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7 febbraio 2011
Il pesce-gelatina: la Medusa
Rimango sempre affascinato dalla lingua inglese e da come vengono tradotti molti termini: uno di questi è la loro traduzione di medusa, ossia jelly fish, che letteralmente sta per pesce-gelatina. Sì, perché jelly indica proprio la gelatina, quella usata per le caramelle gommose che vengono chiamate jelly candy.
Fa sorridere quindi con quale semplicità abbiano unito due termini per crearne uno che potesse descrivere cos'è una medusa, e non hanno tutti i torti visto che questi animali sono costituiti per il 98% di acqua.
Io rimango sempre affascinato da questi animali, ma nutro anche un certo senso di inquietudine e paura dopo aver avuto qualche esperienza non troppo piacevole. Nei documentari sembrano animali provenire da un altro pianeta, tante volte si rimane incantati di fronte a questi celenterati che fluttuano nell'acqua ma quando li si incontra in acqua si provvede subito ad allontanarsi al più presto.
In ogni caso alcune meduse non sono pericolose.
Certo detto così sembra semplice, ma prendiamo questo lago:
In realtà non è un lago comune, si tratta del Lago delle Meduse, meglio conosciuto come Jellyfish Lake e si trova su un'isola della Repubblica di Palau.
Fareste il bagno in acqua così?
Avrete capito che la caratteristica di questo lago è la presenza di meduse dorate (Mastigias papua) che, difficile a crederci, sono tutt'altro che velenose o urticanti, anzi, come testimoniano le foto sotto sono completamente innocue per l'uomo. Anzi, solitamente sono talmente fragili che basta qualche brusco movimento per ridurle a pezzi.
Fa impressione fare il bagno in mezo ad un gruppo di meduse che ti circonda completamente, soprattutto perché nell'immaginario comune la medusa è uno di quegli animali da guardare ma non da toccare.
E da noi? Solitamente nel Mediterraneo abbiamo a che fare con il Rhizostoma pulmo, medusa che ho più volte incontrato durante le mie vacanze sul Tirreno e che non sono molto amichevoli. Nell'acqua spesso appaiono come un sacchetto di plastica, ma si capisce subito che non è così quando si nota subito quel bordino viola che circonda il "cappello", il cuo nome proprio è esombrella.
Il cappello non è urticante e con un po' di coraggio la si può prendere con una mano proprio tenendola per l'esombrella. I tentacoli no. Solitamente provocano irritazione e bruciore, nulla di grave o allarmante ma le conseguenze di un contatto troppo vicino si fanno sentire.
Nel resto del mondo si trovano queste meduse, di cui vi propongo una carrellata di foto:
Infine la famigerata cubomedusa, quella che compare anche nel film con Will Smith, "Sette Anime" e che incute un giustificato terrore, visto che è una delle specie di meduse più letali. Alcuni esemplari hanno un cappello trasparente grande meno di un centimetro ma tentacoli che possono allungarsi fino a diventare lunghi 3 metri, date un'occhiata all'esemplare nella provetta nella foto sotto, poco più grande di un'unghia ma senza pietà per nessuno.
Come il luogo comune che l'aereo sia poco sicuro questa medusa sfata il mito della pericolosità dello squalo bianco, riuscendo a mietere più vittime di uno dei predatori più feroci del mare. Una puntura di cubomedusa lascia davvero poche speranze se l'intervento non avviene entro una trentina di secondi. Dopo questo periodo il veleno iniettato entra in circolo e le possibilità di essere salvati scendono quasi a zero, portando alla morte nel giro di 3 minuti.
Quest'estate da qualche parte si è letto di una ragazza sopravvissuta miracolosamente ad una puntura di questi animali, ma non ce ne sono molte di persone che possono raccontare la loro esperienza.
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