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20 aprile 2011

Film | "Paranormal Activity 2". La mia recensione

paranormal activity 2, locandina, poster
Qualche giorno fa vi ho parlato di "Paranormal Activity", tanto fumo e niente arrosto, questa volta tocca al secondo capitolo della saga (che dovrebbe avere anche un terzo episodio, previsto per il 21 Ottobre 2011). In "Paranormal Activity 2" (trama!) c'è tanto fumo, ma ci sono anche tracce di arrosto. Bruciato ovviamente, ma forse come carbone potrebbe avere una sua utilità.

Il secondo film ispirato alle presenze che infestano la famiglia di Katie è il solito insieme di elementi potenzialmente interessanti ma sviluppati in maniera poco credibile e con troppe forzature. Sinceramente faccio davvero fatica a capire come un film del genere possa aver impressionato.
Certo bisogna dire che in alcuni elementi la forma creata da Oren Peli (il regista del primo film) è stata notevolmente migliorata dal mondo di Hollywood. Il primo film (tranne che per il finale nella sua forma cinematografica) aveva quell'elemento di genuinità che nonostante meritasse pochi complimenti era comunque un punto di forza. In questo prequel (infatti vengono narrati i fatti che antecedono di un paio di mesi quelli del primo film) si nota che nella parte tecnica sono stati fatti passi in avanti, ma anche che questi progressi non hanno contribuire a rendere la pellicola notevole. Anzi, fa impressione notare come nel primo capitolo i titoli di coda erano praticamente inesistenti (questi comprendevano giusto i due protagonisti e il regista) mentre in questo sono oltre 4 i minuti di nomi che scorrono, tra cui quelli di 12 stunts (caspita!).

Ne risulta un film con la stessa pesantezza del precedente e giusto un paio di scene meglio organizzate. Scene che riescono a fare giusto giusto il minimo indispensabile per far salire la tensione ma che faticano a mantenerla abbastanza a lungo da impressionare seriamente. Finisce quindi che il film, come nel caso precedente si potrebbe ridurre gusto nella lunghezza di un trailer, 4-5 minuti al massimo in questo caso, perché in effetti vedere una pentola che cade o un fornello che si accendono da soli non è ciò che si possa definire horror. Anzi, quando giusto si inizia ad entrare nel vivo la tecnica di ripresa a mano non riesce a rendere le cose più realisticamente ma complica decisamente la faccenda, gettando confusione e complicando il senso della storia, che fondamentalmente include 3-4 righe di copione.
Quando si arriva al finale si riesce a ricollegare i tasselli del puzzle e a comprendere meglio gli avvenimenti del primo film (ringraziamo per la premura ma non ce n'era assolutamente bisogno), e forse per questo motivo il film si spinge oltre forzando la narrazione sopra ogni limite e scendendo nel banale, realizzando qualcosa che sembra un pessimo tentativo di citare "L'Esorcista".

Concludendo questo discorso fin troppo lungo si può dire che il film, come il precedente ha giusto un pizzico di materiale per impressionare, ma in realtà quello che conta è quanto siete soggetti a certe tematiche "paranormali" non quanto preferiate i film horror o pseudo-horror come questo.

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