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6 gennaio 2012

Film | "Il discorso del Re". La mia recensione


il discorso del re, locandina

Quando un film si fa notare durante la notte degli Oscar (a proposito, quest'anno sarà il 26 Febbraio, con le nomination che verranno presentate il 24 Gennaio) non posso restare indifferente, a meno che il genere non sia quanto di più distante dai miei gusti. "Il discorso del Re" (trama!) mi ha subito incuriosito ed è andato a colmare una mia lacuna storica, ossia il fatto che sia esistito, negli anni '30, un sovrano della monarchia britannica balbuziente.
Il sovrano in questione altri non è che Giorgio VI, padre dell'attuale regina Elisabetta II (che compare, ancora bambina, nel film).
È quindi facile intuire la trama del film, che gira attorno alla balbuzie del principe (divenuto sovrano in seguito all'abdicazione del fratello) Albert e del suo burrascoso rapporto con il logopedista Lionel Logue.
È un film che, nonostante il tema solenne, diverte, perché è inusuale vedere grandi personaggi pubblici, magari particolarmente importanti, in difficoltà. La pellicola questo riesce a farlo trapelare molto bene, facendo vivere quasi in prima persona ogni discorso fallimentare del sovrano, fino ad arrivare al momento della rivincita, quel discorso di entrata in guerra (il secondo conflitto mondiale) che è poi diventato storia.
Dopo averlo guardato spicca subito il motivo per cui Colin Firth ha guadagnato il premio Oscar per la sua interpretazione che si immedesima nel sovrano e in tutte le sue sfaccettature, da quelle più odiose a quelle che suscitano più tenerezza.

Nel complesso un buon film, da guardare non solo per il protagonista ma anche per Geoffrey Rush nel ruolo dell'incaricato a risolvere i problemi di parlata del re. Un personaggio particolare, molto divertente, dotato di un modo di fare che colpiscono e che non lasciano indifferenti. 

Ma soprattutto il film è un piccolo inno dedicato a coloro che per i più svariati motivi hanno timore di mostrarsi con i loro problemi, timorosi di non essere in grandi di risolverli. Ma spesso con tanta tenacia e forza d'animo si scopre che nulla è impossibile.

PS. Piccola nota dopo aver guardato un documentario che parlava dello stesso argomento, ma che semplicemente noterete facendo qualche ricerca. Gli attori non assomigliano per nulla ai personaggi che interpretano. Non è un male, visto che il film è incentrato su una situazione psicologica e non fisica, però la cosa si nota.

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