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9 giugno 2010

Homo faber fortunae sue? Quello che ci rimane di FlashForward

moire greche, parche romaneFlashForward ha chiuso i battenti e non starò qui a versare altre lacrime, piuttosto qualche breve riflessione con Voi lettori che seguite il blog e che magari avete visto la serie, ma va bene anche se non l'avete vista, tanto il telefilm (anzi il libro da cui è tratto) è solo lo spunto di partenza.

Riflettevo sull'introduzione ad "Avanti nel tempo", romanzo di Robert J. Sawyer da cui hanno preso ispirazione gli autori per sviluppare FlashForward. Sulle prime pagine del romanzo si riflette su un tema che da sempre accompagna l'uomo.

Siamo davvero gli artefici del nostro futuro oppure è tutto già scritto e non possiamo farci nulla?


Nell'antichità i greci pensavano che il futuro dell'uomo fosse tutto già scritto, senza nessuna possibilità di cambiare anche una sola virgola, con il passare del tempo si sono fatte avanti altre teorie per cui sarebbe l'uomo stesso l'artefice del proprio futuro, ognuno con le proprie decisioni cambia il corso degli eventi a proprio favore o sfavore, comunque traccia un disegno diverso da quello previsto.

É così? Esistono dei mondi paralleli in cui sono contemplate tutte quelle scelte che non abbiamo mai preso o che abbiamo scartate a favore di altre? Magari se avessimo scelto quella facoltà piuttosto di quell'altra, oppure se non avessimo avuto quell'imprevisto che ci ha fatto cambiare tutti i nostri piani.
Oppure da qualche parte è già tutto scritto e noi stiamo facendo esattamente le scelte che dovevamo fare?

Sembra facile dire che ognuno si crea il proprio futuro con le proprie mani, con le proprie scelte, ma chi lo dice? Chi ci può confermare che la vita che noi ci siamo creati l'abbiamo davvero creata noi e invece non si tratti di un disegno che abbiamo seguito inconsapevolmente?

L'idea di un flashforward o di un blackout che come nella serie ci mostrasse quale sarà il nostro futuro è da sempre uno dei desideri dell'umanità, la ricerca di prevedere il futuro è quanto di più inseguito fin dal primo giorno che l'uomo ha cominciato a pensare.
A questo punto, ovviamente, si aprirebbero infiniti quesiti, infinite domande, ma forse anche le probabili risposte alle domande fatte sopra. Magari potremo scoprire se il futuro si può davvero cambiare oppure se assisteremo solo al fallimento di ogni tentativo di volgere le cose a nostro favore.

Probabilmente non avverrà mai nulla di tutto questo, e sicuramente potrebbe essere solo un bene ma noi a cosa continueremo a credere?

Piccola lezione di storia legata all'immagine di apertura. Di sicuro vi sarete chieste che c'entra l'immagine del post con il resto del contenuto. Spieghiamo. L'immagine rappresenta le Moire greche (Atropo, Cloto e Lachesi), tre divinità che si riteneva avessero tra le mani il destino dell'uomo. Di sicuro vi verranno in mente queste donne che stringevano un filo che decidevano a loro piacere quando tagliare provocando la morte dell'uomo in questione (forse per questo si usa dire "vita appesa ad un filo"). Si sa che per nell'antichità l'uomo era poco padrone del proprio destino, ecco quindi spiegato quanto detto sopra.
I romani hanno ripreso il mito aggiungendoci del loro, dapprima era una sola la divinità che tutelava la nascita (Parca) successivamente sono state aggiunte altre due sue colleghe chiamate Nona e Decima (che si occupavano degli ultimi mesi delle gravidanze) che componevano il trio delle Parche. Non molto a che fare con i greci ma talvolta le tre Moire e le tre Parche sono associate.

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