Ieri prima di dormire mi sono soffermato a pensare riguardo la scuola (liceo scientifico) che ho terminato di frequentare un anno fa. Posso dire senza mezzi termini che è una delle scuole peggiori dell'universo, però alla fine non cambierà mai niente.
Però a mente lucida ho trovato che mi ha insegnato qualcosina che reputo molto utile.
Non vince il migliore ma il più forte. Nella vita ci sarà sempre qualcuno che la spunterà con qualsiasi mezzo. Anche il più ignobile. Anche e soprattutto a discapito della propria dignità. Ho capito che le differenze tra uomo e donna esistono e che chi ha il potere non fa nulla per mostrare le proprie preferenze proprio negli ambiti in cui non dovrebbe.
Una volta avevo una concezione della conoscenza un po' ottimistica. Fin dall'inizio dei secoli ci si sedeva attorno al falò e il più anziano (e quindi il più saggio) proponeva una sorta di file sharing. Condivideva la propria conoscenza con tutti, con i più giovani, in modo che a loro volta potessero trasmetterla ai loro figli e così via. Una sorta di Wikipedia molto molto primordiale.
La scuola mi ha fatto capire che era solo un'utopia, una bella storiella per farci capire come siamo ridotti. Di professori che condividessero le proprie conoscenze ne ho trovati ben pochi, forse un paio. Tutti gli altri non fanno altro che sbandierare le loro conoscenze con superbia e arroganza tentando di umiliare in qualsiasi modo lo studente che magari la pensa diversamente. Con la convinzione che chi la pensa diversamente sbagli. Sempre e comunque.
All'università poi si raggiungono i livelli estremi, più uno si abbassa a forme di adulazione permettendo alla propria dignità di andare in ferie più avrà la strada spianata. Purtroppo ne ho visti parecchi del genere, "persone ridotte a cose", ragazzi che solo a vederli viene il voltastomaco. Per loro provo compassione, pregherò anche per loro prima di addormentarmi.
Vietato pensare, vietato parlare. Ho capito che nella vita non si può dire quello che si pensa. Non so ma è una di quelle cose che non si possono spiegare, avvengono e basta. L'Italia è un paese libero e c'è libertà di parola e pure se fai una critica o se dici una cosa giusta (ma scomoda) non passerà molto tempo che ti becchi un bel ca**iatone. L'ho imparato sulla mia pelle, a scuola non puoi dire ad un prof che quello che sta dicendo è sbagliato perché la loro apertura mentale è così elevata che non accetterebbero critiche nemmeno da un loro superiore figuriamoci da uno studente!
In internet si viene bannati, a scuola pure. Dopo aver fatto qualche critica non ci sarà più niente da fare. Tutto viene deciso nel momento in cui apri bocca, meno parli e più stai a loro comandi e più sarai il pargolo, lo studente modello, quello che ad ogni umiliazione risponde con un bel "Io intanto ho la media del 9, tu no".
La scuola è un mondo chiuso. Trovatemi uno che dice che la scuola non serve a niente e non serve nemmeno a prepararti al mondo esterno. Beh... per me si sbagliano tutti. Il liceo scientifico serve a tutto tranne che a inserirti nel mondo.
È da migliaia di anni arroccata in una torre fatta di nozioni scollegate che non hanno nessun fondamento nella vita di tutti i giorni. Insomma io voglio una materia che si chiami "Attualità" e che ti insegni in modo semplice cose c'è fuori dalle nostre belle camerette o fuori dal balcone con la bandiera della pace.
Insomma si fa presto ad insegnare che la guerra è sbagliata. Bello, bravi. Ma non basta.
Dovrebbero cercare di spiegare le cause dei problemi, dei conflitti, avvicinarsi al mondo dei giovani, alle nuove tecnologie, ad internet (perché è questo il futuro non il Decamerone). Al mondo reale. Non a quello immaginario che si sono create le scuole. Invece è importante sapere le differenze tra l'uomo di Neanderthal e quello di Cro-Magnon non sapere chi governa il mondo, le scelte che fa, perché le ha fatte. Cercare almeno di capirci qualcosa perché dire NO o SI in un referendum sono capaci tutti, un po' meno sapere cosa ci sta dietro.
Io no spik inglish. Questa critica riguarda la mia scuola e spero vivamente che non abbia niente a che fare con i metodi di insegnamento delle altre. Saremmo messi molto male.
L'inglese è come un computer. Si fa presto a dire "occhio a non formattare tutto" e cose del genere ma non sempre compariranno messaggi comprensibili. Bisogna fare esperienza. Non dico di andare ogni mese in Inghilterra però per me l'unica cosa che conta per imparare l'inglese è la CONVERSAZIONE. Può essere piacevole studiare la storia della Magna Charta Libertatum ma scesi dall'aeroporto di Londra ci servirà a ben poco, in fondo sarebbe già tanto che si sapesse l'inizio della II Guerra Mondiale in italiano. In giro per l'Europa più di qualche volta mi sono vergognato del mio inglese, non tanto perché non l'abbia mai imparato ma perché nessuno dei professori (una decina) che sono passati nel mio liceo l'abbiano mai insegnato in maniera corretta. D'altronde è decisamente più facile dare i soliti insulsi esercizietti dove bastava copiare la definizione per sentirsi dire "Yes, very well". La prossima volta che dovrò esprimermi con uno straniero proverò con un "The book is on the table", "Alicia is a nice girl", "Mr Rob has 3 dogs"...
Di certo le mie parole rimarranno parole al vento, d'altronde per i professori che ho avuto era già un'impresa accendere il computer e aprire il modello per il compito in classe, figuriamoci adesso leggere lo sconosciuto blog di uno studente.
Però almeno non potrete dire che ho sempre taciuto.
4 commenti:
Quoto tutto.
Purtroppo è così e i tempi non cambieranno.
E guarda caso quelli che si sono spianati la strada nel futuro e hanno avuto successo per buona parte erano autodidatti e gente che non seguiva i binari fissi della scuola ma li costeggiava soltanto, a testimonianza di quanto la scuola non tiri fuori il meglio delle persone ma inibisca solo le passioni.
E' una vita del cazzo...
più che altro è il sistema delle valutazioni che sballa tutto...io me ne sono sempre fottuto dei voti, tanto a me basta sapere le cose, e saperle utilizzare quando servono, ma questo non interessa alla scuola, per loro l'essenza è "ripeti quello che abbiamo detto ieri" e ritengo sia la cosa più inutile del mondo...mi piace citare una frase di Eco: "l'uomo di cultura è colui che nel momento della vita in cui ne avrà più bisogno non saprà la risposta, ma saprà dove cercarla"
poi parlando dell'inglese...beh io non ne ho imparato una sillaba a scuola, ringrazio solo videogiochi e cronache sportive per averlo imparato, se aspettavo loro...
Per non parlare degli insegnamenti di informatica, campo ormai essenziale per quasi qualsiasi tipo di professione. Ma che tagliassero quella merda di religione ed educazione fisica che non servono a un cazzo! se uno deve fare sport lo fa per conto proprio e se uno vuole interessarsi alle religioni che si informi da solo!
x Elwarin: in effetti in tutte le materie era proprio così. Bastava ripetere le cose e basta. MAnco fossimo dei computer, iinsomma una delle capacità dell'uomo è proprio quella del ragionamento, e ce lo insegnano proprio a scuola...
x Saephyroth: eh, sì, la scuola va cambiata, ma non cambiando il nome alle medie e alle elementari, vanno cambiate le materie, eliminate quelle che in effetti non servono, introducendo lo studio dell'informatica, di tutto ciò che può essere veramente utile.
Prendiamo l'educazione religiosa. Sinceramente anche a me sebra una delle materie più inutili del mondo e l'uomo hha dimostrato con la storia del crocifisso in classe uno dei suoi momenti più bassi. Rimedio: evitiamo di insegnare una sola religione, insegnamone il maggior numero. O nessuna. La facoltà di scelta è una delle cose migliori. Si valuta, si sceglie.
Anche per uno che intraprende un seminario non so quanto possa essere utile un'ora di religione fatta oltretutto male.
E non dimentichiamo la cosa più importante: NON era considerata una materia UTILe dalla maggior parte dei professori. Ogni volta che c'era da perdere un'ora con cose inutili (come droga, educazione sessuale, due cose che secondo i professori non serve a nessuno consocerle a fondo...) i prof erano i primi a sopprimere le ore di religione. Uh... guai a perdere un'ora di interessantissimo latino.
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