I cliché e i luoghi comune ci sono tutti: il genio burbero, la bella ignorante, la moglie lasciata che cambia vita, le differenze d'età nell'amore e via dicendo. Il bello è che il regista americano riesce a mescolare tutto senza scendere nella banalità e nel già visto. Se per caso questo succedesse i dialoghi sono quello che portano lo spettatore nel mondo di Allen e che danno carattere al film.
L'avevamo già vista in "The wrestler", ma qui Evan Rachel Woods riesce a calarsi in un personaggio che incolla allo schermo, non si riesce a non rimanere incantanti di fronte a quello che la sua scarsissima cultura riesce a mescolare, tirando fuori davvero l'impossibile. Una trasformazione incredibile rispetto a molte sue altre apparizioni in film e serie tv e forse è proprio questa una cosa che piace, non c'è niente di meglio che vedere come un attore si immedesima nel suo personaggio.
E poi c'è Larry David, il cinico fisico, tanto geniale quanto burbero e pieno di disprezzo per ogni persona della Terra, tutte troppo poco intelligenti per potersi confrontare con lui. Ed è proprio il suo rapporto con la protagonista, che incarna perfettamente quanto di peggio possa desiderare in fatto di intelligenza, che dona al film quel grado di comicità e genialità che merita.
Non aspettatevi la classica commedia in cui si debba ridere per forza ad ogni scena, "Basta che funzioni" oltre a far ridere entra nella psicologia dei rapporti amorosi tra la gente dando una sorta di lezione di psicologia allo spettatore. Diciamo una psicologia molto "alla buona", ma come dice lo stesso titolo del film, in molte occasioni non serve porsi tante domande o fare calcoli: basta che funzioni.
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