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1 giugno 2011

Film | "Oceani". La mia recensione

documentario, oceani 3d
Già mi aveva urtato parecchio il commento di Bonolis in "Earth", non voglio nemmeno parlare di questo. "Oceani 3D" non sono nemmeno andato a vederlo al cinema e quando l'ho visto in tv sono rimasto non solo sconcertato ma schifato di come siano riusciti a rovinare un documentario del genere. Perché Oceani (al di là del 3D che è piuttosto inutile visto le performance attuali di questa tecnologia) è un gran bel documentario, con un filo conduttivo, una tartaruga e il suo viaggio per andare nel luogo opportuno a deporre le uova. In questo suo percorso incontrerà le creature più afffascinanti e pericolose dei mari.
L'alta definizione basta e avanza per godersi i colori ma anche i dettagli del mondo sottomarino, per vedere le varie specie del mare nelle loro sfide quotidiane. Nonostante i documentari sugli animali, quelli dei primi minuti di Super Quark per intenderci, non siano il mio forte, negli ultimi anni con l'HD li sto rivalutando parecchio perché grazie a serie come "Planet Earth" e "Great Migratons" il mondo della natura non è mai stato così spettacolare.

L'Italia forse ha messo da parte la qualità a favore dell'inutile comicità di Aldo, Giovanni e Giacomo, che raggiungono il punto più basso della loro carriera con questo doppiaggio. In un documentario naturalistico non c'è nulla da ridere, non è che siano tristi ma il divertimento è prerogativa di un altro genere di film. Non c'è nulla da ridere nel vedere un cavalluccio marino in via d'estinzione o un cucciolo di delfino inseguito da uno squalo, non c'è bisogno di tre comici che facciano battute sulla questione, perché al massimo si può fare qualche appunto sull'eccentricità della situazione ma ci deve essere un minimo di distacco.

7 anni di produzione, 1500 ore di filmati, 400 persone impiegate per realizzare questo documentario che vanno nel gabinetto appena si sente il trio italiano ridere e commentare le scene. Così dopo 5 minuti ho messo la versione originale, naratta da Marion Cottilard, che riesce sempre ad essere equilibrata, piazzando qua e là qualche battuta e qualche nozione interessante che permette di conoscere meglio il mondo sottomarino. D'altronde c'è poco da ridere se non si conosce nulla di quello che si sta guardando, se non vengono spiegati i comportamenti di certi animali che sono certamente curiosi.

Alla fine, prima dei titoli di coda, c'è quindi un riassunto con tutte le specie a rischio, quelle che fra qualche anno non esisteranno più. Ricordare tutto questo con quattro battute scontate senza nemmeno sapere di chi si parla credo sia davvero triste.

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