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23 febbraio 2011

Film | "500 giorni insieme". La mia recensione

500 giorni insieme, film, locandina
Ammetto che questo film l'ho guardato solo perché sapevo che c'era Zooey Deschanel, che secondo me potrebbe essere la sosia (in talune pose, non in tutte) di Katy Perry. L'ho vista per la prima volta in "E venne il giorno" e mi ha colpito con i suoi capelli così scuri e i suoi occhi così azzurri, ma soprattutto con la somiglianza con l'altra cantante americana (guarda caso pure Zooey fa la cantante), Questo è tutto. Se non fosse stata per questa attrice avrei completamente snobbato il film.

"500 giorni insieme" (trama!) al di là dei protagonisti, ma forse anche per merito di questi è finito col piacermi, proprio per il modo che ha di raccontare le incertezze e le insicurezze dell'amore, la fragilità dei legami, i diversi punti di vista sull'amore, il non dare mai tutto per scontato.

Ed infatti avevo dato per scontato il finale, ma una volta giunti alla fine sono rimasto un po' spiazzato, e per me un film deve sorprendere, lasciare a bocca aperta, magari evitare di allontanarsi troppo alla realtà. Il rischio è diventare banali, di raccontare una storia di cui nessuno potrebbe sentirne il bisogno, ma non è il caso di questo film che racconta la classica storia d'amore sofferta e felice con uno stile molto veloce, scorrevole, non dimenticando i colpi di scena e qualche imprevisto.

Avrete capito che mi sento di consigliarvelo, non tanto per la storia d'amore ma per come viene raccontata, per i dialoghi sulle coincidenze, sul fato, sul destino, e per i dialoghi che dicono tutto l'opposto. Ascoltandoli bene si riesce ad arrivare alla fine del film e comprendere meglio quello che voleva dire il regista, e che solitamente si vede davvero poche volte.

PS. A proposito di quello che vi dicevo sopra, dai, un pochino non si assomigliano? Se non altro negli occhi, dai...
zooey deschanel, katy perry

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