FOLLOW ME > facebook blog | photography* | twitter | instagram* | rss

14 novembre 2011

Serie TV | "Mildred Pierce". La mia recensione


Come capita spesso non ero molto convinto di questa mini serie in 5 puntate. Va bene Kate Winslet (ottima in "Revolutionary Road"), va bene anche il successo ottenuto dalla serie agli Emmy Awards (Miglior attrice in un miniserie o film tv a Kate Winslet e Miglior attore non protagonista in una miniserie o film tv a Guy Pearce), però sono partito con molte riserve.
Cosa che non fa la serie, "Mildred Pierce" invece parte subito con una narrazione che porta lo spettatore subito al punto focale della storia, evitando troppe introduzioni, tanto in 5 puntate c'è tranquillamente tutto il tempo per conoscere i protagonisti ed ambientarsi negli anni '30 (anzi, 1929, durante la grande depressione, ma se ne potrebbe fare un remake anche nel 2011 senza problemi).
Kate Winslet ancora una volta riesce a calarsi in un personaggio davvero complicato, ma lo fa con una naturalezza che rende lo spettatore partecipe della sua condizione come fosse un amico. Si può però dimenticare "Revolutionary Road", Mildred nonostante momenti di confusione, scelte sbagliate, insuccessi amorosi spesso sa bene ciò che vuole, la sua determinazione è quasi illuminante per chi la guarda, il suo sacrificio di donna colpisce in maniera decisa. Elementi che porteranno la protagonista ad un rapporto difficile, complicato, burrascoso con la figlia Veda (Evan Rachel Wood, "The Wrestler", "Basta che funzioni"), la più odiosa delle figlie che si potrebbe chiedere, ma pur sempre una figlia con un qualcosa di speciale, da amare quasi incondizionatamente. Quasi perché riesce ad arrivare al limite ed oltrepassarlo. Ma Mildred dimostra anche uno spirito imprenditoriale fuori dal comune, corre verso il successo, lo raggiunge, si allontana.

La serie è davvero un turbinìo di eventi, situazioni amorose piene di passione, delusioni che pesano come macigni, momenti di tristezza dalla quale sembra difficile uscirne. Eppure la signora Pierce ce la fa, lotta sempre con tutte le sue forse, lotta con tutti e contro tutti, non si arrende mai ed è questo il bello della miniserie.
Oltre all'ambientazione, ai costumi, che rispecchiano il periodo, l'attenzione per i dettagli, le auto d'epoca; tutti elementi che contribuiscono a dare realismo, a far immergere lo spettatore in un ambiente ormai distante.

Per il resto c'è da segnalare il ruolo di Guy Pierce, straordinario precursore dell'uomo che appare sempre impeccabile, dal fascio indiscutibile ma senza fondamenta, squattrinato ma ostinato nella sua oziosità ed ostentazione. Se venisse catapultato ai nostri giorni godrebbe del medesimo fascino, avrebbe occasione di trovare espedienti per tirare fino a sera senza cocludere nessun affare, che non sia amoroso.

Questa serie TV è da guardare, alla fine siamo di fronte a 3 film ben fatti (visto che i 5 episodi sono stati uniti in 3 puntate), appassionanti, dove succede di tutto e nulla è mai troppo scontato.
Premio speciale al personaggio di Veda Pierce, sia da piccola che da adolescente. Il suo modo di parlare, atteggiarsi, muoversi suscita subito un nervosismo che farebbe divorare il telecomando, morsicare qualsiasi cosa si abbia nei paraggi. Eppure alla fine si è sempre fissi sulla tv per scoprire cosa riuscirà ad inventare per far uscire dai gangheri la già impegnata madre. Il personaggio più straordinariamente odioso che abbia mai visto.

Nessun commento: