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29 dicembre 2011

Pianoforte mania, le proposte di YouTube/6


Prima della fine dell'anno un appuntamento con la musica suonata al pianoforte, cosa che io apprezzo sempre molto volentieri. Anzi, spesso quando esce qualche canzone nuova che mi piace particolarmente cerco attentamente su YouTube in cerca di qualcuno che la sappia suonare bene al pianoforte. Alcuni bravi, altri che se la cavano e altri che lasciano senza parole.

  1. "Marry you" Bruno Mars
  2. "Your song" Ellie Goulding
  3. "F**k you" Cee Lo Green
  4. "Memories" David Guetta feat Kid Cudi
  5. "DJ got us fallin' in love" Usher feat Pitbull
  6. "We found love" Calvin Harris feat. Rihanna
  7. "Invincible" Tinie Tempah feat. Kelly Rowland
  8. "Rocketeer" Far East Movement feat. Ryan Tedder
  9. "Hello" Martin Solveig feat. Dragonette
  10. "Born this way" Lady Gaga

21 dicembre 2011

Film | "Wall Street - Il denaro non dorme mai". La mia recensione


Devo ammettere che dopo il primo capitolo mi aspettavo qualcosa in più da questo film. Spieghiamoci meglio. "Wall Street - Il denaro non dorme mai" (trama!) forse ha scelto di utilizzare una delle frasi più famose del primo capitolo (quello del 1987) proprio per non farlo apparire un Wall Street 2. Ed infatti la pellicola ha ben poco a che fare con il primo episodio, se non per il tema e per quel Michael Douglas che si conferma ogni volta come un attore unico nel suo genere.
Douglas però deve dividere il ruolo di protagonista con il giovane Shia LaBeouf che non se la cava male, sembra quasi impersonare l'alter ego buono del Gekko degli anni '80, colui che pur maneggiando soldi riesce a non sporcarsi mai le mani in maniera eccessiva e a rimanere con i piedi abbastanza ancorati al suolo, cosa che non sembra riuscire al rinato Gekko, o forse sì, perché il suo personaggio è sballottato in situazioni che sembrano renderlo simpatico, in altre che mettono in luce il suo carattere avido e assetato.
Ma non sarà mai come nel primo film e forse un po' se ne sente la mancanza, nonostante tra i personaggi si trova qualcuno ancora peggiore del Gekko anni '80. Ma non è sufficiente, o forse lo sarebbe se Oliver Stone non avesse dato un'impronta un po' troppo "buonista" al film intero. Forse bastava già il finale amaro del primo Wall Street ma tutto si riduce un po' nel classico lieto fine, anche un pochette sbrigativo e tendente alla commedia romantica. Peccato, perché il film tiene spesso col fiato sospeso durante le due ore, gli imprevisti e i colpi di scena non mancano, ma certi finali un po' troppo sbrigativi non mi piacciono.

A parte questo però il film è da guardare perché fa riflettere sulla condizione economica dei giorni nostri, nonostante il film sembra non concentrarsi troppo sulle dinamiche finanziarie, sorvolando sulla reale gravità del problema, che passa in secondo piano. Un'economia dove sono le borse che manovrano la vita delle persone (casualmente di quelle più povere che spesso ci rimettono molto più dei ricchi), dove poche persone con un paio di telefonate decidono la sorte di aziende e/o beni di consumo. Entrare a Wall Street sembra sempre più simile ad entrare nel gioco del Monopoli, qualche ora di divertimento in cui tutto sembra concesso, in cui le bugie hanno poco conto. Purtroppo però il mondo delle borse è tutto vero. Una piccola bugia sui derivati ha fatto quello che sappiamo, con i mutui è finita male pure in quel caso, se un'agenzia di rating decide che i titoli di Lehman Brothers sono da tripla A allora è da prendere il loro giudizio come oro colato. Siamo sempre in balia di qualcuno che può fare il bello ed il cattivo tempo. E come nel film l'unico che alla fine paga veramente è solo il primo Gordon Gekko della situazione. Gli altri, amen.

PS. Un paio di momenti di gloria del vecchio Gekko ci sono, credo che Stone, il regista, non poteva non metterli. Giusto qualche scena, ambientata ovviamente in negozi di abbigliamento e sartorie, per il ritorno del Gordon e del suo stile "Wall Street" meno appariscente di quello degli anni '80 ma non privo di fascino.
Nel film fa un piccolo cameo anche Charlie Sheen, protagonista del primo capitolo di Wall Street e che a suo tempo assomigliava al giovane Shia LaBeouf in questo film. Bastano quei pochi secondi per capire che in realtà con il tempo sarà diventato a sua volta una sorta di Gordon Gekko.

Da guardare anche:

  • "Wall Street" Il primo capitolo, decisamente superlativo questo film di Oliver Stone.
  • "Capitalism a love story" Il capitalismo, la crisi dei mutui e la crisi globale vista dal documentario di Michael Moore
  • "Too big to fail" Il fallimento di Lehman Brothers visto dal Segretario del Tesoro americano. Il suo tentativo di salvare una banca ed evitare il collasso globale.

19 dicembre 2011

Recensione | Avicii feat. Etta James "Levels"

avicii, levels, single cover

Ci sono canzoni che basta sentire una sola volta per non dimenticare più. Una di queste, secondo me, è l'ottima "Levels" (chiamata anche Le7els o inizialmente ID) di Avicii, dj, remixer e produttore svedese, che appartiene a quella Swedish House Mafia che negli ultimi 10 anni ha completamente cambiato il mondo della musica house dettando nuove regole.
Questa hit fa uso di un campionamento di un disco del passato ("Something got a hold on me" della soulful Etta James, anno 1962) ma non ne abusa, evita di ridurre il brano intero ad una dimostrazione di copia & incolla, distaccandosi nettamente dal french touch di "My feelings for you" e mettendo insieme elementi commerciali (come la parte cantata) ad altri un po' meno popular come il resto dell'arrangiamento. Rimarrete ipnotizzati dall'andamento molto semplice del brano, con pochi elementi messi al punto giusto e quella parte cantata/campionata che riesce a trascinare la folla perché quel sample di Etta James ha qualcosa di straordinario, che unito al motivetto delle tastiere rendono la canzone inconfondibile.
Di sicuro l'avrete ballata in queste ultime settimane, avrete canticchiato il testo perché questa canzone ha raggiunto i posti più in alto delle classifiche house.

PS. Ultimamente sembra che il brano usato in questo disco, "Something got a hold on me", sia molto in voga. Ne ha effettuato una cover Christina Aguilera per la colonna sonora di "Burlesque", il film; altri artisti lo hanno preso d'ispirazione, come ad esempio Flo Rida in "Good feeling" (con risultati che potete immaginare) o i Pretty Lights con "Finally moving (get a good feeling)".

* Tutte le altre recensioni musicali house del blog


Testo | Lyrics

Oh, sometimes
I get a good feeling, yeah
And a feeling that I never,
never, never, never had before, no no
I get a good feeling, yeah
[2x]

17 dicembre 2011

Samsung Galaxy S2 | Le applicazioni indispensabili (gratuite e a pagamento)

Ultimo aggiornamento 25-09-2012
Ne ho già parlato nel post riguardante la recensione del Galaxy S2 che ho recentemente comperato, però adesso voglio spendere qualche parola in più, grazie anche ai consiglidi Jeby che mi ha indirizzato su un paio di programmi che portano il telefono a livelli ancora più alti.
Ve lo dico subito, i programmi sono a pagamento e io sono il primo che non conosce la sezione "A pagamento" nell'AppStore (per il mio iPod Touch o per il Mac) però devo ammettere che qualche euro (mai più di 2-3 euro a programma) ogni tanto si può tirarli fuori soprattutto se il risultato è avere un telefono ancora più efficente e ritagliato su misura per le proprie esigenze. Vediamo allora di fare un po' di luce su alcuni programmi e sulle loro funzioni.


Smart Keyboard Pro (2,39€) - Credo il miglior acquisto fatto finora. Un programma che permette di personalizzare a piacimento la tastiera del proprio telefono Android con delle funzioni alle quali farete fatica a rinunciare. Passare in rassegna tutto quello che potete fare con questo programma credo sia quasi impossibile però vi illustrerò alcune funzioni davvero molto comode che non si trovano nella tastiera di default. Alcune soluzioni magari mutuate dalla tastiera dell'iPhone altre originali.
  • Dopo aver installato l'applicazioni potrete avere la virgola direttamente sulla prima "pagina" della tastiera, quella con le classiche lettere. Solitamente c'è da premere il tasto con i simboli per poter mettere la virgola. 
  • Dopo una virgola, ad esempio, ed uno spazio la tastiera ritorna con il layout sulla tastiera qwerty, cosa davvero utile perché difficilmente si inserirà qualche altro simbolo, ma si riprenderà a scrivere. 
  • Davvero molto interessante è la presenza di alcuni simboli direttamente sopra le lettere della tastiera qwerty, basterà tenere premuto il tasto in questione e come per le lettere accentate potrete inserire quello che vorrete senza andare nella pagina dei simboli.
  • Si può impostare la durata del tap prolungato su un tasto per far comparire i simboli o le lettere accentate. Comodo, spesso fa risparmiare del tempo.
  • Non solo si può cambiare il layout della tastiera con alcune skins, ma se ne possono cambiare dimensione e grandezza dei tasti. Non che ce ne sia bisogno sul Galaxy S2 (viste le dimensioni del display) ma su altri dispositivi con display più piccolo può tornare utile.
  • Ovviamente è possibile scegliere tra la tastiera querty standard, quella alfanumerica (quella classica dei telefoni con 3 lettere per ogni numero) oppure una versione compatta, con 2 lettere per ogni tasto (ricordo di un Blackberry che aveva questo genere di tastiera). Tutte ovviamente corredate di T9 e predizione del testo (personalizzabile anche questa a piacimento potendo modificare a piacimento il vocabolario).
  • Se nella tastiera di default scorrendo il dito a destra o a sinistra sopra la tastiera si accede ai simboli soltanto con questo programma potete impostare voi l'opzione desiderata.
  • Per chi fosse abituato a sentire il click alla pressione di un tasto sono presenti vari tipi di click ed è possibile configurare intensità e durata della vibrazione.

Gancia e Moncler | Il made in Italy che saluta l'Italia

Nonostante le vicende che creano scandalo nel nostro paese sono tra quelli orgogliosi di molti aspetti della nostra nazione, non a caso chiamata Belpaese, perché di cose belle ce ne sono molte. Ce ne sarebbero di più se la cialtronaggine e lo sguardo al misero profitto non facesse spesse danni irreparabili. Una delle cose su cui spesso si punta è il made in Italy, termine usato e talvolta abusato per distinguere quei prodotti che dovrebbero essere creati interamente in Italia, sarebbe bello anche se fossero operai italiani a crearle ma qui si entra nell'utopia. Però se non altro qualcosa resta, molte calzature, abiti, accessori del mondo della moda o del lifestyle, fanno parte di quel made in Italy che cipermette di guardare gli altri con sufficienza, dimostrando di non essere secondi a nessuno.
Negli ultimi anni però il discorso sta cambiando, e lo dico con una nota di malinconia, perché sempre più marchi italiani stanno lasciando l'Italia (non parlo di coloro che l'hanno già lasciata facendo assemblare i propri prodotti all'estero) a causa di strategie economiche che noi comuni mortali non possiamo comprendere (e forse è megli così). Vi avevo già parlato nei mesi scorsi del caso La Rinascente, storici grandi magazzini italiani, il cui nome è stato dato da Gabriele d'Annunzio e rispecchia il gusto dell'italianità tipico del periodo (non oso pensare a che nome inglese sarebbe venuto fuori se fosse nata in questi anni), che da qualche mese è passata sotto il controllo di una società Thailandese. L'aria che si respira entrati nei punti vendita è la stessa però è un peccato sapere che qualcuno sta usando il nostro nome per i propri interessi. Certo finché tutto rimane uguale non c'è da spaventarsi ma l'amarezza rimane.

Giusto per scendere ancora più nel barartro ci aggiungiamo altri due marchi che sono passati in mani straniere, Gancia e Moncler.
 Gancia, casa vinicola che produce il famoso spumante a suo nome è appena stata rilevata dal magnate russo Rustam Tariko per circa 150 milioni di euro. Chissà il caro "vecchio" Carlo Gancia cosa penserebbe oggi, dopo che la sua compagnia dal 1850 era nelle mani Italiane. Certo siamo sicuro che il nome rimarrà lo stesso, il sapore e le viti rimarranno quelle di Piemonte, Puglia e Sicilia però pensare che poi tutto i resto vada in mano a qualche straniero mi intristisce. Certo è ovvio che è sempre meglio che vedere le fabbriche chiuse, i dipendenti fuori che protestano perché hanno appena perso il posto, la produzione che si sposta completamente all'estero. Insomma meglio di niente, ma solo perché in Italia siamo abituati a scegliere tra il peggio e il meno peggio. Ovvio che le scelte vanno nella seconda opzione.
 
Leggermente diversa è la storia di Moncler, che nasce in Francia ma che nel 1992 diventa italiana. Negli ultimi anni del 2000, con il ritorno dello stile anni '80, il piumino Moncler ritorna ad essere un capo richiestissimo (nonostante faccia assomigliare all'omino Michelin), riportando in auge il marchio che qualche mese fa, però, è tornato in mano francese, Eurazeo per la precisione che ne ha rilevato il 45% diventanto l'azienista di maggiornaza. Poco cambia, probabilmente anche in questo caso, il marchio reso celebre anche dall'Italia, avrà maggiore spinta per approdare nei mercati esteri. Nuova linfa per raggiungere altri traguardi. Linfa che però non arriva mai dall'Italia ma dall'estero.

PS. Pensare che Fred Perry, marchio storico inglese che produce le famose polo con la coroncina, confezione molti capi in Italia, quando noi andiamo a farli all'estero e poi applichiamo l'adesivo Made in Italy. Che dire. Meglio non dire nulla...

15 dicembre 2011

Film | "Wall Street". La mia recensione

wall street, 1987, film, locandina
"Il denaro non dorme mai"
Non si può parlare di un sequel senza aver mai visto il capitolo precedente. Con "Wall Street" (trama !) questa regola vale al 100% anche se voltete semplicemente vedere un buon film.
La prima cosa che salt all'occhio guardando questo capolavoro di Oliver Stone è come, nonostante sia datato 1987, sia tremendamente attuale per quanto riguarda la tematica. L'avidità in campo finanziario che rende totalmente ciechi e insensibili ad ogni rapporto umano. Più che la classica citazione di inizio post questa riassume ancora meglio lo spirito del protagonista del film:
"Serve gente povera, furba e affamata. Senza sentimenti. Una volta vinci e una volta perdi; ma continui a combattere. E se vuoi un amico, prendi un cane."
Ha vinto il premio Oscar come miglior attore Michael Douglas e nessuno credo abbia nulla da ridire. Cinico, affamato, senza pietà eppure con un fascino incredibile che attrae su di sé l'attenzione della gente che lo vede come una sorta di divinità.
Per il resto anche l'altro protagonista, Charlie Sheen, fa la sua parte in maniera egregia, giovane con tanta ambizione che si fa ammaliare da Gordon Gekko (pronuncia inglese "ghecco", non "gecco"), perde ogni sorta di morale e si lascia sedurre dal denaro.

Davvero da guardare questo film, una volta visto l'ho inserito nella mia valigetta da portare nella classica isola deserta. Come se non bastasse, abiti (quelli di Gekko), ville e gadget tecnologici rendono la pellicola e anche il protagonista anni luce avanti rispetto agli anni '80. Bellissimo vedere uno dei primi telefoni cellulari di cui fa vanto Douglas, il telefono appare in un cameo anche ne sequel, suscitando un doveroso senso di nostalgia.

13 dicembre 2011

Video | Katy Perry "The one that got away"




Direi nella media, ma non per questo non meritevole. Non credo sia la hit tormentone come "Last Friday Night", ma secondo me ogni tanto è giusto avere canzoni da ascoltare, non solo da ballare. Questa "The one that got away" ricorda, soprattutto nel video, le classiche storie d'amore finite e mai dimenticate. Il ricordo di quell'amore lasciato andare.
A me piaciucchia, e nel videclip si vede anche una Katy che ricorda molto quella di un paio di anni fa, senza i capelli viola, fucsia o blu, insomma più college-time. Fa decisamente la sua bella figura.
Il video è firmato dalla regista Floria Sigismondi, che già aveva realizzato il videoclip di "E.T.". Era un po' inquietante quello, ed in effetti anche vedere Katy Perry invecchiata un po' lo è.
Per le ragazze curiose, il ragazzo nella foto è Diego Luna, principalmente attore ma anche regista messicano.

Non ci resta che lasciarvi al video, triste ma ben realizzato, anche in questo caso una sorta di cortometraggio con una storia da seguire mentre si ascolta la canzone.

9 dicembre 2011

Sfondi | Wallpaper Samsung Galaxy S2. Le mie foto/1

Piccolo appuntamento con un po' di sfondi per i possessori di dispositivi con display 960x800 pixel, tanto per citarne uno il Samsung Galaxy S2 (qui la recensione | qui i programmi indispensabili). Questa breve galleria di wallpapers è ricavata da foto che ho personalmente scattato. Non ho messo firme, tag o quant'altro potesse rovinare l'immagine però mi auguro che citiate sempre la fonte (linkandola magari) nel caso decidiate di condividere questi sfondi. Basta questo!
imagebam.com imagebam.com imagebam.com

8 dicembre 2011

Sovereign Yacht by Gray Design: lusso sovrano


Magari non sarà il momento migliore per pensare a certe cose, ma qui fondamentalmente c'è al massimo il tempo per sognarle e sognare non costa nulla. Introduco così l'ultima creazione firmata Gray Design, per ora un concept (tanto che non esistono foto ma solo rendering) però credo basti una telefonata e un conto in banca che permetta di arrivare almeno a 140 milioni di dollari (104 milioni di euro, cifra che ha tutto un altro sapore) per poterlo toccare con mano.
"Sovereign" si chiama, e visto il prezzo già mi immagino qualche sovrano degli Emirati Arabi a bordo, gente poco incline a porsi certi problemi, oltretutto l'acquisto potrebbe rivelarsi un vero affare visto che è compresa anche l'auto per spostarsi (effettivamente arrivati al porto non si può scendere e prendere l'autobus), non un'auto qualsiasi ma una BMW Serie 6, talmente modificata nel design da sembrare irriconoscibile, ma uniformata al design dell'imbarcazione.
Il design degli interni è curato da NED Ship, si vede molto poco dai rendering, ma tutto sembra molto pulito, moderno, essenziale ma senza rinunciare al lusso e ai materiali pregiati.
Alla fine avrete circa 100 metri di yacht, con un'attenzione particolare all'ambiente, visto le varie soluzioni per la creazione di energia pulita (pannelli fotovoltaici sul tetto e una turbina eolica che svetta su di esso). Queste soluzioni serviranno principalmente all'illuminazione interna (sempre meglio di niente).
Dopo queste soluzioni green però il serbatoio da 400.000 litri fa intuire che la sosta dal benzinaio non sarà molto piacevole (tranne che per il benzinaio che divverà subito il vostro migliore amico). Eh... si sa, anche i ricchi piangono...
Per consolarsi comunque potrete pensare alla jacuzzi integrata, all'eliporto (che in realtà sorge al centro di una piscina ed è quindi circondato dall'acqua) e alle 10 stanze per gli ospiti e a giusto un paio di spazi per il divertimento e il relax. Infatti non manca un nightclub (e non mi dilungo sulla questione), un bar vicino all'acqua, un cinema, l'irrinunciabile palestra per rinvigorire il fisico e una libreria.

Eh, vabbè, anche per oggi abbiamo concluso, non vi resta che sbavare un po' davanti ai monitor, lo farò un po' anche io, perché devo ammettere che le linee affusolate e sinuose mi hanno colpito non poco, nulla da ridire sul design dello yacht che è davvero ai massimi livelli. Un po' meno sobria la vettura integrata, però non si può chiedere tutto dalla vita...

6 dicembre 2011

Film | "Iron Man 2". La mia recensione.

Scollegate il cervello ragazzi. Questa è la prima operazione da fare prima di guardare "Iron Man 2" (trama!). Poi si può far partire il film.
Sì, perché effettivamente già i sequel non godono mai di grande stima da parte dei fans, timorosi di vedere una forzatura del film precedente solo per catturare qualche ascolto in più. Io ero partito con i migliori propositi e mi sono dovuto un po' ricredere: non che il film sia da bocciare ma va preso per quello che è, senza troppe pretese o pensieri.

Comunque il film ha abbastanza materiale per divertire e far passare due ore in compagnia di effetti speciali, esplosioni, macchine e distruzioni varie. Certo dal protagonista mi aspettavo qualcosa di più, però fortunatamente a controbilanciare la sua performance leggermente "fastidiosa" c'è Gwyneth Paltrow, l'inimitabile Pepper Potts che "risolve problemi", più precisamente quelli creati dal suo "capo". La sua eleganza e il suo fascino rispetto al primo film rimangono immutati e questo la rende il personaggio migliore secondo me. Buono anche Mickey Rourke, anche se avrebbero potuto dargli una parte un po' più cospicua, però quello che fa, lo fa bene.

Se non altro il film ha qualche scena curiosa e qualcosa da segnalare, non specificatamente legata alla trama.
La prima è la sensazione che manchi qualche scena vista nei trailer, forse ho chiuso gli occhi per qualche istante, ma ho perso il momento in cui la Paltrow bacia il casco di Iron Man e lo getta dal retro di un aereo con un "Li stenda capo", sembra mancare anche quella scena in cui Iron Man fa provare a Jessica Alba a sparare un colpo dal suo braccio durante una festa. Boh...
Secondo, le auto. Audi R8 spider, per il protagonista, niente di rilevante, semplicemente un'operazione di product placement, visto che il marchio Audi compare anche in altre scene del film ma soprattutto anche nel primo film assieme a Rolls Royce. Purtroppo la Phantom, gioiello della casa inglese, fa davvero una brutta fine in questa pellicola, tagliuzzata a pezzi senza pietà. Scene che fanno davvero male al cuore.
Nel film partecipa anche il regista (Jon Favreau) nei panni di attore, più precisamente l'amico di Tony Stark che si fa prendere a pugni sul ring.

Arrivando alla fine si può dire che questo film non è male, ma le aspettative devono essere certamente molto basse, realizzare un buon sequel non è mai impresa facile e con questo film lo hanno confermato, con un buon tentativo ma senza elementi particolarmente rilevanti.
Chissà come se la caveranno con il terzo episodio della saga, visto questo risultato, l'impresa si rivela ancora più difficile ma cambierà il regista, che sarà Shane Black. Vedremo se basterà questo a rendere giustizia da Iron Man 3.

2 dicembre 2011

Foto | It's good to be in love

It's good to be in loveAppuntamento con la fotografia, questa volta però non c'è molto da dire o commentare, la foto parla da sola, più di quanto possano fare mille parole. È proprio il caso di dirlo.