Tanto per descrivere il film con poche parole, "Vicky Cristina Barcelona" permette ad Allen di inoltrarsi in uno dei più classici quadri dell'amore: il triangolo amoroso. Come al solito considerando questo sembra che si possa scendere nella banalità ed invece anche in questo caso pur con pochi ingredienti il regista produce qualcosa di nuovo, bizzarro, a tratti veloce e a tratti confuso, intrigo tra una noiosa ragazza pianificatrice (Vicky), la sua amica completamente opposta (Cristina), un affascinante pittore spagnolo e la sua ex fiamma. Il tutto in una della città spagnole più famose (Barcellona).
Woody Allen fa centro anche questa volta e questo si piazza al secondo posto dei film più apprezzati del regista ai botteghini (dopo "Match point") probabilmente anche per merito dei protagonisti della pellicola che riescono non solo ad attirare il pubblico ma anche a giocare con i loro sentimenti in modo così veloce da lasciare sbalorditi. Se per Rebecca Hall e Scarlett Johansson non c'è molto da dire, il gossip viene fuori con i due ex del film Javier Bardem e Penelope Cruz, divisi nel film quanto uniti nella realtà (e freschi pure di matrimonio).
Come quasi tutti i film di Allen anche in questo caso la durata del film aiuta, visto che il film supera di poco l'ora e mezza, quanto basta per divertire ma lasciare anche impresso ciò che il regista voleva. Una sorta di triangolo che diventa quasi un circolo vizioso, una sorta di spirale che sembra vorticare all'infinito pur essendo rappresentata da un disegno finito, un pellicola che sembra girare per poi finire esattamente dove era iniziata, senza però bruciare le tappe o troppe forzature.
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