Budapest (anche su RAI 1, in diretta)
  11. 25 Agosto: Belgio, Spa-Francorchamps
  12. 8 Settembre: Italia, Monza (anche su RAI 1, in diretta)
  13. 22 Settembre: Singapore (anche su RAI 1, in diretta)
  14. 6 Ottobre: Corea del Sud, Yeongam
  15. 13 Ottobre: Giappone, Suzuka (anche su RAI 1, in diretta)
  16. 27 Ottobre: India, New Delhi
  17. 3 Novembre: Abu Dhabi, Yas Marina.
  18. 17 Novembre: USA, Austin (anche su RAI 1, in diretta)
  19. 24 Novembre: Brasile, San Paolo (anche su RAI 1, in diretta)
Volevo trovare qualche aspetto positivo del fatto che un GP venisse trasmesso in differita, ma l'unica cosa che mi è venuta in mente è che per alcune gare il fuso orario potrebbe essere scomodo, con qualche ora di differita la situazione potrebbe essere più "accettabile", non costringendo gli appassionati ad alzatacce mattutine. In realtà questo avviene solo per una gara, quella del Giappone (che comunque in diretta sarà alle ore 8, quindi nemmeno troppo presto).

Su Digital-Sat un interessante articolo ripercorre le tappe della F1 in tv mettendo in luce come i costi sempre crescenti stiano portando questo mondo sempre più nelle pay tv (ad esempio in Francia la Formula 1 non sarà in chiaro, ma solo su pay tv).

23 febbraio 2013

A volte ritornano, il mio caro Nokia, ad esempio

nokia 6680 bokeh

Vi ho già scritto che il mio Salsung Galaxy S3 è stato colpito da morte improvvisa (suddent death, come lo si trova su Google), ho quindi dovuto trovare un sostituto. Non è stato immediato perché intanto quando si è rotto il telefono ero a letto con 38 di febbre, perché giustamente le "disgrazie" (tra virgolette perché ovviamente ci sono cose ben peggiori rispetto alla rottura di un cellulare) non vengono mai sole.
Il primo passo è stato quello di usare il primo telefono immediatamente disponibile nelle vicinanze, anche se con una SIM che non era la mia. Dopo di ché ho portato il telefono in assistenza e comperato un adattatore da micro SIM a SIM "normale" e ho rispolverato il mio vecchio Nokia 6680.

Diciamo che il fatto di essere passato da Vodafone a TIM mi ha aiutato parecchio, perché stare 3 settimane senza poter usare Whatsapp mi ha costretto a mandare un bel po' di sms. Fortunatamente TIM ne offre 1000, verso qualsiasi operatore, per cui è andato tutto bene, dopo 3 settimane ne avevo mandati poco più di 500.
Per il resto mi sono adattato e mi sono abituato ad essere un po' meno connesso. Dopo qualche giorno si intuisce che un sacco di cose che facciamo non sono strettamente necessarie, non sono nemmeno utilissime, seppur piacevoli.

  • Non serve condividere la propria posizione su Foursquare, magari non guadagnerete punti ma comunque non avreste vinto nulla lo stesso.
  • Non serve scrivere quello che si sta facendo su Facebook ogni 5 minuti, agli altri può interessare, ma anche no. Vedrete che vivranno lo stesso.
  • Non serve condividere quello che state per mangiare su Instagram. Può essere divertente ma non è indispensabile. Se proprio uno vuole si può fare una foto con una macchina fotografica migliore di quella del cellulare e vedrete che i vostri follower apprezzeranno lo stesso.
  • Non serve girare un video sgranato, mosso e mezzo buio delle vostre performance durante l'aperitivo in discoteca. Non guarderete mai quel video e spesso ci sono fotografi che lavorano per immortalare quei momenti.
  • Non serve stare 24 ore al giorno attaccati alle cuffie ad ascoltare la vostra musica. Indubbiamente è bellissimo ma ogni tanto fatevi una passeggiata, ascoltate i "suoni" del vostro paese, della vostra città, ascoltate la gente. Fatevi due passi in campagna e scoprite che c'è molto da ascoltare anche senza cuffie.

Certo, ci sono anche molte cose per cui uno smartphone può essere molto utile, ma ho piacevolmente scoperto che non è impossibile vivere senza anche se adesso che è tutto finito e ho di nuovo il mio Galaxy S III tra le mani posso tirare un sospiro di sollievo.

PS. Non ho la più pallida idea di cosa pensino i geni del marketing Vodafone, ma a me sembra in caduta libera. Mi hanno contattato per darmi una promozione che offre meno cose rispetto a TIM e che costa un euro in più. Addirittura propongono di passare a Vodafone con una loro promozione per 6 mesi e poi di ritornare a TIM. Vodafone Unlimited è (forse) unlimited ma quello che ci vogliono sono soluzioni "tutto compreso", non piani dove oltre al limite di 200 minuti di telefonate si aggiunge 1 euro alla prima telefonata del giorno (che a fine mese fanno 30 euro, mentre con altri operatori se non si supera il limite imposto non si paga nulla se non il canone mensile).
Non commento e non aggiungo altro, perché credo che abbiamo le loro buone ragioni per fare ciò, però rimango perplesso.

20 febbraio 2013

Canon 6D. La mia recensione e prova pratica.

canon 6d

Arrivata da qualche settimana la nuova Canon 6D, vediamo di spendere qualche parola "leggibile", per chi volesse passare alla nuova entry level del mondo full frame di Canon. Come per la recensione dell'obiettivo Tamron 24-70mm f/2.8 VC USD cercherò di fare qualcosa di "leggibile", senza mille tecnicismi o senza andare a vedere crop al 100% di foto a 102.500 ISO, che spesso sono solo inutili fantasie mentali da forum. Vediamo sulla carta come se la cava.

Provengo da una 600D, per cui sarà questo il mio termine di paragone, che dovrebbe essere un po' quello che vuole Canon, visto che in teoria chi ha una 5D mark II dovrebbe puntare sulla 5D mark III, non sulla 6D.

Dimensioni. La 6D sta a metà tra una 600D e una 5D. Non trovavo particolarmente scomoda la più compatta 600D però devo dire che questa 6D è ancora più comoda da impugnare nonostante pesi di più. Certo chi ha le mani un po' grandi forse farebbe bene a prendere anche un battery grip che ne aumenterebbe il peso ma renderebbe decisamente più facile tenerla tra le mani.

Battery grip. Io ho preso un battery grip Meike compatibile su eBay. Il battery grip è un normalissimo battery grip compatibile, che replica le fattezze di quello originale in fatto di forma ma non di materiali. Non è tropicalizzato, il tasto di scatto non ha lo stesso feeling di quello originale ma funziona e si lascia usare. Adesso in molti si lamenteranno del fatto di spendere certe cifre per una 6D e andare a lesinare sull'impugnatura con doppia batteria. Non ci vedo nulla di male, costa un quarto dell'omonimo Canon e se non si deve andare a fare safari in  mezzo a tempeste di sabbia va più che bene. Io l'ho preso semplicemente perché per scattare book fotografici è più che adeguato (visto che si scattano numeroso foto in verticale), si lavora in studio e in qualche location all'aperto e non c'è particolare bisogno di avere attrezzature a prova di proiettile, ma solo di un'impugnatura migliore (il dito mignolo ha la sua parte con questo battery grip, assicurando una presa ancora migliore). Insomma, credo che ognuno debba analizzare la propria attività e poi prendere la decisione migliore.

Materiali. Sui forum sono scoppiate feroci lotte riguardante il corpo non interamente in lega di magnesio o la tropicalizzazione a livelli medio-buoni. Il corpo ha la parte superiore in plastica in modo da far funzionare gps e wi-fi. È un buon compromesso perché comunque la reflex si presenta bene, senza scricchiolii o punti deboli. Rispetto alla 600D è un ottimo passo avanti. È anche dignitosamente tropicalizzata, giusto per qualche goccia d'acqua e un po' di polvere, per chi non fa cose estreme è ottima er il 99% dei casi. Certo ragazzi se fate una scampagnata con Bear Grylls evitate di portarvela via, anche perché sappiamo che non è proprio un tipo da "passeggiata tranquilla sui colli".

Pulsanti. Quando la si prende in mano si nota subito come sembrano esserci decisamente meno pulsanti rispetto ad una 5D ma anche meno rispetto alla 600D. In realtà rispetto alla 600D ci sono più o meno gli stessi tasti solo che molti sono spostati sulla parte superiore vicino al minidisplay. La cosa importante è che tutti sono al posto giusto, vicino alle dita che dovranno premerli.
I tasti hanno un feedback davvero morbido, con una corsa più lunga dei tastini "plasticosi" delle reflex più economiche, danno veramente l'impressione di qualcosa ben costruito destinato a durare molto a lungo. Anche il tasto dello scatto ha un feeling completamente differente rispetto a quello di una 600D, è più morbido, fa meno "click", è più sensibile. Diverso ma mi piace molto.
Comoda la ghiera che ruota (la facevo più fluida però dopo poco ci si fa l'abitudine) con al centro un tasto ad 8 direzioni. Anche questa ha suscitato un po' di polemiche tra quelli che preferiscono il joystick della 5D mark III e quelli che non soffrono la sua assenza. Io sono tra questi ultimi, visto che ho provato il joystick della 7D e non sono rimasto convintissimo.
Comodo il tasto per cambiare gli ISO che ha un "profilo" diverso da quello degli altri, lo si può sentire senza staccare l'occhio dal mirino.

Rispetto alla 600D c'è una cosa molto interessante quando si usa la macchina in A (priorità di diaframmi). Si può impostare un tempo "limite", sotto il quale non scendere mai. In molte occasioni può tornare utile, soprattutto quando le condizioni di luminosità cambia

Gli sportelli del vano batteria e di quello della SD card sono a molla. Vuole dire che quando premete il tasto per sbloccarli si aprono automaticamente. Non che sia indispensabile, ma fanno comunque un bell'effetto.
A proposito di SD è quasi inutile dirlo ma a differenza della 5D mark II, questa reflex usa schede SD, con le quali io vado più d'accordo ma che per alcuni professionisti potrebbe essere un piccolo limite visto che ad esempio alcune reflex hanno due slot SD oppure come la 5D mark 3 hanno uno slot per le SD e uno per le CF. Diciamo che il limite è per chi ad esempio arriva da una 7D o da una 5D mark II che usano memorie CF. Sinceramente se usate SD da 32GB prima di riempire la scheda farete ora ad esaurire la batteria. Capisco che possa essere una perdita di tempo cambiare SD ma sinceramente faccio comunque fatica a considerarlo un problema.

Anche il rumore dello scatto è diverso, è un po' più "cupo", ovattato. Credevo che essendo il sensore grande il doppio (e di conseguenza anche lo specchio che si deve muovere su e gù e pure l'otturatore) una reflex full frame fosse più rumorosa ed invece è il contrario. Credo che il corpo in magnesio contribuisca ad attutire il rumore che proviene dallo scatto. O magari è semplicemente una costruzione diversa. Notevole anche lo scatto "silenzioso", davvero molto efficace nel ridurre il rumore di scatto.

L'autofocus è davvero incredibile. In Canon specificano che è sensibile fino a -3 EV, che detto così non ha molto effetto. L'ho provata nel weekend nel locale dove solitamente faccio foto e la macchina unita ad un obiettivo come il 17-40mm f/4 L USM non ha mai sbagliato un colpo. Io uso sempre il punto centrale per mettere a fuoco (e casomai poi ricompongo l'immagine) che semplifica la vita, però rispetto alla mia 600D è comunque un sorprendente passo avanti. I punti laterali sono molto buoni, non velocissimi come quello centrale ma comunque precisi. Leggendo un po' di opinioni in internet sembra che i punti laterali siano più o meno sensibili come quelli della 5D mark II ma più precisi. [In ogni caso anche la 600D ha un AF di tutto rispetto che non mi ha mai dato particolari problemi, anche in locali dove la luminosità spesso è carente].

Non ha il flash integrato. I vostri amici Nikonisti ve lo rinfacceranno a vita, però... c'è un però. Stiamo parlando di una reflex professionale (seppur entry level), che non ammette mezze misure, per cui il minimo che ci aspetta è che si abbia un flash esterno decisamente più versatile. Io non ne sento minimamente la mancanza, anzi, nella 600D, pur avendolo, in due anni non l'ho mai usato e mi ha sempre fatto abbastanza orrore anche solo pensare di tirarlo fuori.

Adoro il mini display sulla parte superiore della macchina, che consuma molta meno batteria rispetto a quello LCD e che ha tutte le informazioni necessarie allo scatto. C'è anche un tastino dedicato che permette di attivare la retroilluminazione e poterlo vedere al buio. Oltrettutto è ben usabile anche sotto il sole, a differenza del monitor LCD.

Ormai è ufficiale, la 6D ha problemi con le batterie non originali, quelle compatibili per intenderci. Nonostante monti il modello LP-E6 (lo stesso di 7D, 60D e 5D mark II) chi avesse una di queste tre macchine non pensi immediatamente di "condividere" le batterie con la 6D. Il problema è che le batterie hanno un chip che le identifica e fornisce alla macchina le informazioni riguardo la carica e che probabilmente i produttori di batterie compatibili dovranno aggiornare in vista della 6D.
Così se montate una batteria compatibile (come ho fatto io) la macchina vi dirà che non riesce a comunicare con la batteria. Poco male perché comunque si può scattare nonostante l'indicatore della batteria non funzioni (è vuoto come se la batteria fosse scarica). Il problema è quando la si va a caricare con il caricabatterie originale che non riconoscendo la batteria non la caricherà.
Adesso in molti avranno da ridire sul fatto che si spendano quasi 2.000 euro di macchina e si vada a lesinare sulle batterie ma bisogna ricordare che (1) le batterie originali seppur certificate e controllate hanno comunque cifre alte e sono pur sempre batterie "normali", (2) ci sono produttori di batterie compatibili che producono ottime batterie a metà prezzo (non batterie di infima qualità da 5-10 euro) e che sono comunque validissime.
Le soluzioni sono 3, puntare solo su batterie originali, chiedere al venditore se la batteria è compatibile al 100% con questa reflex, comprare un caricabatterie non originale in grado di caricare queste batterie. Ho scelto la terza opzione, si rinuncia all'indicatore di carica ma comunque si hanno buone prestazioni (oltretutto ci sono caricabatterie non originali che costano meno di 30 euro e che contengono una batteria, il cavo per collegarlo alla rete elettrica, quello per collegarlo all'accendisigari dell'auto e anche un cavo USB nel caso voleste tenere il caricabatterie sempre accanto al PC.

Gestione ISO. Incredibile è la prima parola che mi viene in mente perché a differenza delle normali reflex entry level (vedi 1000D o 600D) qui siamo davvero su altri pianeti. Scattare a 3200 ISO è qualcosa che lascia a bocca aperta per l'incredibile pulizia dell'immagine. Se ne potrebbe parlare ore o stare a leggere minuziose recensioni ma è innegabile che questa macchina alza notevolmente il livello anche rispetto ad una macchina come la 5D mark II e in qualche test supera addirittura le 5D mark III.


3 febbraio 2013

Film | "Quasi amici". Recensione

quasi amici film locandina

L'ho guardato qualche giorno fa, così un po' per caso e, pur non avendo un amore per le commedia divertenti, ho apprezzato moltissimo questo film. Mi ha fatto ridere un sacco, ma anche riflettere. Quasi commuovere.
Sì, magari "Quasi amici" è molto romanzato, però è pur sempre tratto da una storia vera che dimostra come persone totalmente diverse possano diventare amici. Non c'è moltissimo da dire su questa pellicola, perché narrazione e immagini sono così efficaci che tutto si spiega benissimo. François Cluzet, che interpreta il protagonista paralizzato dal collo in giù recita solo con il volto, nessun movimento, nulla e gli riesce bene, perché dopo un po' si inizia a concentrarsi proprio sul volto del personaggio e come accade per il suo "badante" ci si dimentica del resto del corpo.

Dopo "Giù al Nord" (che da noi si è trasformato in "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord", sui quali evito di esprimermi), i Francesi riescono a mettere a segno un altro colpo incredibile: "Quasi amici" è uno dei film francesi più visti in assoluto, non solo in patria ma anche all'estero, ad esempio in Italia. Un successo davvero meritato.

PS. La canzone che si sente nella scena memorabile in cui Driss si mette a ballare con la sua musica al compleanno di Philippe è "Boogie wonderland", pezzo degli Earth, Wind & Fire. Davvero insuperabile.

Galaxy S3 morto. E io quasi.


Ho sempre parlato bene di Samsung ma questa volta mi tocca parlare del tristemente famoso problema chiamato "sudden death" che colpisce il Galaxy S3. Proprio mentre l'aggiornamento che dovrebbe risolvere la morte improvvisa del telefono è quasi pronto all'uscita (anzi, sarebbe già uscito una settimana fa ma poi subito ritirato) il mio Samsung Galaxy S3 ha deciso di morire. Non è morto del tutto perché premendo il tasto di accensione compare la scritta con il nome del telefono ma non capita alcunché, rimane su quella schermata all'infinito.
L'unica cosa da fare è portarlo in assistenza dove mi hanno detto che ci resterà per 10-15 giorni. 
A meno di andare ad installare firmware personalizzati che invaliderebbero la garanzia, non c'è niente da fare se non andare al più vicino centro d'assistenza e aspettare.
Ecco in questa cosa Samsung ha ancora molto da imparare da Apple, soprattutto per quanto riguarda la politica di aggiornamenti, dove ci sono sempre tempi di attesa biblici o differenze tra telefoni brand, no brand, europei o italiani.
La cosa pesa, perché mi capita proprio il giorno in cui sono a letto con la febbre, quindi sono già contrariato per il mio stato di salute, tocca mandare qualcuno al posto mio per portare il telefono in assistenza.
Oltretutto in questo periodo sono anche senza Tamron 24-70mm f/2.8 e anche questa cosa mi urta non poco.
Trovare un telefono sostitutivo per queste settimane non è difficilissimo, ho conservato il mio Nokia 6680 con cura quasi maniacale ed è ancora perfettamente funzionante ma devo andare a prendere un adattatore da MicroSIM a SIM. Fatto ciò posso iniziare ad usare questo telefono con il mio numero, però la mancanza di Whatsapp si fa sentire, ma tutto sommato me la cavo.
Anzi, devo dirlo, nonostante l'ormai sorpassato T9, il Nokia 6680 ha (secondo me) la migliore tastiera che abbia mai provato per comporre messaggi. Credevo di dovermi abituare di nuovo a scrivere con quuesto sistema ed invece dopo 3 anni riprendo a scrivere come se non fosse mai passato tutto questo tempo, con anche una certa soddisfazione per il feedback dei tasti che un po' mi mancava.
Ormai sono in via di guarigione, questo weekend ho dovuto annullare più di qualche impegno, ma per le prossime settimane oltre al lavoro ordinario mi aspetta sicuramente un'uscita a Venezia per fotografare qualche maschera al carnevale e soprattutto questa bellissima città che amo moltissimo ma che non ho sempre occasione di visitare.

PS. Nonostante tutto rimango fedele a Samsung, con la quale mi sono comunque trovato bene fin'ora. Apple avrà i suoi pregi ma ha anche i suoi difetti (non da poco) che comunque non la rendono perfetta rispetto ad altre marche.

19 gennaio 2013

Tamron Di 24-70mm f/2.8 VC USD. La mia recensione

tamron 24-70mm f/2.8 vc usd
Non ho ancora avuto occasione di provare il Tamron 24-70mm f/2.8 VC USD sulla 6D ma sulla 600D mi ha in ogni caso convinto (e ci mancherebbe, visto il prezzo). 
Giusto un paio di cose tecniche prima di delle mie impressioni:
  • Lunghezza focale [mm]: 24-70
  • Apertura massima: F/2.8
  • Gruppi-Elementi: 12 - 17
  • Angolo di campo: 84°-34°
  • Lamelle diaframma: 9
  • Apertura minima: F/22
  • Distanza minima soggetto [m]: 0.38
  • Ingrandimento massimo: 1:5
  • Diametro filtri [mm]: 82
  • Peso [gr]: 825
  • Diametro x Lunghezza [mm]: 88.2mm x 116.9mm
Spendiamo qualche parola a riguardo. Inutile parlare della qualità di questa lente che è davvero qualcosa di notevole, degna della serie L di Canon, pur avendo un prezzo decisamente inferiore (sebbene non alla portata di tutti).

[AGGIORNAMENTO] Ho provato questo Tamron sulla 6D, dove sembra avere un problema, se collegato alla macchina tende a scaricare la batteria nel giro di 24 ore, anche a macchina spenta. Girovagando su internet sembra un problema noto (anche a Tamron) che riguarda i primi esemplari, tra cui anche il mio purtroppo. Certo si potrebbe tranquillamente ovviare togliendo l'obiettivo quando non lo si usa, però comunque non è una scelta "naurale", inizierò a prendere contatti con l'assistenza clienti per sentire cosa mi dicono. Potete seguire la vicenda con i dettagli su questo post specifico.

Pro:
  • Il motore ultrasonico è USD (simile all'USM di Canon e funziona comunque piuttosto bene), scordatevi la lentezza e la rumorosità talvolta imbarazzante del 17-55 f2.8 "classico". Unito ad una buona macchina con un AF sensibile si riesce ad agganciare bene gli oggetti senza problemi, con una velocità da primato.
  • Compreso nella confezione il paraluce, ma nessuna custodia. Sarebbe bello che anche Tamron, come Canon sulla serie L, includesse anche una comoda sacca di protezione. Va bene che questa lente comunque costa la metà del corrispettivo Canon però dubito che una sacca possa mandare in fallimento l'azienda.
  • Anche qui come in altri obiettivi Tamron che ho provato, è presente il tasto "Lock" per bloccare la posizione dell'obiettivo alla focale minima ed evitare che si estenda mentre camminate.
  • Parlando di packaging bisogna fare un plauso alla confezione che non usa polistirolo ma pur essendo in cartone protegge comunque bene l'obiettivo. La parte geniale arriva quando aprite la scatola, togliete via le istruzioni, unite le due alette in modo da formare un manico e sollevate la scatola interna di cartone con dentro l'obiettivo. Sa molto da film in cui vengono estratte le barre di plutonio da un reattore nucleare. Poi aprite la "valigetta" e la lente si mostrerà nella sua imponenza.
  • Piccola ma buona la ghiera del focus manuale. Sarà il peso delle lenti ma non ha quella leggerezza estrema del Tamron 17-55 f2.8 (per APS-C) che mi piaceva molto. Però in caso di video questa ghiera rende il movimento più "controllato" e un po' più preciso (per quanto si possa definire "preciso" mettere a fuoco manualmente durante i video).
Contro:
  • È presente anche un manuale, che è nello stesso stile dei comodissimi foglietti illustrativi dei medicinali. Ha una superficie di una 30ina di metri quadrati e una volta aperto, non solo avrete fatto cadere i vari oggetti che c'erano sulla scrivania, ma non riuscirete più a ripiegarlo nel modo corretto. Se non altro in inverno le probabilità di avere un caminetto accesso a portata di mano sono abbastanza elevate. Sempre che riusciate ad infilarlo dentro al caminetto.
  • L'obiettivo pesa 822 grammi. Che detto così non rende molto, ma considerando che siamo quasi ad un kilo e che pesa comunque più di una 6D (o di una 5D mk2), la cosa assume la giusta rilevanza. 
  • Per un obiettivo grande ci vuole un filtro UV grande: 82 millimetri. E io che credevo che i 77mm del 17-55 f2.8 IS USM (EF-S) fossero tanti. E pensare che ero partito con filtri da 58 millimetri.
Mah...
  • Con il Canon EF-S 17-55mm f/2.8 IS USM ho scoperto che la stabilizzazione fa rumore. Sì, una sorta di rumore impercettibile, ma c'è. Lo sentite anche in questo obiettivo solo se siete completamente al silenzio e se avvicinate l'orecchio all'obiettivo. D'altronde ci sono dei magneti e altre diavolerie elettroniche che operano 4000 correzioni al secondo. Stica...
  • Non ho mai capito perché ma nei Tamron la ghiera dello zoom si gira nel modo contrario rispetto a Canon. Non che sia un problema ma la cosa è comunque strana.
  • Sono andato sul sito Tamron per cercare di capire come funziona l'AF Ultrasonic Silent Drive, USD. Loro sembrano spiegarlo bene, ma non ho capito nulla lo stesso, però "basta che funzioni" ed in effetti funziona bene.
  • Tamron fa degli obiettivi molto buoni che costano la metà del corrispettivo Canon e funzionano comunque alla grande. Però magari investire in un sito un po' più "studiato" ed elegante non sarebbe male. Forse è la versione in italiano ma appare tutto molto "cheap". L'opposto di Sigma per intenderci.
  • Ok, adesso, dopo tutto questo papiro e con uno degli obiettivi migliori che abbia mai avuto, corro a fotografare il toast che ho appena fatto e a mettere la foto su Instagram!!!
Concludendo, questa lente è davvero eccezionale, presentata da pochi mesi credo che per le caratteristiche che presenta possa diventare un must per full frame come la corrispettiva versione per crop-sensor (o APS-C), il 17-50mm f/2.8
Non che questo obiettivo non possa funzionare con i modelli APS-C di Canon (serie xxxD, xxD e 7D) ma in questo caso assume un'estensione focale particolare, diventerebbe un 36-105mm che va bene se intendete sfruttare la lunga escursione focale, perché 36mm spesso possono risultare scomodi.

9 gennaio 2013

Guida | Bokeh ed effetto sfocato. Il mio tutorial

Camera: Canon 600D
Lens: Canon EF-S 17-55mm f/2.8 IS USM
EXIF: 1/20s | 55mm | f/2.8 | ISO 160
Credo che sia una delle più cose più belle della fotografia o per lo meno tra quelle che più mi piacciono, parlo del cosiddetto effetto "bokeh", quell'effetto sfocato nello sfondo che rende le fonti di luce rotonde, quasi come dei "palloncini". È più facile guardare alcune foto (qui su Google) che non spiegarlo.

Magari in molti credono che sia qualcosa di estremamente complicato e costoso da ottenere ma con i mezzi giusti si scopre che non è necessario avere macchine professionali per ottenere degli sfocati suggestivi.
L'unica cosa che dovete sapere è che per ottenere un ottimo effetto bokeh è necessario avere obiettivi molto luminosi con una grande apertura, almeno f/2.8 oppure operare ad una lunghezza focale che sia la più lunga possibile. Altra cosa utile è che il soggetto da fotografare sia il più distante possibile dalle luci nello sfondo che dovranno risultare sfocate.

Perché dicevo che non servono attrezzature costosissime? Ve lo spiego subito con qualche esempio (sono molto più pratico di Canon che non di Nikon, ormai lo sapete, per cui faccio riferimento al marchio bianco/rosso ma bene o male le istruzioni rimango le stesse anche per il competitor).
  • Una reflex. Può andare bene anche la più entry level delle Canon, la 1100D. Più le reflex sono economiche e più lo saranno il loro sensore, per cui occhio agli ISO, si dovrà necessariamente evitare di superare i 200 ISO per risultati i più puliti possibili.
  • Un obiettivo luminoso. Il Canon EF 50mm f/1.8 II è la prima scelta. Costa poco più di un centinaio di euro ed è quasi una tappa obbligata per chi si avvicina alla fotografia, nonostante su sensori APS-C (quindi con focale da moltiplicar per 1.6) equivalga ad un 85mm può comunque essere utile per ritratti e primi piani.
  • Un cavalletto. L'obiettivo sopra non è stabilizzato (ma i 50mm o, in generale, gli obiettivi con grandi aperture non lo sono mai) quindi vi conviene avere la mano molto ferma o ricorrere ad un supporto. A maggior ragione se non avete una macchina full frame (Canon 6D, 5D) visto che come dicevo sopra il 50mm diventa un 85mm (quindi dovrete fotografare ad almeno 1/85 di secondo per evitare il micromosso). Per partire può andare bene anche un cavalletto da 30 euro.
Non serve molto altro. Adesso in molti mi chiederanno allora  a cosa può servire spendere migliaia di euro per macchine e obiettivi costosi? Diciamo che una macchina costosa non è sinonimo di belle foto ma aiuta molto.
Ad esempio il 50mm 1.8 potrebbe essere sostituito da uno con un Canon EF 50mm 1.4 USM che ha un autofocus più veloce e decisamente più preciso. In termini di luminosità poi da 1.8 ad 1.4 si parla quasi del doppio e un'apertura più grande significa un effetto bokeh migliore. Però costa più del triplo.
Mettiamo poi che siete all'aperto, non volete usare il flash, la luminosità non è un granché e non volete usare il cavalletto (che d'altronde uno solitamente non gira sempre con un cavalletto in tasca). Un obiettivo stabilizzato sarebbe ottimo perché vi permette di scendere ben oltre quel 1/60 (su full frame) o 1/85 (su APS-C), potreste arrivare abbastanza tranquillamente a tempi come 1/20 di secondo. Purtroppo la stabilizzazione costa parecchio, se poi prendete la messa a fuoco ultrasonica (USM) e la unite alla stabilizzazione le cifre si fanno importanti. Se volete farvi del male aggiungeteci pure un'ampia apertura e la frittata è fatta. Vengono fuori cose come l'EF-S 17-55 mm f/2.8 IS USM oppure per full frame l'EF 24-70mm f/2.8L II USM (non è stabilizzato ma costicchia lo stesso), oppure il Tamron 24-70mm f/2.8 VC USD.
Mettiamo che dobbiamo accontentarci dell'apertura 2.8 ma non è sufficiente, l'ideale sarebbe alzare gli ISO, ma con una Canon 1100D a che livelli possiamo arrivare senza generare foto con troppo rumore (o grana)? Ecco che allora si passa alla gamma xxxD, poi a quella xxD (che aggiunge autofocus in grado di lavorare dignitosamente anche al buio), fino ad arrivare a modelli come 6D e 5D che hanno una gestione degli alti ISO molto più soddisfacente e AF di primo livello anche in condizioni di scarsa illuminazione.

Ecco spiegato tutto nella maniera più semplice possibile.

Qui di seguito due foto, scattate a mano libera, con la sola luce delle lucette dell'albero natalizio. Potete notare come a 2500 ISO la macchian faccia fatica a contenere il rumore (che ho comunque ridotto leggermente in post produzione.
Camera: Canon 600D
Lens: Canon EF 50mm f/1.4 USM
EXIF: 1/60s | 50mm | f/1.4 | ISO 2500
Camera: Canon 600D
Lens: Canon EF-S 17-55mm f/2.8 IS USM
EXIF: 1/8s | 55mm | f/2.8 | ISO 1250
Ricordatevi che siete voi, con la vostra tecnica, la vostra inventiva, a fare le foto, non la vostra macchina.

3 gennaio 2013

Che posso dire...

Una lettrice del blog mi ha detto di aggiungere qualcosa alle poche parole di qualche giorno fa. Dai vi racconterò un paio di cose, anche se non so bene da dove potrei partire.

Potrei iniziare dicendovi che il mondo della fotografia mi sta assorbendo al 101%, sono davvero contento perché è quello che ho sempre sognato fare ma in effetti non  facile gestire le molteplici attività, ma soprattutto coniugare lavoro (quello "normale") con la fotografia che è un secondo lavoro ormai.
Come saprete lavoro ormai da un anno e mezzo in alcuni locali della zona, faccio il fotografo e cerco di immortalare i momenti migliori delle feste che vengono organizzate. Adesso i fotografi "seri" magari inizieranno a storcere il naso, ma con questa cosa io ho capito cosa voglio fotografare nella mia vita: la gente. Certo nei locali di gente ce n'è parecchia, di tutti i tipi, ma non c'è molto spazio per il "lato artistico" del fotografo ma pian piano inizia a diventare comunque un divertimento, si scoprono i comportamenti più assurdi e divertenti e c'è sempre spazio per farsi una risata.
Io ho avuto occasione di conoscere moltissima gente, molti sono diventati amici miei perché alla fine mi piace fare festa assieme alla gente che si diverte.
Tempo fa una ragazza durante una serata mi chiese: "Ma tu come fai a lavorare quando gli altri si divertono?". In realtà non ho dovuto pensarci molto, perché nonostante abbia delle regole da rispettare, delle direttive da parte dei proprietari dei locali, non lo considero un vero e proprio lavoro, e anche se lo fosse comunque sono in mezzo alla festa e vedere la gente che si diverte è comunque piacevole (oltretutto si tratta comunque del genere di feste che frequentavo anche io prima di fare il fotografo). Certo alla fine tenere una macchina da 2 kili in mano per tutta la serata è un po' pesante, ma si fanno muscoli :D

Certo è ben diverso dal fotografare un matrimonio (cosa che mi piace davvero un sacco e che sto imparando a fare), credo che sia la punta massima immortalare uno dei giorni più belli che esistano. Alla fine però si ritorna sempre al punto di partenza, perché quando si ha l'occasione di fotografare le persone ogni foto è speciale, ogni scatto racconta una storia. Gli occhi e le espressioni parlano anche attraverso la carta fotografica.
Ah... c'è sempre qualcosa che non si vorrebbe fotografare, ecco per me sono le foto di gruppo, quelle in cui i parenti devono mettersi in posa con gli sposi, anzi, quelle dove gli sposi devono andare a raccattare i parenti per tutto il paese per fare 2 foto che alla fine non esprimono moltissimo ma che poi saranno quelle che finiranno nelle varie cornici.

PS. Nel blog non si vedono molte foto ultimamente perché sto abusando della fotografia usa e getta di Instagram (qui il mio account), che è un programmino che lascia il tempo che trova però in effetti è divertente poter parlare della propria vita solo con le foto (e giusto con qualche riga di spiegazione). Ho conosciuto fotografi davvero molto bravi e gente che non conoscevo o che segue il mio profilo solo per vedere quale sarà la prossima foto che inserirò.

PS./2 Se tutto va bene domani dovrebbe arrivarmi la nuova macchina fotografica, ho scelto di passare al formato full frame (praticamente quel "coso" che si vede dentro la reflex, quel rettangolino che cattura la luce avrà le stesse dimensioni dei vecchi fotogrammi delle pellicole) con una Canon 6D affiancata da un Tamron 24-70mm f/2.8 VC USD e un Canon 17-40mm f/4 L USD, quindi fra qualche giorno pubblicherò anche la recensione dell'attrezzatura.

Rispondo qui ad una domanda che mi ha fatto Zion qualche tempo fa:
Qual è la cosa che principalmente fa la differenza tra un amico che si improvvisa (ma che ha una buona mano) e un fotografo professionista ai matrimoni?

Se l'amico ha una buona mano diciamo che parte già molto in alto per cui si tratta giusto di fare qualche passo. Il primo è magari un minimo di tecnica. Non sono un fan sfegatato delle cose troppo tecniche ma giusto un paio di trucchi tornano sempre utili e li si impara solo nel campo, matrimonio dopo matrimonio, ma anche scattando tante foto in modo da capire come inquadrare al meglio i soggetti e soprattutto i tempi giusti, essere al posto giusto nel momento giusto (altrimenti finisci che stai inquadrando un bellissimo primo piano della sposa e poi ti accorgi che ti sei perso lo scambio degli anelli).
La seconda cosa che fa la differenza è l'attrezzatura. Non è necessario possedere macchine da 5-6.000 euro ed obiettivi che costano ancora di più, però non si può sperare di avere risultati buoni con la bridge o la compattina. Così, a spanne, detto anche in maniera brutale, quello che non manca mai nella borsa di un fotografo è la classica Canon 5D mk II magari corredata da un 24-70mm f/2.8 L USM (con le due cose siamo sui 3.600 euro). Cifra impegnativa ma stiamo parlando di pezzi davvero di prima categoria.
C'è un però. Con una Canon 600D (500 euro), un 50mm f/1.4 USM (350 euro) e un 15-85 f/3.5-5.6 IS USM (600 euro) ci sono ottime possibilità di portare a casa foto comunque molto buone con 1.450 euro. Certo non si può fare affidamento solo su questa attrezzatura perché poi ci sono i vari flash, memory card, batterie aggiuntive e un sacco di cose che bisogna avere per essere pronti a tutto, però diciamo che potete tirare fuori qualche scatto buono anche con macchine non professionali, a costo di impegnarsi il doppio.