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27 aprile 2012

Obiettivo Tamron AF 17-50mm f/2.8 XR Di II LD IF. Recensione ed opinioni

obiettivo lense tamron 17-50 f2.8

Poter disporre di un obiettivo con la stessa luminosità su tutta la lunghezza focale è un po' il pallino di molti fotografi, meglio se la luminosità si attesta su valori di apertura come 2.8 che permettono di scattare sfruttando il più possibile la luminosità dell'ambiente e offrono un notevole effetto sfocato che stacca le figure in primo piano dallo sfondo. Purtroppo però si deve molto spesso fare i conti con questioni di budget e lunghezza focale, perché se a partire dalla lunghezza focale minima spesso è facile avere avere aperture abbastanza ampie quando si inizia a "zoomare" l'obiettivo si fa sempre meno luminoso. Si, può ovviare al problema ma ovviamente si entra nel fattore budget con obiettivi che per mantenere la stessa luminosità per tutta la focale iniziano a chiedere cifre piuttosto consistenti.

Nel panorama si è imposto però un marchio che con un budget piuttosto basso riesce a dare risultati molto spesso buoni, sto parlando del Tamron SP AF 17-50mm f/2.8 XR Di II LD IF, ovviamente abbreviato in Tamron 17-50mm f/2.8 anche perché molte di quelle sigle all'appassionato di fotografia (non al professionista nemmeno servono). Quello che serve sapere è la mancanza della sigla VR che indica la stabilizzazione, SP indica che stiamo parlando della serie con performance avanzate, LD indica un elemento ottico a bassa dispersione al suo interno (in soldoni più qualità) e ultima, ma forse più importante quella doppia sigla Di II ci fa capire che si tratta di un obiettivo progettato esclusivamente per reflex con sensore APS-C, quindi niente Full Frame (teoricamente credo si possa montare anche su queste ultime, pena una vignettatura che rende la foto inutilizzabile).

In questo caso sarò breve, non ho moltissimo da dire su questo obiettivo che con il suo prezzo (circa la metà dell'omologo Canon) riesce a dare comunque le sue soddisfazioni. Il meglio di sé però lo da in condizioni di luminosità buona, più difficile è sfruttarlo (seppur corredato di flash) in situazioni in cui la luce è davvero molto scarsa.
Qualità. All'aperto, o magari a casa, di giorno (con un flash se siete in interni) questo obiettivo dimostra che non ha nulla da invidiare a modelli più costosi, quando però la luce scarseggia e si scende ai tempi minimi consentiti il risultato è buono, ma non buonissimo. Avendo scattato anche con il Canon 50mm f/1.4 USM a 2.8 la differenza si nota. La qualità è leggermente meno pulita, con un'immagine un po' più "pastosa", che non mi ha soddisfatto moltissimo.
Auto Focus. Anche qui valo lo stesso discorso di prima, perché parliamo di un autofocus comunque "classico" che se la cava bene quasi in ogni situazione, ma non abbiamo le performance USM di Canon che portano la precisione e la velocità su un livello superiore. Si sa, si fa presto ad abituarsi a certe cose. Non ultimo la tanto discussa rumorosità dell'autofocus che è sempre difficile misurare. Posso dire che avendo la fotocamera a livello occhi il rumore si percepisce, passando dal Canon 15-85mm f/3.5-5.6 IS USM a questo sembra quasi di avere uno spazzolino elettrico molto vicino al proprio naso, ma dopo qualche scatti ci si fa comunque l'abitudine, non credo sia nulla di cui preoccuparsi se l'ambiente è magari rumoroso, con più persone che chiacchierano come potrebbe essere una festa o un locale con un po' di persone. Se siete in salotto, senza rumori, quel "zzzz-zzz" potrebbe incuriosire chi vi sta davanti.
Costruzione. L'obiettivo è ben costruito, l'attacco è in metallo e il corpo in plastica. In ogni caso piacevole al tatto, da la sensazione di robustezza. Il filtro anteriore è da 67mm il che significa che comunque i vari filtri verranno qualcosina in meno rispetto a quelli del Canon 15-85 che ha un diametro di 72mm. Sarà l'impatto iniziale ma la ghiera dello zoom è leggermente più dura rispetto a quella di altri obiettivi che ho provato, non merita il massimo dei voto a differenza della ghiera del focus che per posizione e fluidità è tra le migliori che abbia mai provato (più comoda anche di quella del Canon 15-85mm).

Giunti alla fine questo obiettivo si merita un bel voto. Certo mi sarei aspettato qualcosina in più, ma considerando che la versione stabilizzata sembra essere assolutamente all'altezza della situazione (né confrontato con questa versione né tantomeno con il corrispettivo Canon) possiamo dire che questo obiettivo non se la cava per nulla male, anzi, se ci si aggiunge il fattore prezzo si potrebbe mettere nella lista dei must.

Per gli appassionati, la recensione, decisamente più tecnica (ed in inglese) di the-digital-picture.com

24 aprile 2012

Qualche trucco e consiglio per Facebook

Più uso questo social network più mi accorgo di molte cose che sfuggono alla maggior parte delle persone, che sembra orientata più ad un uso Twitter-like che non a sfruttare alcune interessanti caratteristiche che Facebook offre. Vediamo quindi di analizzarne alcune, partendo da... boh, da quello che mi viene in mente e che secondo me può essere interessante.

Per ora 4 capitoli:
  • Foto in alta qualità.
  • Foto a tutto schermo.
  • Taggarsi nelle foto in una pagina fan.
  • Dimensioni dell'immagine di copertina.
  • Visualizzare tutte le foto di un album.
Partiamo dall'inizio.
foto in alta qualità su facebook
clicca per ingrandire
Foto in alta qualità. Molti se ne dimenticano o non lo sanno, ma c'è un semplice tasto da spuntare per inserire foto ad una risoluzione dignitosa, quello con scritto "Alta qualità" e lo trovate in basso a destra quando caricate una  foto. Anzi, si parla di 2048x2048 pixel, cifre che rendono le foto davvero sorprendenti. Questa è una cosa che mi preme molto, perché noto sempre più spesso che davvero un numero molto ristretto di persone conosce questa cosa, in molti caricano foto anche apprezzabili ad una dimensione che sarebbe piccola anche per un cellulare.
L'altra opzione di cui tenere conto è quello che ho segnato con il numero 2, ossia la scelta di rendere pubblica o privata una foto.

20 aprile 2012

Canon EF-S 15-85 IS USM. La recensione di un principiante.

canon 15-85 f/3.5-5.6 is usm

Ci ho pensato parecchio prima di comprare questo obiettivo, alla fine dopo aver valutato a lungo cosa mi servisse veramente e l'estensione focale ho puntato su questo prodotto.
Generalmente mi occupo di fotografare eventi e feste in locali, di notte, in spazi ristretti e con poca luminosità. Il problema della luminosità dell'obiettivo non si pone (nonostante f/3.5-5.6 non siano valori eccellenti) visto che comunque il tutto è aiutato dal mio Nissin Di866 Mark II (di cui vi parlerò un'altra volta).

Ecco le caratteristiche, giusto per dovere di cronaca, passerò poi ad esprimere le mie opinioni:
  • Zoom standard EF-S, ad alte prestazioni e versatile 5,6x, equivalente a 24 -136 mm
  • Stabilizzatore d'immagine fino a 4 stop
  • Rilevamento automatico del panning e del cavalletto
  • Distanza minima di messa a fuoco pari a 0,35 m
  • Lente asferica e UD
  • Rivestimenti antiriflesso Super Spectra
  • Apertura a 7 lamelle

Pro
  • L'obiettivo parte da 15mm e questo lo rende adatto a luoghi che spesso possono essere affollati e dove si deve far stare in un''inquadratura più gente possibile senza doversi allontanare troppo dai soggetti da inquadrare o comperare un fish-eye. Ovvio che a questi livelli ci sarà un po' di distorsione ma non trattandosi di foto che hanno a che fare con l'architettura il problema non si pone ed è comunque sistemabile con un po' di fotoritocco.
  • Per uno che non ha mai disdegnato la compagnia del 18-55mm IS II fornito in kit con l'acquisto della reflex questo obiettivo rappresenta comunque un passo avanti enorme in termini di qualità. La qualità dell'obiettivo è quanto di più vicino alla serie L di Canon, che include gli obiettivi di punta con attacco solamente EF (e non EF-S come questo).
  • La nitidezza è davvero sorprendente e se fotografate all'aperto o in buone condizioni di luce lo noterete subito, se avete un buon flash anche nelle foto in interni noterete una decisa differenza.
  • L'autofocus, è dotato del sistema USM con motore ultrasonico ad anello, anche questo di derivazione dalla serie L. Questo tipo di autofocus a differenza di quello con micromotore ultrasonico, permette il cosiddetto full-time manual focus, ossia è sempre possibile regolare la messa a fuoco anche manualmente nonostante sia impostata la messa a fuoco automatica.
  • Macro. Sono rimasto stupito dalle foto ravvicinate di questo obiettivo, che a differenza di altri ha una messa a fuoco di 35cm e la possibilità di scattare foto macro con risultati che lascianoa  bocca aperta. Magari non è una funzione che si usa ogni giorno ma averla vi permette (anche grazie agli 85mm a cui riesce ad arrivare) di avvicinarvi ai soggetti in maniera davvero sorprendente.
  • Stabilizzatore d'immagine fino a 4 stop. Si fa fatica a rinunciare alla stabilizzazione, soprattutto se si viene dal 18-55 che pur nella sua mediocrità offriva comunque una stabilizzazione fino a 4 stop. Anche in questo caso lo stabilizzatore offre prestazioni fino a 4 stop, quindi potrete scattare con tempi 4 volte inferiori ad un obiettivo non stabilizzato.

Contro
  • Prezzo, che oscilla tra i 600 e i 750 euro (su internet). Non sono noccioline e anche se è risaputo che spesso sono gli obiettivi che fanno la differenza e non la macchina questo comunque costa come una 600D, ma la qualità giustifica il prezzo (anche se ovviamente Canon ci marcia un po' su queste cose).
  • Assenza del paraluce. Alla fine va bene anche il prezzo, non stiamo parlando di una serie L ma l'assenza del paraluce un po' infastidisce. Il fatto che questo originale costi 40 euro altera un po' (c'è da fare comunque attenzione ai paraluce non originali, alcuni non sono leggermente diversi nelle dimensioni e possono provocare una fastioda vignettatura nelle foto, ossia ai quattro angoli delle foto sarà visibile il paraluce, cosa che non dovrebbe avvenire per nessun motivo)
  • Non sarebbe male anche un sacchettino, ma qui stiamo sconfinando un po' su preferenze personali, ma una custodia per portare in giro un obiettivo che costa una certa cifra credo faccia sempre piacere. Se non altro questo lo si trova in internet a prezzi abbastanza abbordabili.
  • Non è un difetto, è semplicemente così: pesa. Macchina+obiettivo+flash fano arrivare abbastanza tranquillamente al kilo e mezzo da tenere in mano, in borsa, nello zainetto o al collo. Poco cambia. Certo stiamo parlando di un obiettivo che si avvicina per prestazioni a quelli della serie Luxury di Canon, fatta di lenti che molte volte pesano più dello stesso corpo macchina. Fa strano ma la qualità non ha solo un certo prezzo, ma anche un certo peso, che in questo fatto è giustificata anche dalla qualità costruttiva.
  • Filtro da 72mm. Anche questo non è che sia un difetto, è solo una cosa da considerare. Se il 18-55mm f/3.5-5.6 IS II fornito in kit ha un diametro filtri di 58mm questo è decisamente più grande che tradotto significa una maggiore spesa per filtri UV, ND e polarizzatori. Basta saperlo.
Alla fine della giornata magari avrete le braccia stanche (vi risparmia i soldi della palestra però), il portafoglio semivuoto ma dopo un po' di pratica porterete a casa foto davvero stupende. Apprezzerete la velocità dell'autofocus e la sua precisione che unite ad un'ottima stabilizzazione vi renderà la vita decisamente più semplice. Dopo poco dimenticherete il 18-55 che viene fornito in kit, che per quanto dignitoso ha comunque i suoi limiti. Questo obiettivo forse ha un costo leggermente elevato per essere dedicato al solo mondo APS-C, ma per questo tipo di sensori si può considerare tra le migliori scelte che si possano fare.

18 aprile 2012

Film | "Piranha 3D". La mia recensione

piranha 3D locandina

Tra gli svantaggi del 3D (oltre ad essere una tecnica cinematografica ben distante dall'essere perfetta) c'è quello di aver portato qualche dollaro in più a film di serie Z che difficilmente sarebbero stati appetibili in 2 dimensioni. Credo che "Piranha 3D" sia uno di questi, una sorta di "Final Destination 2", un po' più splatter e ancora più prevedibile (il che è lodevole, visto che in Final Destination si sa già chi dovrà morire e in qualche ordine).

Quando guardo certi film mi domando sempre come può sentirsi uno che esce dal cinema ed ha pure speso soldi per vedere un film del genere, però magari lo si va a vedere per il 3D (avendolo visto in 2D non voglio nemmeno pensare che magari possa essere stato convertito in in tre dimensioni post produzione).
Così alla fine della storia ci si trova di fronte ad un film che non ha un indirizzo preciso, già leggere su certi siti che viene catalogato come commedia/horror fa rizzare i capelli in testa. Perché la commedia è ridotta a un po' di scene quasi a luci rosse (con la comparsa anche di un'attrice del settore) e ad un finale splatter abbastanza disgustoso, così lineare che la suspance non esiste. Se non altro la pellicola non dura nemmeno un'ora e mezza e questa è l'unica nota positiva di questa produzione abbastanza penosa.

Inutile parlare di trama perché, come già detto, non ci sono colpi di scena, qualsiasi cosa accada si può intuire facilmente come andrà a finire e se tutto questo non bastasse c'è addirittura il morto dell'ultimo momento (caspita è identico a "Final Destination 2"!), scene totalmente prive di senso (come il morto che si risveglia dopo mezzora per dire quattro scemenze) e ovviamente il protagonista che dovrebbe fare una cosa e invece ne fa un'altra metttendosi nei guai.

Se proprio vogliamo tirare fuori qualcosa di buono si può citare Kelly Brook, modella inglese che non perde occasione di mettere in mostra le forme da maggiorata che l'hanno resa famosa e credo che alcune foto di lei, mentre il film era in produzione, siano state l'unico motivo per cui in molti siano andati a vedere il film.

PS. Quest'anno dovrebbe uscire il sequel di questo film, come se ce ne sarebbe bisogno, titolo originalissimo "Piranha 3DD" -_-"

14 aprile 2012

Il Titanic affonda anche in 3D

titanic film affondamento

Si parte da un'articolo di repubblica.it piuttosto eloquente e nemmeno così inaspettato: il 3D sembra stia facendo un po' la fine del trasatlantico che 100 anni fa affondò nell'Atlantico, o forse sta semi-affondando come è capitato alla Costa Concordia, fatto sta che non si sa ancora se è destinato agli abissi o se magari uno spuntone di roccia lo terrà parzialmente a galla seppur facendogli fare una fine poco dignitosa.
Ho avuto occasione di vedere il tanto atteso Titanic 3D ma anche alcuni televisori che permettono di vedere questa "nuova" tecnologia. Seppur riconvertito dal 2D il cinema in 3D, con i limiti che ne conseguono, il risultato è mediocre, troppo per gustarsi un film in maniera decente. Ma non è da solo anche la tecnologia più casalinga non offre le performance che ci si potrebbe aspettarsi da prodotti che vengono osannati come l'ultimo surrogato tecnologico.
Magari all'utente medio poco interessa, ma il calo di luminosità e lo sfarfallio delle immagini in movimento è un problema che non sembra essere stato superato in questi ultimi anni. Guardando Titanic 3D ammetto che è stato sorprendente vedere alcuni dialoghi tra i protagonisti in cui il volto appariva di una tridimensionalità davvero interessante, salvo poi mandare tutto in malora nelle scene in movimento, in alcune riprese molto veloci dell'affondamento l'effetto nausea è assicurato, magari aiuta ad immedesimarsi di più nell'affondamento ma girarsi e vedere qualche spettatore senza occhialini che si prende qualche secondo per un paio di respiri profondi non è il massimo.
Come se non bastasse ci sono alcune cose che lasciano perplessi:
  • Intanto c'è da dire che molto spesso quello che dovrebbe essere un effetto cinematografico vicino alla realtà finisce per discostarsene con risultati "strani", poco reali, in cui la profondità viene alterata e se all'inizio non ci si fa caso con il passare dei minuti si inizia a considerare questa cosa come un surrogato piuttosto misero. Anche nella migliore della ipotesi, come ad esempio film che 
  • Talvolta è difficile lasciarsi ingannare dalle immagini. Mi spiego: se in un programma in 2D il nostro cervello sa che non deve mettere a fuoco altri punti se non quelli proposti già a fuoco dalla tv, nel 3D non è così. Se si fa attenzione a 5 minuti di passeggiata al parco, o ad una cena a tavola si scopre come, senza nemmeno rendercene conto, siamo costantemente al lavoro per mettere a fuoco soggetti diversi, con la piena libertà; se un oggetto ci sembra essere più distante basta un nulla per metterlo a fuoco ed altrettanto per tornare ad un oggetto più vicino. Il 3D costringe a mettere a fuoco solo ed esclusivamente quello che viene deciso dal regista, se solo provate ad uscire dagli schemi dopo qualche secondo il mal di testa è assicurato.
  • Nella realtà quando guardiamo qualcuno in volto, i nostri occhi, ma spesso la nostra testa non è perfettamente immobile, basta un movimento anche impercettibile della testa per notare la comparsa di porzioni di sfondo che prima erano nascoste. Questo ovviamente nei film in 3D non è possibile e la cosa si aggiunge alla lista di difetti (questo immagino che non verrà mai risolto ma è anche quello meno rilevante).
Credo che una sola cosa al 3D sia riuscito meglio che altre tecnologie degli ultimi anni: vendere, ma soprattutto rendere più appetibile, i nuovi televisori sugli scaffali dei negozi. Per l'utente inesperto full HD e 100hz sono cose quasi totalmente irrilevanti (tanto che in alcuni forum c'è gente che testimonia come alcuni utenti colleghino decoder HD con prese scart e facciano comunque vanto della definizione maggiore), il 3D riesce ad essere motivo di orgoglio molto più di altre tecnologie, nonostante poi la gente non si compri un lettore blu-ray in 3D ed esista un solo canale (su SKY) che trasmette contenuti in 3D. Quindi per ora c'è anche poco da guardare.

In ogni caso Titanic (il film) rimane una pellicola che lascia sbalorditi sotto molti punti di vista, impossibile non apprezzare il lavoro di James Cameron seppur infarcito da una storia d'amore messa giusto per non rendere il tutto un documentario da 200 milioni di dollari.

PS. Il prossimo grande appuntamento che avrebbe dovuto dare slancio al 3D sarebbero dovute essere le prossime Olimpiadi di Londra (data di inizio, 27 Luglio 2012). Dopo le sperimentazioni di Pechino, questa era stata annunciata come l'olimpiade del 3D, giusto un'anno fa. In realtà AV Magazine ha svelato i piani della BBC riguardo le trasmissioni stereoscopiche: 10 secondi, ossia la finale dei 100 metri maschili, dopo di ché si parla di un riassunto giornaliero ovviamente non in diretta. Davvero troppo poco per una tecnologia che sembrava dovesse conquistare il cinema ma che pian piano sembra stia passando di moda.

12 aprile 2012

Samsung Galaxy S2 | L'aggiornamento ad Ice Cream Sandwich

android 4.0 ice cream sandwich

Da qualche settimana è disponibile l'aggiornamento ad Ice Cream Sandwich, ultima versione del sistema operativo Android (release 4.0). Dopo qualche giorno dall'uscita ho aggiornato il io Samsung Galaxy S2 ed ecco quindi qualche impressione.

Partiamo dal fatto che quasi ad ogni nuova versione di Android si scatena il putiferio riguardo quei cellulari (magari recenti) che non vedranno mai il nuovo sistema operativo, per motivi più che altro di marketing, si dice.

Fatto sta che uno dei cellulari di punta della casa coreana non poteva non permetterci questo aggiornamento che comunque non sembra essere nulla di particolarmente rivoluzionario pur apportando qualche miglioramento.
Questo è legato all'interfaccia TouchWiz di Samsung, che va a sovrapporsi a quella di Android nella maggior parte delle schermate, nascondendo quindi le rivoluzioni più importanti della release 4.0, ma d'altronde si parla di un telefono che non è marchiato direttamente da Google quindi anche il sistema operativo deve "abbassare la cresta".

Quindi all'avvio, dopo l'aggiornamento poche modifiche, alcune però positive:
  • Il telefono non sembra risentire in fatto di prestazioni dell'aggiornamento. Il telefono rimane fluido, con alcuni effetti grafici ben realizzati e non troppo dispersivi.
  • Nella barra delle notifiche, quando si sceglie l'opzione per disattivare la suoneria si può impostare anche la vibrazione (mentre prima bisognava andare in un menù apposito). Quindi primo tap e si mette in silenzioso con vibrazione, secondo tap per silenzioso senza vibrazione.
  • Sempre riguardo la barra delle notifiche, questa si può aprire anche dalla schermata di sblocco, senza sbloccare il telefono. Magari c'era anche prima ma forse non em ne sono mai accorto.
  • Molti menu sono stati trasformati da menù ad icone a menu a tendina. Opzione abbastanza irrilevante ma in linea con l'interfaccia di ICS.
  • Sono cambiati i menu a tendina quando si preme sulla foto di un contatto in Messaggi, come sono cambiate le icone del copia ed incolla, leggermente più piccole. Davvero utile l'opzione "Appunti" quando si deve incollare che fa vedere tutti i testi precedentemente copiati.
  • Una delle modifiche di maggior impatto è quella dello sblocco del telefono. Ora non si deve più trascinare l'intera schermata di sblocco ma appena appoggiamo il dito su un punto apparirà un cerchio con un lucchetto all'interno e si dovrà semplicemente trascinare il dito dal lucchetto fino all'esterno del cerchio. All'inizio è strano, ma funziona bene.
Qualche nota negativa:
  • Alcune applicazioni hanno dei crash inusuali, soprattutto perché hanno sempre funzionato bene. Parlo di applicazioni di terze parti, non di quelle già presenti nel telefono. Ovvio che molti sviluppatori devono ancora correggere qualche piccolo errore. Speriamo lo facciano in fretta.
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10 aprile 2012

Film | "127 ore". La mia recensione

127 ore film locandina

Questo film lo diciamo subito è piuttosto impegnativo, sia per il tema trattato che per come viene sviluppato. difficile che chi lo guardi non sappia già che si tratta della storia di Aron Ralston, alpinista che dopo 5 giorni bloccato da un masso decide di amputarsi un braccio per sfuggire alla morte.
Già l'inizio ha qualcosa di raccapricciante, decisamente difficile da immaginare eppure dimostra quanto l'attaccamento alla vita possa essere tanto forte da spingere a compiere gesti estremi (tristemente famoso è il caso narrato in un altro film "Alive - Sopravvissuti").

La missione di "127 Ore" era però quella di non concentrarsi troppo sulla scena dell'amputazione del braccio ma cercare di costruire un microcosmo che durasse proprio 127 ore. Il regista di "The Millionaire" ci riesce piuttosto bene, rendendo l'atmosfera claustrofobica, senza via d'uscita e piena delle allucinazioni che può avere una persona dopo 5 giorni con pochissima acqua a disposizione e senza cibo. Non facile, visto che il film si regge tutto con un unico protagonista, un James Franco davvero ispirato che deve tenere il ritmo per 90 minuti, praticamente immobile e con un braccio sotto un masso di pietra. Ecco, magari qualche minuto in meno sarebbe andato bene lo stesso, ma comunque il film non diviene mai insopportabile o troppo pesante da seguire, se non nel finale, quando viene mostrata la scena per la quale la maggior parte delle persone sono andate a vedere questo film. Sono sicuro che alla fine più di qualcuno avrà stretto i denti o chiuso gli occhi (non a caso il film è vietato ai minori di 14 anni).

Danny Boyle (il regista) alla fine si può dire che anche questa volta riesce a fare centro, seppur con una pellicola rivolta ad un pubblico diverso e molto più ristretto rispetto al romantico film dedicato al ragazzo indiano che diventa milionario, ma l'importante è aver accolto questa sfida e averla superata.

Alla fine del film un paio di note per rispondere alle domande che uno non può non farsi. Aron Ralston si è sposato ma soprattutto l'assenza di un arto non gli ha impedito di continuare le sue escursioni. Ralston rimane pur sempre un ingegnere ed ha progettato 8 diversi tipi di protesi per permettergli di continuare le varie atttività (tra cui scalare con una protesi a forma di picozza) di cui è appassionato. Ah, piccolo insegnamento che si ricava sempre dal finale del film, quando decidete di inoltrarvi in ambienti potenzialmente pericolosi lasciate un bigliettino. Potrebbe salvarvi la vita.

PS. Piccola curiosità, c'è da segnalare l'uso di 3 macchine da presa molto particolari, ossia 3 modelli di punta della serie Canon, si parla di:
  • Canon EOS 1D Mark IV
  • Canon EOS 5D Mark II
  • Canon EOS 7D
Che la 5D mkII abbia prestazioni video davvero invidiabili è cosa risaputa, che la 7D sia stata utilizzata anche in competizioni sportive (tennis) è altrettanto conosciuto (pur non essendo full frame); la novità è data dalla 1D mk IV che presenta un sensore a metà tra quello full frame e l'APS-C usato anche nelle reflex di fascia più bassa. Il motivo è soprattutto la compattezza di queste macchine che rende più agevole muoversi in spazi ristretti come può essere quel passaggio ristretto in cui è girato il film (anche se la parte di canyon in cui si svolge l'azione è stata ricreata in studio).

6 aprile 2012

Foto | Silvia Pirani

silvia pirani's live show/1
Clicca qui o sulla foto per vedere il set su Flickr
L'appuntamento fotografico di oggi è dedicato ad una artista che apprezzo da qualche mese per il suo impegno e per la sua bravura. Si chiama Silvia Pirani, giovane ragazza veneta, che non solo si esibisce con show dal vivo o come vocalist in locali, club e discoteche, ma ha anche due ottimi singoli ben realizzati che potete trovare su YouTube.
Chi segue il mio account su Flickr di sicuro le avrà già viste (anche perché sono state pubblicate parecchi mesi fa), per chi se le fosse perse eccole anche qui sul blog.

4 aprile 2012

Recensione | "Kalifornia" Norman Doray

norman doray kalifornia cover

Uno dei miei dischi preferiti del momento che seppur non originalissimo comunque non se la cava per niente male. Infatti "Kalifornia" (con la K) ricorda per molti aspetti "La Serenissima", magari rivista un po' in chiave french touch. Se scendiamo pian piano nei particolari notiamo però come i due dischi prendano due strade molto differenti e alla fine c'è solo ualche somiglianza di melodia, non molto altro.
rimane un'atmosfera a tratti soffusa e in alcuni punti decisamente più dinamica, sempre mantenendo una certa eleganza (che non arriva ai livelli del disco veneziano, ma è comunque notevole) che rende il disco più adatto a locali poco commerciali, dove sicuramente verranno apprezzate le qualità di questa produzione di Norman Doray.

Oltretutto è sempre bello apprezzare come Doray ci ha abituato a dischi puramente french touch, ma ogni tanto, quando si tratta di dischi strumentali riesce sempre a lasciare il segno, vedi produzioni come ad esempio "Champagne" di cui vi ho parlato qualche tempo fa.

Adesso vi starete chiedendo da dove è scaturita l'idea per questo disco. Non saprei dirvelo, ma la melodia assomiglia incredibilmente a qualcosa già sentito in "Helplessly" degli Moment of Truth. Certo non c'è un sample pulito pulito ma se confrontate le due canzoni sembrano avere qualche somiglianza.

Ascolta "Kalifornia" by Norman Doray

2 aprile 2012

Film | "Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese". La mia recensione

tamara drewe, locandina

Talvolta mi lascio andare a film che in effetti non meritano molto ma quale risata riescono a strappartela, questo film "Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese" ne è un esempio, ma andiamo con ordine.
  1. Il film fa ridere, spesso più che per quello che accade per l'assurdità delle battute che lasciano a bocca aperta.
  2. Il film è un intrigo ovviamente di tradimenti e tutto nasce dall'idea di due ragazzine, incredibile ma vero!
  3. All'inizio non lo si penserebbe mai, ma per qualcuno va a finire male (e non solo per i tradimenti). Nonostante questo anche nei momenti che dovrebbero essere più tristi viene da ridere. E non ci si sente in colpa neanche un po'.
  4. Dopo aver visto il film sentirete come l'impulso di prendere il DVD, la registrazione del mySKY ed eliminare ogni traccia del film nel minor tempo possibile. Credo sia normale anche questo.
Questo è tutto quello che si può dire su questa pellicola, al limite si possono aggiungere due parole sulla protagonista Gemma Arterton, che sinceramente non conoscevo pur avendola già vista in "Quantum of Solace", film della celebre saga di 007 in cui ha interpretato una delle tante bond girl (e fa pure una brutta fine, mi pare di ricordare).

A parte questo se proprio non sapete cosa fare potete dare uno sguardo a questo filmetto che seppur carino poteva durare un po' meno, quel poco che bastava per rendere un po' più fluida la narrazione.