Per chi non avesse le idee chiare potrebbe andarebene questo documentario di Michael Moore, tanto per intenderci quello di "Fahrenheit 9/11" oppure "Sicko" (scioccante documentario sulla sanità negli Stati Uniti, di cui vi ho parlato tempo fa).
"Capitalism: a love story" parte dalla nascita del capitalismo, da come questo sistema ha totalmente estromesso i cittadini da ogni forma di potere sul proprio lavoro, portandoli verso la crisi e lasciandoli senza nulla. Il documentario di per sé non è male, un po' troppo lungo forse, con un finale sentimentalmente forzato (ma è tipico di Michael Moore).
In ogni caso finché non si scende nel facile sentimentalismo che contrasta con la parte iniziale piuttosto didattica tutto fila liscio. Si riesce a percepire piuttosto bene come funzionano le multinazionali, come ha fatto l'America ad arrivare al capolinea, come è finito il mercato immobiliare. Il tutto in due ore, in maniera piuttosto precisa e comprensibile a tutti. Un sorta di riassunto degli ultimi 100 anni e degli ultimi 4 anni (da quando la crisi economica globale ha mosso i suoi primi passi) piuttosto condensato ma nemmeno troppo difficile da comprendere.
Un film da guardare con attenzione soprattutto nella prima parte parte, quella che io preferisco, poi quando Michael Moore cambia direzione e si lascia andare con atteggiamenti troppo provocatori e poco produttivi il mio voto scende, ma è perfettamente controbilanciato dal resto del documentario. Nonostante questo rimane una produzione di tutto rispetto, di ottimo livello come gli altri documentari che lo precedono con l'inconfondibile ironia che solo Michael Moore sa avere anche nel raccontare gli avvenimenti più catastrofici.
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