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11 gennaio 2011

"La canzone di Marinella" Fabrizio de Andre e la sua canzone più triste.

tutto de andré album, la canzone di marinella
Di canzoni ne ho sentite parecchie, di canzoni triste ne escono ogni 5 minuti, ma per me quella più triste in assoluto rimane "La canzone di Marinella" (ascolta) di Fabrizio de André.
Intanto prima di parlare della canzone bisogna ascoltarla ascoltando attentamente il testo che mi lascia incantato ogni volta. Quelle parole cantate con gentilezza, sempre al posto giusto, con quelle rime che rendono il tutto una ballata neppure troppo difficile da ricordare.

Solitamente una cosa che in molti sapranno meglio di me è come De André racconta le sue storie, con un realismo quasi spietato, che non risparmia niente e nessuno (ne è un esempio "Il giudice") non disdegnando immagini forti quando solo queste possono far capire meglio il concetto.

Questa canzone però è diversa. Perché nonostante sia ispirata ad una storia vera (la più tragica ed orribili tra tutte le storie su cui attingere) il testo diventa una sorta di favola, una storia senza tempo, di quelle che riescono a farci commuovere e a farci dimenticare tutto. Quello che però non si riesce a dimenticare è però come questa bellissima canzone va a finire, ovvero nel peggiore dei modi. Una canzone per addolcire la morte di una ragazza che non meritava di conoscere la morte come le è capitato.
E l'immagine che sceglie De André si stampa subito nitida, nella memoria, talmente nitida che non riuscirete più a cancellarla:
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta.
Abituati come siamo a certe fiabe a lieto fine queste quattro righe arrivano come un pugno che stringe troppo forte un delicato fiore.

Vi lascio a questa canzone, che nella sua delicatezza sa essere tanto forte da riuscire ad entrarvi nel cuore anche se non lo volete, una poesia come solo il caro Fabrizio sapeva cantare. Una canzone d'amore che in realtà nasconde una verità troppo pesante da essere accettata, una vera e propria tragedia che proprio per il suo aspetto assume un carattere ancora più difficile da digerire.

Non c'è un video vero e proprio di questa canzone, ma su YouTube potete tranquillamente ascoltare la canzone, anzi la potrete ascoltare in più di una versione, ognuna con una sua delicatezza, ognuna da ascoltare in silenzio, partendo proprio dall'originale e arrivando fino alla struggente versione con Mina.

Testo | Lyrics

Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella.

Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta.

Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone.

E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui posò la sua mano sui tuoi fianchi
furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle...

Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta.

Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose.

2 commenti:

Jeby ha detto...

C'è anche una versione live alla Bussola nel '75 molto meno "delicata", cantata dallo stesso de andrè ma con una strofa modificata che fece molto scandalo e gli costò numerose critiche (ma del resto lui se ne fregava delle critiche! :D )

kurtdc ha detto...

Mamma quante cose che mi hai fatto tornare alla mente con qeusto post...
Grazie :)