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6 giugno 2011

Film | "Il Cigno Nero". La mia recensione

il cigno nero locandina
Bisogna partire dall'inizio, quando ho visto i trailer in tv e sinceramente sono rimasto abbastanza indifferente. Un film che sembra girare attorno alla danza non è cosa da me. Per cui ho lasciato stare.
Ho lasciato perdere finché una mia amica non ha riposto la mia attenzione su questo film, facendomi notare come fosse assolutamente distante da quanto percepito guardando un trailer di 2 minuti. Come al solito ci ho messo un po' prima di mettermi alla visione del film, convinto che, nonostante le buonissime raccomandazioni, dopo qualche minuti avrei spento tutto. Sono un tipo diffidente, sì, però alla fine, visto che un altro film da lei consigliato come "Remember me" mi ha pienamente soddisfatto, ho ceduto.

"Il cigno nero" (trama!) in effetti è un film che usa il pretesto della danza per affondare il coltello sulla psiche della protagonista del film, una Natalie Portman borderline, al limite tra ossessione e follia, dedizione e schizofrenia (non a caso il "see also" di wikipedia riporta ad una pagina con l'elenco dei film in cui i protagonisti presentano disordini psichiatrici più o meno evidenti).
Così dopo pochissimi minuti di film le mie paure che la pellicola non fosse dedicata al mondo maschile svanisce, inoltrando chi guarda in un tunnel quasi senza via d'uscita che rispecchia pienamente ciò che percepisce la protagonista e la sua mente. Tutto diventa il contrario di tutto, con uno schema ipnotico che si ripete lungo tutto il film ma che ogni volta stupisce o lascia senza parole, talvolta anche disgustati, per i facilmente impressionabili non sarà facile in un paio di scene.
E non c'è da stupirsi, il regista Darren Aronofsky aveva già dimostrato con "The Wrestler" come andare per il sottile non sia il suo stile, e riesce a farlo anche se al posto di Mickey Rourke c'è la Portman, così delicata, fragile, insopportabilmente perfezionista e debole. Si finisce quindi con scene forse eccessive, che mettono sullo schermo una sorta di autolesionismo folle, talvolta estremamente doloroso (tanto che il film in alcuni paesi presenta restrizioni per alcune età degli spettatori) ma anche scene d'amor saffico che si spingono oltre i limiti solitamente considerati.

Tutto il resto lo si potrebbe, senza cattiveria, definire "noia", perché tutto ruota attorno a Nina, il personaggio principale del film, poco importa la presenza di Vincent Cassel o Mila Kunis, personaggi che nonostante la loro rispettabile performance sono solamente marionette comandate dalla mente di Nina, in un teatro estremamente dark creato dal suo malato viaggio verso la perfezione.
Tanto per dirne due sull'interpretazione di Natalie Portman che sembra oscurare gli altri personaggi, basta solo far parlare la lista dei premi vinti come miglior attrice protagonista, tralasciando le ancora più numerose nomination e tutti gli altri premi andati a scenografie o regista:
  • Premo Oscar 2011
  • Golden Globe 2011
  • 2011 British Academy Film Awards
  • 2011 Screen Actors Guild Awards (SAG Awards)
  • Boston Society of Film Critics
  • Las Vegas Film Critics Society
  • Austin Film Critics Association
Forse il mondo della danza non è quello rappresentato dal film, la competizione magari non è così serrata e la carriera non porta ad situazioni raccapriccianti come viene narrato. Però è interessante esplorare un universo parallelo, che inizia dagli eccessi, da quelle situazioni al limite che solitamente non sono raccontate.

A me è piaciuto molto, non soltato per la sorpresa di scoprire un film che è tutt'altro che banale (nonostante piuttosto semplice nella trama) ma anche per il modo in cui viene raccontato un mondo solitamente visto attraverso altri occhi, decisamente più incantati e innocenti. Non ultimo, devo ammetterlo, chi mi ha consigliato questo film, sembra non sbagliare un colpo; forse non è difficilissimo capire che genere di film possano piacermi, ma effettivamente io stesso avrei difficoltà a definire cosa mi piace.

PS. Per gli amanti della tecnica cinematografica e della fotografia giusto una curiosità, che fa capire a quale livello siano arrivate alcune reflex di categoria professionale. Il film, sia stato girato con macchine da presa tradizionali annovera anche due reflex top di gamma che sono diventati punti di riferimento nell'ambiente fotografico, sto parlando delle Canon EOS 5D Mark II e 7D. Fino a pochi anni fa usare una reflex per riprese di film era impensabile, ma negli ultimi anni queste macchine hanno oltrepassato il mondo della fotografia per entrare senza paura in quello del video. La più famosa 5D Mark II (oltre ad essere una della macchine usate dal fotografo ufficiale del presidente Obama) è stata usata per filmare un intero episodio di "Dr. House" (l'ultimo della 6a serie), per alcune scene di "Iron Man 2", la 7D è stata addirittura usata come camera all'Australian Open.

Locandina americana:
black swan poster locandina

PS2: Vincent Cassel sinceramente non mi fa né caldo né freddo, ha intepretato bene il suo ruolo. Certo forse ho commesso l'errore di guardare il giorno prima "The Truman Show", dove il doppiatore di Jim Carrey è lo stesso di Cassel in questo film. Cosa di poco conto, ma visto la diversità dei personaggi quando abbassavo lo sguardo mi immaginavo Jim Carrey e aspettavo qualche battuta o risate delle sue.

1 commento:

Zion ha detto...

che bella recension! mi sembra molto sentita da parte tua.

anche a me Black Swan è piaciuto molto, specie per l'uso dei classici espedienti dei film horror che tanto stridevano con le aspettative date dal famoso trailer da due minuti. E' evidente che pochi si aspettavano scene tanto d'effetto. Men che meno le vecchine che ho visto coi capelli rizzati alla fine della programmazione... eheh :D